La parola fine sul lungo ed estenuante campionato di serie B sarà sancita il 19 maggio prossimo.
La fase conclusiva del torneo cadetto sarà importante per molti aspetti. Non soltanto per conoscere, con matematica certezza, le squadre che parteciperanno al prossimo campionato di serie A, ma anche per capire se, nella massima serie, si presenterà o meno un nuovo conflitto d’interessi legato al sistema delle multiproprietà.
Si ricorderà certamente l’affaire Salernitana e l’affannosa rincorsa al cambio societario che al fotofinish portò Danilo Iervolino alla guida del club campano.
Analoga sorte sarà riservata al Bari (oggi terzo in classifica), qualora dovesse raggiungere la serie A direttamente o attraverso la lotteria dei playoff.
Un destino che, in caso di salto di categoria, vedrà le strade della casata de Laurentiis e del club pugliese separarsi in ossequio del regolamento federale, che prevede l’immediata “dismissione di una delle due società” partecipanti allo stesso campionato. Una storia già vista che lascia in apprensione i tifosi biancorossi e potrebbe rendere agrodolce la vittoria del torneo.
Di tutt’altro stato d’animo appare la proprietà, che ha espresso parole rassicuranti:
“Se il Bari dovesse essere promosso in Serie A lo cederemo a qualcuno che ci darà garanzie. Non lo lasceremmo in mani sbagliate”. È quanto ha dichiarato Luigi De Laurentiis con un’analisi lucida che lascia ampi margini per una pianificazione futura.
È del luglio scorso, infatti, la decisione di prolungare alla stagione 2028/2029 l’obbligo sancito dalla norma transitoria dell’art 16 del NOIF di cedere una delle società non oltre 5 giorni prima del termine per il deposito dell’iscrizione al campionato professionistico (regola che non trova applicazione qualora i due club si trovino a competere nel medesimo campionato). Il rinvio ha così consentito alla proprietà una boccata di ossigeno nella programmazione della cessione, mettendo la parola fine, tra l’altro, anche a un contenzioso tra la famiglia De Laurentiis e la Federcalcio.
La pax legale è stata accolta con note di giubilo da ambo le parti: per il numero uno di Napoli e Bari, in un comunicato congiunto assieme al figlio, la decisione è stata definita: “un atto di buon senso che dà respiro a chi in questi anni ha creduto nel rilancio del calcio investendo ingenti risorse economiche”; e contraccambiata dallo stesso presidente Gravina che ha ritenuto “etico andare incontro alle esigenze di imprenditori che hanno fatto dei sacrifici, portando delle realtà territoriali da un campionato dilettantistico ai vertici del calcio professionistico”.
Insomma, appare evidente che sul Bari non penda alcuna spada di Damocle imminente. Anche se quest’anno dovesse sfumare l’obiettivo promozione, alla guida continuerebbe ancora ad esserci una proprietà solida che garantirà un futuro roseo e solido ai biancorossi.
Quanto alle multiproprietà, bisognerà attendere ancora qualche anno per vedere applicata (forse) definitivamente la norma che le vieterà nel calcio italiano. Poi rimarranno soltanto un ricordo. Ma i danni, quelli che hanno generato, quelli non si dimenticheranno facilmente!
Pierluigi Biondo