Domenica 28 maggio 2023 è stata una data importante per il Salento calcistico. La squadra giallorossa allenata da Marco Baroni riusciva infatti a conquistare un’agognata salvezza nella massima calcistica italiana dopo una vittoria al cardiopalma, ottenuta grazie a un rigore siglato dall’attaccante Lorenzo Colombo al 101’ del secondo del match contro il Monza.
Sabato prossimo, 17 giugno 2023, nella stessa zona dell’estrema Italia sud-orientale si raggiungerà un altro importante traguardo riguardante il mondo del pallone locale. Lo Spartak Lecce, la squadra di calcio popolare più famosa e conosciuta della penisola salentina, festeggerà infatti il decimo anniversario della sua fondazione.
Lo Spartak è in realtà stata fondato, nel 2011, dalla realtà di “Calcio senza confini”: uno storico torneo antirazzista, che si svolgeva proprio nel capoluogo salentino, e che includeva moltissime realtà del mondo della militanza locale. Tra queste possiamo citare collettivi studenteschi, associazioni e comunità di extracomunitari.
Come si legge su un post pubblicato sulla pagina ufficiale dello Spartak si è rimandata la festa in ricordo di questo importante anniversario, che si sarebbe dovuta svolgere nel 2021, “a causa di varie vicissitudini legate al post pandemia e a difficoltà di programmazione al livello interno. Non è un caso, tra l’altro, che questi festeggiamenti avvengano nello stesso periodo in cui è ripreso Calcio Senza Confini”.
Pochi giorni fa abbiamo avuto il piacere di intervistare gli stessi compagni calcistici salentini e farci una chiacchierata insieme in vista di questo importante appuntamento.
Un decennale, quello della squadra di calcio popolare salentina, che ha attraversato sia momenti difficili ma anche molto belli ed emozionanti. Come ci spiegano gli stessi atleti dello Spartak “il momento più bello a livello calcistico è stato la promozione dalla terza alla seconda categoria al termine della stagione calcistica 2014/2015. Il momento più bello legato al progetto sportivo e sociale è stato la fondazione della scuola calcio a settembre 2022”.
La fase più critica, invece, è inevitabilmente legata al periodo della pandemia da coronavirus: una situazione che, sotto molti punti di vista, ha messo a dura prova la stessa sopravvivenza dell’intero mondo del calcio popolare a livello nazionale.
Per quanto riguarda lo Spartak, i problemi hanno riguardato l’ambito dell’aggregazione in generale, non solamente quella calcistica, che hanno messo in dubbio la stessa sopravvivenza della squadra salentina. Questo momento buio, però, è stato superato grazie alla socialità che ha fatto riunire tutte le forze disponibili grazie alle quali, il team, si è rialzato alla grande.
È proprio un caso che questa festa del decennale si svolga nell’anno della agognata salvezza nella massima serie del campionato italiano del Lecce?
Secondo i ragazzi dello Spartak no visto che il loro legame con i ragazzi di mister Baroni è descritto come indissolubile. Tutto questo viene messo ben in risalto sulla tenuta da gioco perché “all’interno dello stemma dello Spartak, nonostante in principio scegliemmo il bianco e il verde come colori sociali, abbiamo inserito il bordino circolare giallorosso proprio per rimarcare la nostra appartenenza. Siamo tutti tifosi del Lecce e una buona parte di noi – dirigenza, tifosi e giocatori – siamo anche frequentatori dello stadio e parte attiva nel tifo”.
Nonostante ciò ci sono state, anche nel Salento, differenze tra il mondo locale del calcio popolare e quello del cosiddetto mondo del pallone mainstream. Come spiegano i ragazzi dello Spartak, infatti, “quando abbiamo ottenuto il nostro più grande risultato sportivo (la promozione di cui parlavamo in precedenza), il Lecce affrontava una delle sue crisi più acute, nel pieno del settennio di militanza in Lega Pro; quando il Lecce ha ottenuto la doppia promozione, arrivando in due anni dalla Serie C in Serie A, lo Spartak attraversava uno dei suoi periodi più bui. Quest’anno per la prima volta ci troviamo a festeggiare insieme.
Lo Spartak non può vantare grossi meriti sul campo, ma sta portando al termine come progetto un’annata entusiasmante: dopo aver ottenuto un campo nel quartiere 167 a Lecce (contesto sociale molto fertile per un progetto come il nostro), abbiamo iniziato l’avventura della scuola calcio maschile e femminile, arrivando a superare il traguardo dei cento tesserati aggregando tantissime famiglie. Speriamo di aver inaugurato una lunga stagione di festeggiamenti su entrambi i fronti”.
Allargando un po’ lo sguardo abbiamo chiesto ai compagni salentini come e quanto si sia sviluppato il mondo del calcio popolare, a livello nazionale in questo decennale. Lo Spartak Lecce è uno dei capofila in questo ambito visto che, come ribadito, la loro storia “ebbe inizio agli albori del fenomeno del calcio popolare in Italia”.
Nel corso di tale lasso di tempo, continuano i ragazzi, “anche grazie ai primi esperimenti, questo movimento si è sempre di più ampliato e diffuso. Ormai dopo un po’ di anni si può parlare di una realtà vera e propria; esistono esempi estremamente virtuosi, così come altri un po’ più discussi”. Ma anche il futuro riserverà qualche sorpresa e allora si aspettano “i risvolti futuri, ma nel frattempo lo sviluppo del calcio popolare è stato notevole e molto interessante”.
Nell’ultimo anno, vista la vittoria dello scudetto da parte del Napoli, si è assottigliato anche quel divario che vi era dal punto di vista calcistico, ma non solo, tra il Nord e il Sud del Belpaese. Visto che questa differenza riguarda essenzialmente la storia politica e sociale dell’Italia “anche nel calcio popolare si è vista un po’ di differenza tra le realtà del settentrione rispetto a quelle del meridione”.
Gli atleti dello Spartak Lecce, però, affermano convinti di non sapere quanto sia importante, in questo ambito, tale distinzione. Tutto ciò gli fa pensare in positivo per il futuro in cui sperano che “il modello calcio popolare diventi capillare e si diffonda sempre di più, a prescindere dalle zone geografiche”.
Concludiamo chiedendo ai compagni della penisola salentina dove si vedono tra 10 anni. La risposta non poteva essere più chiara e per questo faccio copia e incolla: “Dopo essere riusciti a tagliare il traguardo dei dieci anni, la nostra speranza è quella, da un lato, di tornare in FIGC con buoni risultati; dall’altro lato, la nostra più grande ambizione è quella di ingrandire e migliorare sempre di più la nostra scuola calcio, affinché sia un luogo di aggregazione e una scuola di valori per tutte le ragazze e i ragazzi che la frequenteranno”.
Roberto Consiglio