Il 12 e 13 febbraio scorsi, nelle regioni di Lazio e Lombardia, si è votato per il rinnovo dei rispettivi consigli regionali. Alla fine si sono rispettate le previsioni della vigilia che prevedevano, in entrambi i casi, una vittoria netta e schiacciante da parte dei candidati di centrodestra.
Questa tornata elettorale, però, è passata alla storia per il più alto indice di astensionismo mai registrato in Italia da quando è stata fondata la Repubblica. Se in Lombardia si è recato alle urne appena il 41% degli aventi diritto, nel Lazio è andata ancora peggio.
Nella regione di Roma ci si è infatti fermati a un misero 37%, con il 33% dell’affluenza registrato nella Capitale. In pratica, un solo romano su tre all’incirca si è recato alle urne.
Se poi vediamo la distribuzione dei voti all’interno del GRA vediamo una differenza ancora più netta tra la zona centrale e la periferia dell’Urbe. Nella prima l’affluenza non è del tutto crollata mentre in periferia il distacco dal panorama politico nostrano è stato a 360° e le urne sono rimaste, in alcune zone, letteralmente vuote.
Tutto questo nonostante le parole dei candidati che, ancora una volta, hanno detto che la politica deve “tornare nelle strade” e “avvicinarsi alle periferie dove la gente ha maggior bisogno di aiuto da parte del mondo istituzionale”. Ma dalle parole bisogna passare ai fatti e, in questo caso, la distanza tra istituzioni e gente comune è davvero abissale.
Sono molti gli esempi, sul territorio romano, che ci portano a capire come, nel corso del tempo, sia sempre più aumentata la distanza tra coloro che siedono tra i banchi di Montecitorio e i cittadini. Una di queste ci porta sulla via Prenestina, precisamente all’altezza dei quartieri Prenestino e Pigneto. Da alcuni anni, in questo quadrante di Roma est, sorge un laghetto naturale nell’area dell’Ex Snia Viscosa.
Qui nel 1992 ci si voleva costruire l’ennesimo centro commerciale. Durante i primi lavori, però, venne un laghetto naturale: una vera e propria oasi nel deserto in una delle zone con la maggior quantità di cemento e traffico di tutta la Città Eterna.
Da allora, numerosi attori di quartiere e non, anche molto diversi tra loro per la storia che portavano avanti, hanno cominciato una vera e propria battaglia per impedire che lo specchio d’acqua venisse cancellato dalla colata di cemento.
Tra i vari protagonisti della lotta per la salvaguardia del lago naturale, dal 1997, vi è anche una polisportiva legato al mondo dello sport popolare: la Lokomotiv Prenestino. Essa nasce, come ci spiegano gli stessi suoi atleti durante un’intervista che ci hanno gentilmente concesso, con l’intento di intervenire socialmente sul territorio tramite la pratica sportiva.
La Lokomotiv inizia la sua avventura ispirandosi a vari modelli già esistenti: le numerose palestre popolari che, proprio in quel periodo, cominciavano a essere fondate un po’ in tutta Italia ma anche i vecchi presidi sociali che, fino agli anni ’80, permettevano a moltissimi abitanti delle periferie romane di praticare sport a prezzi accessibili.
In questo modo, non concependo lo sport come pratica di mero guadagno, è dovuto passare un po’ di tempo prima che si trovasse un posto dove allenarsi, per darsi una vera e propria organizzazione interna adeguata e per focalizzarsi su degli obiettivi specifici.
Ma perché si è optato per una nuova polisportiva e non si è deciso di dar vita a una squadra in uno specifico ambito sportivo? La risposta, dalla Lokomotiv, è che così facendo si è provato, riuscendoci, a far convergere nel progetto il maggior numero di persone possibili.
All’inizio si voleva, in particolare, dar voce alle numerose minoranze emarginate. Col passare del tempo si è, inoltre, provato pure a far incontrare i tanti rivoli del tessuto sociale che avevano trovato una base di appoggio e aggregazione all’interno dell’area dell’Ex Snia.
Seguendo questa logica come primo evento, da parte della polisportiva, venne organizzata una maratona a cui parteciparono atleti di diverse culture, anche molto distanti tra loro.
Contemporaneamente si diede il via ai primi corsi che si incentravano su due sole discipline sportive: la boxe e l’arrampicata. Tali pratiche sportive, ancora oggi, sono due pilastri della Lokomotiv Prenestino.
Poco tempo dopo, purtroppo, arrivarono anche i primi problemi da affrontare dalla polisportiva. In primis vi era l’abuso di sostanze stupefacenti, tra cui anche l’eroina, tra coloro che frequentavano la zona dell’Ex Snia.
Per contrastare questo fenomeno, una volta cacciati gli spacciatori dalla zona, si cercò di dare una qualche alternativa a coloro che consumavano le sostanze stupefacenti, ampliando ulteriormente l’offerta sportiva che la Lokomotiv proponeva e attrezzando nuovi spazi per farli diventare luoghi in cui praticare sport: ad esempio venne inaugurata la palestra dedicata al compagno Dario Simonetti. In questo modo, ci spiegano gli atleti, si è tentato di portare avanti, in maniera ancora più decisa rispetto ai primi tempi, il concetto di aggregazione sociale tramite l’attività fisica.
Ad oggi la Lokomotiv Prenestino sembra aver raggiunto il suo scopo. Sono infatti numerosi gli atleti iscritti alle sue varie sezioni sportive che praticano numerose e diverse attività all’interno del centro sociale. Questo insegnamento si base su alcuni valori come antifascismo, antirazzismo e antisessismo.
La stessa polisportiva, inoltre, si è schierata in prima fila in una nuova battaglia che vede le istituzioni fare tutto il possibile per mettersi contro quelli stessi cittadini a cui, ogni volta che si avvicina una tornata elettorale, vanno a chiedere i voti per essere eletti.
Come ci spiegano i ragazzi della Lokomotiv, infatti: “la Regione Lazio nel 2020, con un decreto firmato dall’allora presidente Nicola Zingaretti, aveva assunto un preciso impegno”.
Tale patto, nello specifico, si basava su un punto fondamentale: vale a dire quello di “porre delle tutele su tutta l’area del lago per evitare ulteriori devastazioni di habitat naturali e colate di cemento”.
Queste promesse purtroppo sono rimaste tali e sulla carta, visto che non è stato fatto assolutamente nulla dal punto di vista amministrativo. Contemporaneamente, inoltre, è addirittura peggiorata la situazione del lago visto che “il Comune di Roma firmava un permesso di costruire, su una superficie di 40.000 metri quadrati, per quasi 300.000 metri cubi di cemento a pochi centimetri dal lago mettendo al rischio il suo stesso futuro”.
Per cercare di fermare questo ennesimo scempio del lago naturale la Lokomotiv, dal 2011, è diventata una delle protagoniste principali del Forum Territoriale Permanente Parco delle Energie. Tale forum basa la sua lotta su azioni e iniziative di mobilitazione oltre che partecipando, in maniera attiva, a ogni singola azione in programma.
Ma perché una rappresentante del cosiddetto sport popolare si interessa così tanto di una tematica ecologista come questa? Come ci spiega la stessa Lokomotiv “prendersi cura del proprio corpo e del proprio benessere non può prescindere dall’ambiente in cui viviamo”.
“Il quartiere Prenestino-Pigneto è uno dei più densamente abitati e inquinati di Roma, dove la mancanza di spazi verdi per la socialità, e per poter praticare sport, è uno dei bisogni più forti e sentiti da tutti noi” continuano gli atleti della Lokomotiv che, a conclusione della nostra chiacchierata, lanciano un vero e proprio appello politico al Comune di Roma per la sopravvivenza del lago naturale nell’area dell’Ex Snia Viscosa. Al Campidoglio si deve “sospendere il permesso di costruire rilasciato, approvare una variante urbanistica che confermi la destinazione pubblica a verde e servizi e avviare le procedure dell’esproprio”.
Roberto Consiglio