Dopo la strage di Hillsborough nel 1989, il luogo comune nei media italiani è quello che le ‘teste calde’ del tifo britannico non aspettino altro che le trasferte europee per ‘fare casino’ altrove, segnatamente nei paesi mediterranei.
In realtà, il non detto di questa narrazione è che Hillsborough, nonostante la carneficina ai danni dei tifosi del Liverpool, in cui le responsabilità della polizia del West Yorkshire sono state accertate da un’inchiesta conclusasi nel 2016, è servita da pretesto per i governi britannici di Margaret Thatcher e John Major (a marca conservatrice) per imporre la ‘All Seating policy’ negli stadi, applicata a tutti i club di prima e seconda divisione dal 1994, ovvero stadi per soli spettatori seduti. Di conseguenza, le partite all’estero sono le uniche dove le tifoserie inglesi possono mettere in piedi un po’ di tifo.
Senza parlare di un altro aspetto di questa ‘controrivoluzione’ mascherata da allontanamento dei ‘violenti’ a favore delle famiglie negli impianti sportivi: come afferma il giornalista James Montague1, in realtà negli stadi britannici è avvenuta una vera e propria politica di ingegneria sociale, allontanando le classi più svantaggiate dagli spalti a favore della classe media nel nome della lotta all’hooliganismo. I biglietti sono diventati ad appannaggio dei membri dei club, con affiliazioni spesso costose. In questo senso, le restrizioni introdotte dalle autorità hanno coinciso con prezzi dei biglietti sempre più alti, e soprattutto con la ‘scissione’ in cui, nel 1992, 22 club hanno dato vita alla Premier League, ponendo fine alla ultracentenaria First Division. Questa scissione all’epoca fu motivata in primis dalla possibilità che i club della Premier avevano di ridiscutere i diritti televisivi in maniera più conveniente per loro senza la mediazione della Football Association (FA). Successivamente, il progetto è stato possibile grazie alle sovvenzioni dell’istituto bancario Barclays e della marca di birre Carling, che diede anche il nome alla Coppa di Lega, oggi nota come Carabao Cup.
Questo modello di calcio, nel 2021, con l’idea della Superlega, sembra aver avuto una battuta d’arresto decisiva. L’idea di una “Premier League” dei club miliardari europei sovvenzionata da JP Morgan, la Superlega appunto, ha scatenato proteste soprattutto dei tifosi dei club britannici coinvolti: il 2 maggio 2021, le proteste a Manchester portarono al rinvio di Manchester United-Liverpool a causa di un’invasione dell’Old Trafford2 e scontri con la polizia fuori dallo stadio. L’idea della Superlega è stata subito messa da parte, e il governo conservatore, col ministro dello sport Nigel Huddleston, ha risposto prontamente rispolverando la promessa elettorale della ‘Fan-Led Review’, un sondaggio condotto dal governo diretto ai tifosi dei club inglesi e gallesi. Le conclusioni tratte da questo sondaggio riguardano aspetti che vanno dal finanziamento dei club minori fino al costo dei biglietti, ma è sull’accantonamento della famigerata ‘All Seating Policy’ che questo articolo intende concentrarsi3.
Sarà forse per l’impoverimento, dovuto a due crisi economico-finanziarie negli ultimi 14 anni, che negli stadi di calcio inglesi sta cambiando qualcosa? Questa chiave di lettura finora non è stata mai azzardata. Infatti l’identikit del tifoso medio che può permettersi di acquistare un abbonamento allo stadio, dopo anni di affiliazione a onerosi programmi offerti dalle singole società di Premier League, è di solito benestante. Però va detto che i club di Premier League, dalla stagione corrente, hanno accettato un tetto di 30 sterline sui settori ospiti (cosa che in Italia nemmeno viene discussa). E soprattutto, grazie alla cooperazione virtuosa fra le lobby dei tifosi di calcio, riunite nella Football Supporters’ Association (FSA), la Sports’ Ground Safety Authority (SGSA), insieme alla concomitante volontà politica, da questa stagione i club di Premier League e di Championship possono fare domanda per il ‘Licensed Standing’, ovvero per reintrodurre i posti in piedi negli stadi4.
In realtà da anni in Gran Bretagna è cresciuto il favore dell’opinione pubblica e della politica a favore della reintroduzione dei posti in piedi allo stadio. Già nei primi anni del 2000 i tifosi del Crystal Palace si erano distinti con il gruppo ‘Holmesdale Fanatics’, da sempre opposto alla ‘All Seating Policy’ e attivo in campagne, fra l’altro, contro il caro biglietti. In Scozia, a Glasgow, gruppi organizzati del Celtic e dei Rangers da molto tempo animano le partite con tamburi, striscioni e anche artifizi pirotecnici. A Londra, a partire dal 2019, sponda Arsenal, è nata la Ashburton Army, sita nel ‘Clock End’ dello stadio Emirates e con l’obiettivo di animare l’atmosfera delle partite dei Gunners. Di questi ultimi hanno fatto il giro di internet i video del corteo pre-partita contro il Liverpool.
In realtà, se i tifosi si sono mobilitati da oltre un decennio, da qualche anno anche i club mostrano più attenzione. Ad esempio il Tottenham, nella costruzione del suo nuovo impianto a North London ha realizzato il ‘South Stand’, con 6000 posti provvisti di sbarre per permettere di vedere la partita in piedi5.
A gennaio 2022 è arrivato il via libera a un progetto pilota di cinque società di Premier League per poter attrezzare dei settori per il ‘safe-standing’, rigorosamente con sbarre fra una fila e l’altra (per intenderci, simili a quelle del terzo anello al Giuseppe Meazza di Milano). Il successo di questo progetto pilota ha spinto il governo ad annunciare, lo scorso 24 maggio, che i club della FA potranno fare domanda per installare posti in piedi da questa stagione, attenendosi rigorosamente alle regole imposte dal SGSA6.
Nel frattempo, l’atmosfera negli stadi della Premier League si può dire sia meno soporifera di anni fa, quando spesso erano paragonati a centri commerciali con un pubblico simile a quello della NBA americana.
Questi risultati sono invidiabili, anche se di per sé le organizzazioni dei tifosi riunite sotto la FSA non sembrano, leggendo i loro documenti, voler mettere in discussione alcune delle leggi più severe in termine di ordine pubblico, come quelle che vietano artifizi pirotecnici.
Infatti, nella scorsa stagione, le statistiche del ministero degli interni britannico, l’Home Office, ha evidenziato come in Inghilterra e Galles ci sia stato un aumento esponenziale di partite con incidenti, in tutto 16097. Il numero maggiore di incidenti registrati sono relativi all’uso di materiale pirotecnico (729 partite), un numero sicuramente in aumento, rispetto allo stesso fenomeno nelle stagioni prima del COVID-19. Adesso, lungi dal condannare la violenza, anche le stesse autorità di polizia sono disposte ad ammettere che questi incidenti nella maggior parte dei casi non sono sfociati in problemi di ordine pubblico. Pertanto, come è stata condotta una battaglia a favore dei posti in piedi, non è del tutto impensabile pensare a una campagna a sostegno di materiale pirotecnico regolamentato negli stadi.
Con tutti i limiti di quanto ottenuto in Gran Bretagna, questo dimostra però che le tifoserie hanno il potenziale di indirizzare le decisioni politiche. Che sia d’auspicio anche per l’Italia.
Giacomo Paoloni
Note:
1. James Montague, “1312 Among the Ultras: a journey with the world’s most extreme fans”, p. 400 (Londra, Ebury Press).
2. “Manchester United vs. Liverpool game postponed after fan protest”, Manchester United v Liverpool game postponed after fan protest - BBC Sport.
3. Football Supporters Association Annual Review 2022, Annual-Review-2022.pdf (thefsa.org.uk).
4. GOV.UK, Safe standing at football stadiums to be rolled out next season - GOV.UK (www.gov.uk).
5. Valerio Curcio, “Viaggio nel nuovo stadio del Tottenham: i sedili sono a 5 metri dal campo”. 05/04/2019. https://www.ilromanista.eu/football-please/news/15053/foto-viaggio-nel-nuovo-stadio-del-tottenham-i-sedili-sono-a-5-metri-dal-campo.
6. SGSA “Supplementary Guidance 01”, SG01-Safe-standing-in-seated-areas-July-2022.pdf (sgsa.org.uk).
7. “Football Related Arrests and Banning Orders, England and Wales: 2021 to 2022 season”, Football-related arrests and banning orders, England and Wales: 2021 to 2022 season - GOV.UK (www.gov.uk).