Quando si pensa al 1984 a molti viene in mente, giustamente, una delle più importanti opere letterarie di George Orwell. Da un punto di vista storico parliamo quasi di un’altra era geologica in cui il mondo era ancora diviso in blocchi in lotta tra loro, mancava qualche anno alla caduta del Muro di Berlino e non si parlava di una minaccia terroristica a livello globale.
Il 1984, da un punto di vista sportivo, è l’anno in cui l’Athletic Club, dai più conosciuto come Athletic Bilbao, vinceva il suo ottavo titolo in Liga spagnola e la sua ventitreesima Copa del Rey (la più importante coppa calcistica della penisola iberica). Questo grazie alla presenza nella squadra di giocatori che hanno fatto la storia dell’Athletic stesso: dal portiere Andoni Zubizarreta Urreta fino al difensore Andoni Goikoetxea Olaskoaga passando per l’attaccante Manuel Sarabia López.
Da allora è cominciata una lunga fase di astinenza da successi del team calcistico basco.
Questa assenza di trofei è stata una vera e propria maledizione per i rossobianchi bilbaini. Sono state infatti ben 6 le finali di coppa nazionale perse dalla squadra di Bilbao in questi 40 anni.
Alcune di queste sconfitte sono state particolarmente difficili da digerire per i supporter biancorossi. L’esempio più vicino resta quello legato alla finale del 2020 (giocatasi però nel 2021 a causa della pandemia da Covid-19), persa 1-0 contro i rivali storici della Real Sociedad.
La serata di sabato scorso, 6 aprile 2024, ha però interrotto questa condanna calcistica. L’Athletic Bilbao infatti si è laureato campione nella Copa del Rey per la ventiquattresima volta nella sua storia.
I biancorossi dell’Euskal Herria (la traduzione in lingua basca di Paesi Baschi, ndr) hanno battuto la Real Club Deportivo Mallorca, nella finale giocatasi allo stadio de la Cartuja di Siviglia, per 4-2 ai rigori. I tempi regolamentari e i supplementari si erano chiusi con il risultato di 1-1.
La partita è stata molto combattuta e sofferta e sono state numerose le occasioni create ma non sfruttate da parte dei ragazzi del tecnico Ernesto Valverde Tejedor. Tra un gol annullato per un fuorigioco millimetrico a Nico Williams e alcune palle non entrate di pochi cm, sembrava che la maledizione delle finali dopo il Benfica avesse trovato una sua nuova vittima.
Alla fine però, ai penalty, è risultato decisivo l’errore del centrocampista Nemanja Radonjić del Mallorca. Un trionfo, quello del club basco, che come spiegato dallo stesso Valverde nelle interviste post partita “significa tantissimo sia per la squadra che per il club” e che per tale motivo “non posso compararlo con nessun altro vinto in carriera”.
Adesso starà proprio al tecnico affrontare un rito per la città e la squadra ha un importanza speciale: la Gabarra.
Questo è il nome della nave su cui i giocatori dell’Athletic Bilbao festeggiano ufficialmente i trofei vinti. La nave naviga nelle acque del Ría Nervión, il fiume che bagna la città del Guggheneim.
L’evento, a cui prende parte una festante e numerosa folla, ha un significato particolare nella tradizione e nella storia della stessa Euskal Herria. Viene infatti messa in mostra la forte identità e l’orgoglio basco.
In questa connotazione il calcio ha avuto un ruolo fondamentale. Sono infatti molti i giovani che hanno scoperto questa tradizione perché legata al mondo del pallone.
Il forte attaccamento all’Athletic è stato evidente soprattutto dal gran numero di supporter che si sono mossi verso l’Andalucia. In autobus, in treno, in macchina, in pullman, in caravan, in aereo: sono state davvero numerose e in alcuni casi anche bizzarre le modalità con cui circa 70 mila persone, la metà delle quali senza biglietto, hanno attraversato la Spagna.
Facciamo notare che Bilbao e Siviglia si trovano agli esatti opposti della penisola iberica. Per percorrere il percorso dal nord-est a sud-ovest ci si impiegano circa 9 ore e mezza di macchina.
Un vero e proprio esodo che mi ha ricordato, per averlo vissuto in prima persona, quello dei tifosi della Roma in occasione della finale di Europa League contro il Siviglia (ma guarda le coincidenze), giocatasi a Budapest il 31 maggio 2023. Un fiume di gente arrivata in ogni modo possibile solo per sostenere i propri colori.
In quel caso andò male, in questo bene. Quello che conta infatti è che l’Athletic Bilbao può dirsi di nuovo TXAPELDUNAK.
Roberto Consiglio