I gruppi ultras, nell’epoca attuale, si caratterizzano molte volte per un loro coro ad hoc. Pochi giorni fa un importante gruppo della curva sud romanista, i Fedayn, dopo un vile attacco subito allo stadio Olimpico lo scorso 4 febbraio da un gruppo di paramilitari serbi, ha visto bruciare il suo striscione nello stadio della Stella Rossa di Belgrado, nel corso del match tra i padroni di casa e il Cukaricki.
Questo importante gruppo ultras, nato il 12 marzo 1972, aveva un coro specifico che lo caratterizzava. Il coro del gruppo ultras in questione, che aveva la sua base nel quartiere capitolino del Quadraro, veniva cantato all’inizio di ogni match della squadra giallorossa. Esso si rifaceva a un vecchio canto anticlericale, conosciuto tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, e aveva il titolo “Quanno che more un prete”.
Domenica scorsa, quando i Fedayn si sono ripresentati in curva Sud, nel corso del match tra la Roma e il Verona, per la prima volta dopo l’esposizione della loro pezza nello stadio della capitale serba, il settore più caldo del tifo romanista (seguito dall’intero stadio interamente sold-out) ha cantato, più e più volte nel corso della partita, il coro simbolo dei ragazzi del Quadraro per render loro omaggio.
Ma i cori ad hoc li hanno scelti anche altri importanti gruppi ultras, sia italiani che europei. Un esempio che possiamo fare, da questo punto di vista, ci porta direttamente nella cittadina francese di Marsiglia, precisamente nella curva sud Chevalier Rose del mitico Stade Vélodrome: l’impianto dove gioca le sue partite casalinghe l’Olympique de Marseille.
Questo settore è occupato dal più importante gruppo ultras della squadra locale: l’Ultra Commando ‘84 (conosciuto anche come il CU84). Il CU84, nel corso delle partite dell’OM in casa e in trasferta, intonano un famoso coro intitolato “Aux armes” (“Alle armi” in francese).
Questo canto ha un testo molto bello che riportiamo di seguito con la traduzione italiana: “Aux Armes, aux Armes. Aux Armes, aux Armes. Nous sommes les marseillais. Nous sommes les marseillais. Et nous allons gagner. Et nous allons gagner. Allez l’OM, allez l’OM. Allez l’OM, allez l’OM, hohohohohhohohohohohhoho”. (“Alle armi, alle Armi. Alle Armi, alle Armi. Noi siamo marsigliesi. Noi siamo marsigliesi. E vinceremo. E vinceremo. Ale OM, ale OM. Ale OM, ale OM, ohohohohohohohohohohohoho”).
Esso si rifà niente di meno che alla Marsigliese, la canzone simbolo della Rivoluzione Francese del 1789 che, di seguito, divenne l’inno nazionale del paese d’oltralpe.
Ma la scelta di farlo diventare un famoso coro di uno dei più importanti gruppi ultras dell’intera Francia, in realtà, ha tutt’altra origine. Un canto simile, infatti, era già usato dalla curva sud del Milan negli anni ’90 del XX secolo.
E visto che il movimento ultras a livello europeo nacque, nel corso degli anni ’50/’60, soprattutto in molte curve degli stadi italiani, il Belpaese è stato preso più e più volte a modello in questo determinato ambito.
La curva meneghina, a sua volta, aveva preso spunto da una canzone fascista, conosciuta negli anni ’40, dal titolo “All’armi siam fascisti”. Tale coro, nell’incipit recitava: “Ciao! Ciao! All’armi siam fascisti terror dei comunisti”.
Questa origine, all’inizio, non era affatto ben vista a Marsiglia che da sempre ha, e non perde occasione di metterlo in mostra, idee politiche di estrema sinistra. Al contempo, però, come affermato da alcuni esponenti dello stesso CU84, ciò che ha colpito loro è stata “la potenza di questa canzone”.
E così, dopo alcune modifiche importanti del testo, il coro è diventato uno dei più cantati e caratterizzanti della curva sud del Velodrome. Una potenza che ha colpito anche un’altra famosa squadra di sinistra molto conosciuta a livello continentale per gli ideali che porta avanti: il FC St Pauli di Amburgo.
Anche all’interno del mitico stadio Millentor vi è infatti un gruppo ultras importante e attivo conosciuto con il nome di Ultras Sainkt Pauli (o USP). Questo gruppo, manco a dirlo, ha un forte legame con la CU84 ma la scoperta, e l’adozione, di un coro come “Aux Armes” viene in realtà da un’altra importante città d’oltralpe: Bordeaux.
Non abbiano detto infatti che una canzone del genere, proprio perché si rifà all’inno nazionale francese, è stato adottato da molte curve degli stadi d’oltralpe e non solo da quella marsigliese.
Proprio a Bordeaux, nel 1996, alcuni futuri ultras della squadra dell’ex città capitale della Lega Anseatica si recarono per assistere a una partita della sezione under 16 della loro polisportiva bianco-marrone. Rimasero talmente colpiti dal coro cantato che decisero di adottarlo pure loro per incitare i pirati di Amburgo all’inizio di tutti i match disputati da questi ultimi. Il testo dei supporter teutonici recita così: “Aux Arms. Aux Arms. Nous sommes Saint Pauli. Et nous alons garnier. Alleez marrone e bianco”
La canzone “Aux Armes”, data la sua origine e il suo forte valore simbolico, è stata fatta propria anche da esponenti dell’estrema destra francese. Nel marzo 2022, ad esempio, il politico Éric Zemmour la fece ascoltare ai suoi sostenitori nel corso di un evento tenutosi nel pieno centro di Parigi, non lontano dalla Torre Eiffel.
Il testo della canzone in questione, anche in questo caso, venne modificato a favore dello stesso Zemmour. A supporto di questo cambio fu il deputato del Front National, originario di Marsiglia, Stéphane Ravier.
Un po’ meno felici furono i sostenitori dell’OM, scandalizzati dal fatto che il loro inno fosse utilizzato dal clan Zemmour, che ovviamente non era il loro candidato favorito. A tal proposito gli ultras del settore più caldo del Velodrome non restarono in silenzio e fecero trasparire tutto il loro disappunto su questa presa di posizione.
Sono due i punti che vennero messi più in chiaro dai supporter dell’OM. Ci stava infatti chi ricordava, a Zemmour, che il testo in questione “appartiene solo ai tifosi dell’Olympique de Marseille di tutti i ceti sociali” e che “appropriarsene nel bel mezzo di un discorso politico è molto malsano, irrispettoso e soprattutto poco giudizioso”.
Ma anche il fatto che un coro del genere sia stato cantato a Parigi, città con cui Marsiglia non è mai stata in buoni rapporti sotto vari punti di vista, non ha lasciato indifferenti gli ultras del Velodrome. Ma questa, come si dice, è tutta un’altra storia.
Roberto Consiglio