Al Lido Pola, spazio occupato che affaccia sul mare di Bagnoli, si è svolta domenica nel tardo pomeriggio l'assemblea delle squadre di calcio popolare, lanciata dalla Lokomitiv Flegrea in occasione dei festeggiamenti per il suo secondo compleanno. Ma prima di darsi ai festeggiamenti serali, la squadra flegrea ci teneva ad avere un momento di confronto sulla fase attuale del calcio popolare e su alcune possibili proposte per il futuro: all'appello hanno risposto le napoletane Quartograd e Stella Rossa, l'Atletico Brigante, lo Spartak Lecce e la Spartak Lidense di Ostia, neo-iscritta in Terza Categoria. Non è ovviamente semplice riunire in un solo luogo tutte le squadre interessate, viste le distanze geografiche, gli impegni di una stagione ormai già iniziata e quelli della vita personale di ognuno, perché non si parla certo di staff di squadre professionistiche! Nonostante questo la discussione è apparsa piuttosto rappresentativa delle problematiche che riguardano queste realtà e i loro percorsi di crescita.
Dando per assodato che l'organizzazione dal basso, l'azionariato popolare e l'antirazzismo sono aspetti che uniscono tutti, assenti compresi, la questione fondamentale è in che modo produrre dei passi in avanti rispetto a questi presupposti, per far progredire questo modo di fare calcio e continuare a dargli successi e credibilità non solo sul campo, ma anche fuori. I ragazzi della Lokomotiv ci tengono a sottolineare che nel loro orizzonte di idee rimane forte la voglia di creare prima o poi una lega del calcio popolare che si renda del tutto indipendente dalla FIGC, ma al tempo stesso, così come tutti gli altri, sottolineano che una proposta simile non può articolarsi in tempi brevi, per vari motivi. Sicuramente perché alcune squadre stanno raggiungendo risultati importanti nei campionati federali, e non avrebbe senso chiedergli di fare questa sorta di marcia indietro, anche perché è importante dimostrare la forza di queste realtà autorganizzate e farle diventare un esempio per moltissimi altri che “magari il calcio popolare già lo fanno ma non lo sanno”. Un altro motivo rilevante è l'effetto che ciò avrebbe oggi sull'aggregazione, visto che chi gioca a calcio, specie da ragazzino, sogna comunque di giocare nei massimi campionati e affrontare veri campioni; in poche parole, ad oggi risulterebbe una scelta di nicchia, e questa è un'analisi piuttosto unanime. Resta però l'importante tema sollevato dalla proposta della Lokomotiv, perché è evidente a tutti che nella loro ascesa le squadre popolari e le relative tifoserie incontreranno ad un certo punto (forse ancora non si riesce a capire esattamente quale sarà) ostacoli serissimi da parte di quelle istituzioni che tutelano il “calcio moderno”, e allora la domanda se mandare la Federazione a farsi fottere forse tornerà più attuale.
Venendo alle proposte più fattibili a breve, si è sentita una comune esigenza di approfondire la conoscenza reciproca e di elaborare strategie comuni. Esistono già momenti estivi che vanno in questa direzione, come la No Racism Cup, campeggio organizzato in Salento dallo Spartak Lecce, ma si sente da più parti l'intenzione di investire di più su un tipo di iniziativa simile, creando un appuntamento che sia sì di torneo sportivo, ma anche e soprattutto serva a fare assemblee e confronti tra le squadre, o nello specifico tra loro singole componenti (allenatori, preparatori atletici, settore giovanile, gestione finanziaria), perché la varietà dei temi è grande: dalla gestione economica, che salendo di qualche categoria diventa un vero e proprio rebus, come ha raccontato il Quartograd, alla gestione dei giocatori, dalla questione degli sponsor alla voglia di cambiare la mentalità con cui ragazzi e genitori affrontano il gioco del calcio. Questo solo per citare alcuni degli argomenti di cui si potrebbe, e si dovrà, discutere molto a lungo, con il contributo di più realtà possibili, perché il calcio popolare è giovane e in rapida evoluzione, ed è quanto mai necessario che i protagonisti si conoscano, si consiglino a vicenda, prendano esempio gli uni dagli altri e costituiscano sempre di più un punto di riferimento in tutto l'ambito del calcio (per adesso) minore.
Matthias Moretti