Il 14 luglio 1789, con la presa della Bastiglia a Parigi da parte della popolazione, iniziava ufficialmente quell’evento passato alla storia come Rivoluzione Francese. Un fatto che cambiò radicalmente la storia dell’intera umanità visto che, per la prima volta, ci si ribellava al potere assoluto di un re.
Questo senso di diritti e libertà ha, da allora, caratterizzato in numerose occasioni il popolo della terra d’Oltralpe che, al minimo tentativo di cambiamento di alcuni dei suoi diritti fondamentali, scende in piazza per protestare e far sentire la propria voce. In queste ultime settimane, non a caso, la Francia è attraversata da una serie di manifestazioni per un cambiamento molto importante nei diritti dei lavoratori locali.
L’attuale presidente della repubblica francese, Emmanuel Jean-Michel Frédéric Macron, ha infatti attuato una riforma delle pensioni. Con questa riforma l’età pensionabile si alza dai 62 anni attuali di media ai 64 e, soprattutto, colpisce le fasce più deboli della popolazione che, la maggior parte delle volte, sono costrette a fare i lavori più usuranti (ad esempio coloro che puliscono le fogne cittadine della capitale Parigi).
Appena proposta la legge sono cominciate, guarda caso, numerose e violente manifestazioni di protesta nelle principali città d’Oltralpe. Parigi, Marsiglia, Nantes, Tolosa, Rennes sono solo alcuni nomi che si possono fare in questo ambito.
Macron, non contento della frittata che aveva fatto, e non volendo passare per il Parlamento nazionale dove il suo partito non ha la maggioranza, ha scelto un sotterfugio per far passare questa contestatissima riforma. L’inquilino dell’Eliseo, infatti, ha optato per l’applicazione del comma 3 dell’articolo 49 della Costituzione francese.
Con tale comma, che è stato usato solo in rarissimi casi nel corso della storia, questa riforma è stata approvata senza dover ottenere la fiducia del Parlamento nazionale. Applicando tale norma, infatti, è bastato il solo voto del Consiglio dei Ministri dove il presidente della Repubblica francese non ha avuto problemi a ottenere la maggioranza.
Questa decisione ha fatto alzare ancora di più il livello della tensione e ha esteso la protesta anche in ambiti molto diversi tra loro. Uno di questi ambiti in cui si è deciso di prendere una chiara presa di posizione è stato quello calcistico.
Nel corso degli ultimi weekend del campionato di calcio, non a caso, ci sono state molteplici iniziative di sostegno verso i manifestanti scesi in piazza per fare sentire la loro voce di dissenso contro questa contestatissima riforma. Le iniziative hanno riguardato un po’ tutte le categorie del campionato francese, da quelle più blasonate come la Ligue 2 (che equivale alla nostra serie B) fino ai campionati dilettantistici e di eccellenza.
A Grenoble, ad esempio, i supporter della squadra locale, militante nella sovra-citata Ligue 2, hanno esposto uno striscione sulla Tribuna Ouest del loro impianto, lo Stade des Alpes, che cosi recitava: “Honneur a ceux qui luttent, non a la reforme des retraites” (la cui traduzione in italiano è la seguente: “Onore a chi lotta, no alla riforma delle pensioni”).
Altri supporti ai manifestanti in piazza sono arrivati dai tifosi dell’Amiens, della Red Star Paris e del MFC 1871 (Menilmontant Football Club 1871). Questi ultime due, non a caso, sono due storiche e importanti squadre dell’ambito calcistico popolare della capitale Parigi.
In Francia, però, non è certo la prima volta che alcuni gruppi ultras locali prendono delle posizioni così dichiaratamente politiche. In occasione dell’8 marzo ad esempio, il giorno in cui si festeggia la Festa della Donna, gli ultras dell’Olympique de Marseille hanno voluto omaggiare le proprie tifose con una coreografia “ad hoc” nel corso della partita casalinga contro il Racing Club de Strasbourg Alsace.
Ma la tradizione della presenza femminile, sugli spalti del mitico Velodrome, non è certo una cosa che esiste da poco. Già a fine anni ’80 del XX secolo vi erano infatti molte ragazze all’interno dell’impianto marsigliese.
Questo fatto ha reso la tifoseria della grande città del sud della Francia una delle più evolute e antiche da questo punto di vista. Ricordiamo, infatti, che il movimento ultras d’Oltralpe muove i suoi primi passi ad inizio anni ’80 del ’900.
In un articolo apparso poche settimane fa sul quotidiano “Les Parisien” si cita, in particolare, la figura di Colette Cataldo che oggi ha 83 anni. Questa figura, nel 1992, fu niente meno che la fondatrice del gruppo ultras Dodger’s per supportare i giocatori in maglia bianco-azzurra.
Questo gruppo ultras, al giorno d’oggi, può contare una presenza femminile pari al 20-30% del totale (3000 membri in tutto all’incirca). Adesso, a capo dei Dodger’s, vi è sì il figlio di Colette Christian ma anche la figlia, Corinne, e la nipote, Nais, ricoprono un ruolo di una certa rilevanza.
Secondo gli esperti il ruolo delle figure femminili all’interno del movimento ultras francese è limitato a scopi specifici ma determinanti. Tra questi, ad esempio, possiamo citare la gestione e la manutenzione dell’attrezzatura, la contabilità, l’organizzazione delle trasferte e il cucire le coreografie.
Anche in questo campo, per, non mancano le specificità. Un esempio importante può essere il personaggio di Christine Vallette che è stata la portavoce del CU84, il più importante gruppo ultrà dell’OM. Alla sua scomparsa, avvenuta nel 2015 a soli 43 anni, non a caso le è stato dedicato un vero e proprio memoriale da parte degli ultras bianco-azzurri.
La coreografia esposta in occasione dell’8 marzo è stata realizzata dai tifosi del gruppo del South Winners 87 del Marsiglia. Questo perché, come spiegato da loro stessi, “I responsabili del gruppo no fanno differenze tra ragazzi e ragazze”.
Questa decisione dello striscione è stata presa nonostante su 7000 componenti del South le ragazze siano solo una dozzina. Queste supporter, però, hanno dichiarato che “aver realizzato questa coreografia rappresenta un grosso passo in avanti” visto che “dimostra che i leader si fidano di noi e ci considerano allo stesso livello dei maschi”.
Roberto Consiglio