La storia del mondo è fatta di anniversari che, per forza di cose, vanno ricordati visto che hanno cambiato la storia di determinati paesi. Questo 20 dicembre 2023, ad esempio, cade un importante anniversario dell’attentato a Madrid in cui perse la vita l’ammiraglio e politico spagnolo Luis Carrero Blanco.
Blanco, che era una delle punte di diamante del governo franschista che aveva preso il potere nell’ottobre 1939 a seguito di un colpo di stato, venne ucciso il 20 dicembre 1973, esattamente 50 anni fa, in un attentato avvenuto nel centro della capitale iberica. La sua macchina venne fatta saltare in aria da una forte carica di dinamite e, per questo motivo, fece un volo di circa 30 metri in aria uccidendo l’esponente del governo franchista sul colpo gli uomini della sua scorta.
A compiere quell’azione, che era stata ribattezzata con il nome di “Operación Ogro” (la cui traduzione in italiano è “Operazione Orco”) furono alcuni esponenti dell’ETA : Euskadi Ta Askatasuna (che in italiano si può tradurre come “Paese basco e libertà”).
Essa fu una vera e propria organizzazione politica che, dal 1958 al 2018, ha lottato per l’indipendenza del territorio basco dalla corona di Madrid. In particolare, a venire accusati di essere i veri e propri esecutori dell’attentato a Carrero, furono alcuni esponenti dell’organizzazione: Iñaki Pérez Beotegui detto “Wilson”, José Miguel Beñarán Ordeñana detto “Argala”, José Ignacio Abaitua Gomeza detto “Marquín”, Javier María Larreategui Cuadra detto “Atxulo” José Antonio Urruticoechea Bengoechea detto “Josu Ternera” e Juan Bautista Eizaguirre Santiesteban detto “Zigor” .
L’attentanto al delfino del Caudillo Franco fu un duro colpo per la dittatura iberica. Carrero, infatti, era stato nominato de facto come il successore dello stesso dittatore che sarebbe morto di lì a pochi mesi, nel novembre 1975. Franco stesso partecipò a fatica ai funerali del suo amato consigliere. Questa fu una delle ultime apparizioni pubbliche del generale salito al potere al termine della guerra civile spagnola.
Tutti coloro che progettarono l’attentato del dicembre 1973 godettero dell’amnistia del 1977 che il neonato governo spagnolo attuò nella transizione che la Spagna intraprese dopo la morte del dittatore. Una transizione che avrebbe portato all’instaurazione di un governo monarchico a Madrid con l’elezione al trono di Juan Carlos I.
L’ETA, con il passare degli anni, ha continuato a portare avanti la sua lotta armata per arrivare a una vera e propria creazione di uno stato basco indipendente. Per questo motivo, tale organizzazione, è stata più volte accusata di terrorismo sia dal governo centrale di Madrid ma anche a livello internazionale.
Tutto ciò è stato usata dall’associazione basca come un motivo per creare un forte senso di appartenenza alla causa basca sotto numerosi punti di vista che riguardavano vari ambiti della vita quotidiana. Tra questi non poteva di certo mancare quello sportivo dove le due più importanti squadre della regione l’Athletic Bilbao e la Real Sociedad di Donostia, diventarono delle punte di diamante per portare avanti la richiesta di indipendenza sui campi di calcio.
Questa forte presa di posizione ha causato, soprattutto ai gruppi ultras delle due squadre, diversi problemi con i tifosi di altri team calcistici iberici che, invece, erano a totale favore della centralità della corona iberica.
Domenica scorsa, 17 dicembre 2023, allo stadio Anoeta di San Sebastian, l’impianto casalingo della Real Sociedad, è stata ricordata la figura di Aitor Zabaleta a 25 anni dal suo assassinio. Era infatti l’8 dicembre del 1998 quando, il giovane sostenitore dell’Erreala (uno dei nomi con cui è conosciuta tuttora la Real Sociedad) veniva ucciso da un tifoso neo-nazista dell’Atletico Madrid.
L’aggressione, che portò alla morte del supporter basco in trasferta, avvenne nelle vicinanze dello stadio Vincente Calderon, il vecchio impianto in cui giocava la seconda squadra di Madrid prima di trasferirsi al Wanda Metropolitano. Il supporter basco, che all’epoca dei fatti aveva appena 28 anni, si era recato in un pub che era nel territorio controllato dal gruppo Bastion del Fronte Atletico: il più importante gruppo ultras della squadra madrilena con chiare ed evidenti simpatie di estrema destra.
Zabaleta, anche se non portava alcuna sciarpa o simbolo della Real Sociedad, venne riconosciuto dai tifosi madrileni come avversario. Ad aggredirlo, con un colpo di coltello al cuore, fu il neo-nazista Ricardo Guerra assieme a un gruppo di tifosi capitolini. Per quell’uccisione Guerra, dopo essere arrestato poco ore dopo i fatti, venne condannato nel 2000 a ben 17 anni di reclusione.
I giudici hanno emesso una condanna così pesante perché, come scritto nella sentenza, “la coltellata è stata inferta all’improvviso, in modo sorprendente e inaspettato, il che ha impedito alla vittima ogni possibilità di difesa”.
Ciò ha comportato l’applicazione dell’aggravante del tradimento. Purtroppo ciò che non è stato possibile dimostrare è stato che si è trattato di un vero e proprio agguato di un gruppo contro un singolo.
Nel corso di questo quarto di secolo gli ultras dell’Atletico Madrid non hanno perso occasione nel fare cori beceri contro la figura di Zabaleta. Gli ultras della Real Sociedad, invece, hanno sempre ricordato in maniera toccante il loro ultras.
Ultimo ricordo è avvenuto appunto il 17 dicembre scorso quando, dal settore più caldo dell’impianto dell’Anoeta è stato fatto srotolare una immensa coreografia con la faccia dello stesso Zabaleta e con la scritta “Zu Garbe Zurekin” (che in italiano può essere tradotta con “Senza di te, con te”). Inoltre i giocatori della Real, al loro ingresso in campo, hanno indossato tutti la maglia numero 25 con il cognome del giovane ultras assassinato.
Una di quelle storie che, ancora una volta, ci fa capire che il mondo del pallone non è un semplice ambito di divertimento come pensano molti ma che rappresenta un qualcosa di molto più complesso. Basta solo volerlo e non fermarsi alle semplici apparenze.
Roberto Consiglio