Di seguito il comunicato della Lokomotiv Flegrea di Napoli (Bagnoli) che promuove l'iniziativa, domenica 13 alle 17.30 al Lido Pola, via Nisida 24, Bagnoli.
13 SETTEMBRE 2015 / PROPOSTA PER UN INCONTRO NAZIONALE DI SPORT POPOLARE
In concomitanza con l’inizio del terzo anno di attività dal momento della fondazione della squadra, il collettivo che organizza la Lokomotiv Flegrea ha cominciato a elaborare al suo interno una riflessione sulle dinamiche in atto nel movimento nazionale del “calcio popolare”, sui punti di forza e le debolezze di quest’ultimo (di cui si sente convintamente parte), sulle contraddizioni e i nodi da sciogliere, nonché sulle prospettive e i possibili scenari da seguire.
In questi due anni siamo riusciti a mettere in piedi, nei quartieri della periferia ovest della città di Napoli, una serie di attività che comprendono le squadre di calcio e di basket (iscritte ai campionati federali), la prima scuola calcio popolare di Italia per bambini dai cinque agli undici anni, tornei per ragazzi di tutte le età, di calcetto e street soccer, fino a un campus estivo di oltre un mese che è riuscito a coinvolgere quaranta bambini e cinque giovani tra i venti e i trent’anni in un percorso di stampo prettamente sociale, ma capace di aprire anche un discorso riguardante un simbolico e minimo – ma significativo da un punto di vista politico – autoreddito. Sappiamo ovviamente di essere solo all’inizio di un lungo percorso, che sogniamo un giorno culminare in una polisportiva popolare capace di offrire una alternativa di sport “diverso” ai ragazzi e ai bambini del nostro territorio. Siamo, però, coscienti anche dei nostri limiti e degli errori commessi, tanto è vero che a partire da ciò abbiamo aperto un dibattito al nostro interno, durante e al termine del quale sentiamo forte l’esigenza di interfacciarci con chi, più o meno vicino a noi che sia, fa parte del movimento.
Durante la scorsa primavera, per esempio, abbiamo aperto un confronto con il Coordinamento di Calcio popolare della Campania, confronto che – pur non trovando un punto efficace di sintesi, e culminando con la decisione di non partecipare in qualità di Lokomotiv Flegrea alle attività di quest’ultimo – ha avviato un primordiale dibattito cittadino sulle modalità di gestione e gli obiettivi di una squadra di calcio popolare.
In primo luogo, ci riferiamo alle questioni riguardanti i rapporti con la FIGC (i cui organismi regionali restavano coinvolti, tra l’altro, proprio in quella fase, in uno dei tanti scandali a cui ci ha abituati questo mondo), e in particolar modo alla necessità di intraprendere quanto prima possibile, e con la massima urgenza, un cammino che possa portarci, di qui a qualche anno, a essere indipendenti dalla federazione tanto da un punto di vista economico, quanto organizzativo che di visibilità. Una indipendenza che permetta al movimento di rinunciare alla partecipazione ai campionati messi in piedi da quel potentato che noi, come tutto il movimento, vediamo come il principale nemico del calcio nel nostro paese e di procedere in totale autonomia, candidandosi ad essere una reale e credibile alternativa. Un’altra questione importante riguarda l’eventualità che lo stesso movimento possa stabilire con chiarezza, magari attraverso la scrittura di uno statuto o di un documento comune, quali sono le attitudini ma anche le caratteristiche indispensabili perché una squadra di calcio popolare possa considerarsi tale (su questioni come antifascismo e antirazzismo, accessibilità allo sport per tutti, tesseramenti e azionariato popolare, presenza di sponsor – di che genere, di quale “provenienza” e portata economica –, rapporti con le istituzioni per la concessione dei campi di gioco, necessità di costruire un percorso comune e nazionale di “scuole di calcio popolare” ecc.). Una eventualità che altri soggetti che fanno parte del movimento considerano meno opportuna, ma sulla quale è comunque importante discutere per evitare che chiunque, su basi assolutamente soggettive, possa dall’oggi al domani – considerando la crescita esponenziale registrata in questi anni – accreditarsi come parte di un movimento che ha delle idee fondamentali condivise, ma non sempre delle pratiche condivisibili.
In questi mesi, seppur a intermittenza, in maniera informale e compatibilmente con il percorso di gestione delle singole squadre, con i soggetti facenti parte del Coordinamento abbiamo continuato a parlare, per cercare di trovare una quadra alla questione. È quello che adesso sentiamo necessario fare anche con quelle squadre che percorrono il nostro stesso cammino a tanti chilometri di distanza, con le quali ci siamo confrontati tante volte in giro per l’Italia, con scambi di idee e vedute proficue, ma senza riuscire mai a gettare delle basi concrete per ciò che sarà domani.
È per questo che abbiamo deciso di fare a tutte le realtà di sport popolare di Italia una proposta: l’organizzazione di una assemblea nazionale nel mese di settembre, a Napoli, in concomitanza del nostro compleanno, che a differenza però degli incontri che l’hanno preceduta si dia un obiettivo concreto, ovvero la creazione di una serie di appuntamenti che possano essere il primo embrionale passo per l’organizzazione – lo ripetiamo, soltanto quando ce ne saranno le condizioni – di una Lega alternativa di Calcio popolare. Quello che pensiamo, infatti, è che le condizioni di cui sopra (organizzative, economiche e di visibilità) necessarie al concretizzarsi di questa idea, siano lunghe e difficili da costruire, e che per realizzarle – a ormai oltre dieci anni dalla nascita del movimento – sia indispensabile cominciare a mettersi all’opera concretamente nonché immediatamente. Questa assemblea nazionale, in ogni caso, (o almeno la modalità con cui noi la immaginiamo) lungi dall’essere un passaggio meramente logistico atto a gettare le basi per la futura Lega, potrà essere occasione fondamentale per capire se e come tutti condividiamo la stessa idea di calcio popolare; se e come, tutti, ancor oggi (tanto più con l’arrivare, tra grandi gioie e soddisfazioni, dei primi rilevanti risultati sportivi) manteniamo la stessa concezione di ciò che è “sport popolare”; se e come eventuali divergenze da questo punto di vista siano conciliabili con la costruzione di una piattaforma (un campionato, un torneo, una lega) capace, da qui a qualche anno, di sostituire, senza tuttavia confinarsi a esperienza di nicchia, la partecipazione ai campionati della Figc.
In sostanza l’invito è rivolto a tutti quelli che in questi anni hanno lavorato per la costruzione di uno sport diverso, a tutti i livelli, indipendentemente dalla provenienza e dalla categoria. Per provare a dare una svolta a un cammino che finora ha raggiunto dei risultati inimmaginabili fino a qualche anno fa, ma che forse oggi, proprio per questo, ha il dovere di puntare ancora e sempre più in alto.