Quarto, zona Flegrea, periferia nord di Napoli anche se è un comune a sé stante, è una di quelle tante periferie del sud Italia dove lo Stato si manifesta solo quando vuole riscuotere, ma mai per dare qualcosa in termini di servizi. Tranne, ovviamente, polizia e carabinieri a sorvegliare e reprimere. Anche il capitalismo qua non esercita nessuna particolare fantasia: i grandi poli industriali come quelli della vicina Bagnoli sono dismessi, la disoccupazione è tanta, la rendita continua a garantire profitti ai soliti noti, e con ogni probabilità il settore più dinamico dell'economia è quello che fa capo alla criminalità organizzata. Ma è proprio in contesti come questo che a volte nascono progetti che sembrano sogni irrealizzabili e invece diventano solide realtà. Perché ci si organizza da soli, ma si trovano tanti e tante altre che condividono gli stessi bisogni, gli stessi disagi, gli stessi sogni.
Il Quartograd è una delle punte di diamante del calcio popolare italiano, con un'ascesa vertiginosa fino al campionato di Promozione, ma anche con un progetto partecipato, vissuto e sentito come proprio da tutto il paese di Quarto, e non solo dai creatori e dalla loro cerchia di amici e compagni. Sugli spalti infatti troviamo sì qualche decina di sostenitori più “militanti”, con un approccio ultras, ma troviamo anche e soprattutto centinaia di persone dagli 1 ai 90 anni che seguono la partita soffrendo ed esultando per la squadra. Il Quartograd è infatti ormai l'unica squadra di Quarto: quest'estate ha chiuso i battenti la Nuova Quarto Calcio per la Legalità, nata sulle ceneri della vecchia società sciolta per camorra. E “il bello” è che proprio la società anti-camorra è stata attiva boicottatrice del Quartograd, assieme alla precedente giunta comunale, mostrando proprio quella mentalità infame di chi pretende che la criminalità si possa combattere solo “come dico io”, ma che appena vede aggregazione vera e autorganizzazione popolare, la combatte con ogni mezzo. E infatti il Quartograd all'inizio della preparazione ha trovato lo stadio comunale “Giarrusso” completamente saccheggiato: niente acqua, niente luce, niente attrezzature, chi era morto aveva voluto portarsi con sé tutto ciò che era utile a chi continuava a vivere. Ieri per la prima di campionato l'elettricità negli spogliatoi era garantita da un gruppo elettrogeno. E questo è solo uno dei tanti esempi di quali ostacoli si troverà davanti il calcio popolare continuando a crescere. Perché cresce, e fa paura a molti. Anche la troupe dei nostri diretti concorrenti, ovvero la Domenica Sportiva, ha dovuto accorgersene: venuti a Quarto con l'intento buonista di raccontare una squadra-simpatia, si sono sentiti giustamente raccontare cose che di simpatico hanno ben poco, e si sono dovuti rendere conto che il Quartograd può essere simpatico per chi sogna un calcio e un mondo completamente diversi, ma non ha alcuna intenzione di stare simpatico ai padroni del calcio. Ma andiamo a raccontare la partita di ieri.
Nei primi minuti i rossoblu sembrano un po' contratti, forse sentono il peso dell'esordio nella categoria superiore. Dopo una decina di minuti gli ospiti dell'Oratorio Don Guanella, che militano stabilmente in Promozione da anni, passano in vantaggio sfruttando una disattenzione difensiva e superando il portiere con una palombella da posizione molto defilata. Ma questo sembra solo fungere da sveglia per i padroni di casa, e anche per i tifosi, che nel primo tempo assicurano un sostegno piuttosto costante. Il Quartograd aumenta la propria pressione e poco prima della mezzora inizia dieci minuti di fuoco in cui ne segna tre: il sedicenne Baiano colpisce due volte di testa, una in tap-in su respinta corta del portiere, un'altra con una spizzata su un lunghissimo fallo laterale; subito dopo Capuano viene lanciato perfettamente in contropiede, supera con un tocco il portiere uscito ad affrontarlo fuori dall'area, e deposita nella porta vuota. Appena ricominciato il secondo tempo, è ancora il numero 10 Capuano (giocatore davvero sublime, destinato probabilmente a categorie superiori) a chiudere il match con un gran destro dal limite sul palo del portiere. 4-1, un massacro. Da lì in avanti la partita rallenta molto, e anche il tifo si fa meno costante e più goliardico, complice anche il gran caldo.
Da segnalare la coreografia in avvio di secondo tempo, con numerosi fumogeni e lo striscione “Il sogno diventa realtà – nessuno ci fermerà”. Per tutta la partita è inoltre appesa una pezza che chiede la libertà per Davide Rosci, compagno di Teramo ancora in carcere per gli scontri del 15 ottobre 2011 a Roma.
Insomma, l'esordio da neopromossa è un trionfo da tutti i punti di vista, e colpisce molto il fatto che i dirigenti del Quartograd, prima della partita, si dicessero sicuri di questo, dando prova della consapevolezza del fatto che il proprio progetto è davvero solido e credibile, nonostante tutte le difficoltà, e che il gruppo di giocatori è straordinario sia a livello tecnico che di affiatamento.
Mercoledì pomeriggio c'è una trasferta di coppa a Torre Annunziata contro il Savoia, una squadra dal grande passato e soprattutto una tifoseria di tutto rispetto. Insomma, ogni partita è una nuova scoperta, e il Quartograd ha tutta l'aria di voler continuare molto a lungo a fare nuove scoperte.
Matthias Moretti