Molti ingenui lettori del mio libro Estremi Difensori, magari di quelli meno attenti e politicizzati, richiedono sovente perché in questa serie di portieri che racconto non c’è menzione a Gianluigi Buffon. In realtà c’è ma non una menzione positiva e qui vi spiego il perché. A luglio siamo stati subissati di articoli riportanti l’addio definitivo al calcio giocato di Buffon, a 45 anni dopo una lunga carriera costellata tra l’altro della grande vittoria mondiale del 2006 (so che tutti penserete ora in questo istante alla parata sul colpo di testa di Zidane, per carità bella e importante, ma da portiere vi dico abbastanza facile!).
Noi di Sportpopolare.it ci occupiamo non solo di realtà di sport popolare ma anche di personaggi che nel bene e nel male “bazzichino” quell’immaginario popolare e ribelle e fuori dagli schemi in cui tutta la comunità si riconosce. Ecco Buffon, rappresenta tutto quello che a noi non piace. Fascistoide, privilegiato, asservito, anticonformista da salotto solo nel senso estetico, al netto però di essere stato un meraviglioso e grandissimo portiere. Ma è il Buffon uomo che proprio non ci va giù.
Non nego che vederlo oggi nelle immagini di repertorio di 25 anni fa, fa veramente impressione per la sua capacità di interpretare il ruolo, coraggioso, potente, tecnico allo stesso tempo. Io ne rimasi affascinato e colpito al suo esordio e si era già capito che l’asticella seppur altissima dei portieri anni ’90 in Italia era stata di forza alzata a un livello tale difficile da raggiungere. Sul lato di propensione al ruolo, longevità e sicurezza è sicuramente stato uno dei portieri più forti in Italia. Bado bene a non dire “il più forte della storia” perché mi è totalmente estraneo ragionare per assolutismi; quindi, lasciamo fare a chi commenta i dati statistici e non ha mai varcato una area di rigore dire chi e come è il più forte di tutti i tempi! Ribadisco che per me non è possibile dire chi sia il più forte di tutti i tempi, perché è impossibile misurare la caratura della personalità del portiere che è tutto… ovviamente il discorso vale anche per Yashin e compagnia bella, c’ è un’unica eccezione nello sport in cui si può dire e assolutizzare ed è Diego Armando Maradona. Punto.
Ritornando al nostro eroe Buffon, e del futuro in azzurro che gli si prospetta: c’è una cosa che mi ha fatto male, cioè tutti a incensarlo come il mostro dei portieri italiani e quindi invece che farlo allenare, lo rendiamo un dirigente? Data la sua personalità (scrivono i giornali sportivi mainstream) trasversale sarà coinvolto in progetti della Federcalcio come portatore dei valori della nazionale con bambini e nelle scuole… Cioè a Buffon portatore dei valori della Nazionale? Buffon cribbio!
Vado a elencare almeno dei punti perché Buffon è meglio che si dedichi al campo: ti immagini andare nelle scuole e dire “ragazzi lo studio è importante e viene prima di tutto!” quando si ha una condanna e relativa multa per aver presentato un diploma falso per iscriversi fittiziamente a un’università privata? Ma Buffon quello bocciato tre volte a ragioneria? Lungi da noi criticare i bocciati ma far parlare a scuola Buffon…
Oppure immaginiamoci che Buffon parli di giustizia ai ragazzi?! Mentre diniega un gol regolare di Muntari? Macché dici mai Buffon!
C’è un fatto che a me scuote di più. Non è un fatto di rispetto delle autorità ma tutti ci ricordiamo la squalifica per aver insultato l’arbitro dopo una partita di Champions, reo di aver fischiato un rigore macroscopico al Real e buttato fuori la Juve? Lui si lamentava del suo “cuore di immondizia”, invece è la lagna dei privilegiati, dei protetti, adducendo motivazioni poco sportive, anzi secondo un arcano di buffonesca memoria quel rigore non andava fischiato per un non so che motivo di rispetto dal sapore un po’ mafioso… a Buffon ma che stai a dì! Li ha dimostrato tutto il lignaggio da privilegiato scuola Juve di cui infatti ne è divenuto un fedele servitore, tranne quando gli hanno tagliato lo stipendio!
Se c’è una cosa che ai calciatori è assolutamente vietata e per me anche giustamente è quella di scommettere sulle partite. È ovvio che se così non fosse sarebbe un invito a un illecito facile. Beh il nostro Giggione Nazionale che fa? Si fa un bell’amico che ha una tabaccheria-ricevitoria a Parma e gli invia non so quanti assegni di svariati milaeuro (pare fino a un miliardo e mezzo del vecchio conio) e se poi questa ricevitoria risultasse molto attenzionata ove si vince nel 90% dei casi??? Buffon non si fa!!! Vaglielo a dire un bambino delle elementari!
In ultimissima analisi se non foste già molto destabilizzati da un uomo non proprio integerrimo ci mettiamo un pizzico di politica. Va detto che non si è mai confessato politicamente, ma se almeno tre prove fanno un indizio… Detto, inoltre, che molti dei giovani calciatori anni ’90 per accaparrarsi le simpatie delle curve ne cullavano anche i simbolismi nazi, a volte anche ingenuamente e a volte meno. Di fatto dalla maglia numero 12 passa all’88, ok diciamo che non lo sapeva che significavano “Heil Hitler”, e diciamo che dopo una vittoria si toglie la maglia e vai a un’intervista con la bella scritta “Boia chi molla” ma pure qua non sapeva, come non poteva sapere che durante i festeggiamenti in mondo visione aveva sotto di lui un bello striscione con la scritta “fieri di essere italiani” con una croce celtica, si sa lui non sa mai nulla di quello che fa.
Buffone.
Daniele Poma