La storia mondiale ha alcune date che vengono ricordate come fondamentali. Una di queste è il 12 aprile 1961 quando il cosmonauta sovietico Juri Gagarin compì il primo viaggio di un umano nello spazio. Venerdì prossimo, 12 aprile 2024, cadrà il sessantatreesimo anniversario da quella data.
A metà del XIX secolo era in pieno svolgimento quel conflitto passato alla storia con il termine di Guerra Fredda. Le due superpotenze sul campo, USA e URSS, cercavano sistematicamente di prevalere sul nemico sotto numerosi punti di vista.
In quel periodo della disputa ci si confrontava principalmente in quella che veniva definita la “corsa allo spazio”. Numerosi furono infatti i tentativi di Washington e Mosca di conquistare, per la prima volta nella storia dell’umanità, il cosmo celeste mandando in orbita un qualche loro astronauta.
Alle 09:07 ora di Mosca di quella mattina di primavera del 1961, dalla base del cosmodromo di Bajkonur (situata nell’odierno Kazakistan) il sovietico Gagarin, a bordo della navicella Vostok 1, diventò una leggenda vivente in quella che allora era l’Unione Sovietica ma anche in ambito internazionale. Furono numerose le leggende che si dissero da allora su questo figlio di un falegname degli Urali. Soprattutto resta avvolto nel mistero il fatto se abbia mai detto alcune celebri frasi come “Da quassù la Terra è bellissima, senza frontiere né confini”.
Dopo la sua camminata spaziale, Gagarin diventò un simbolo anche nell’ambito del calcio sovietico. Da quando l’URSS è crollata la sua figura è ricordata anche da gruppi ultras del lato occidentale del Muro.
Uno di questi si trova a Terni, e sostiene i ragazzi in casacca rosso-verde allenati da Roberto Breda. Il suo nome, d’altronde, lascia ben pochi dubbi: BRIGATA GAGARIN.
Pochi giorni fa abbiamo avuto il piacere di parlare con Valerio, uno dei tanti giovani ragazzi che ogni weekend va a sostenere la Ternana in casa e in trasferta.
Come ci spiega Valerio stesso, il gruppo è formato da pochi amici ma molto stretti tra loro. Difatti “con Davide e Simone siamo amici e colleghi di vecchia data. Con Lorenzo (il quarto fondatore del gruppo) ci siamo conosciuti subito dopo l’esaltante stagione della promozione in B con mister Lucarelli in panchina”. Egli ci dice inoltre che il fatto di “essere allenati da una leggenda del calcio italiano, di Livorno e di sinistra, ha contribuito a riportare entusiasmo e il calore dei ternani attorno alla squadra”. Oltre i quattro fondatori sono sempre attivi e presenti anche Juri, Alessio, Stefano, Andrea, Giacomo e Mattia.
Anche la data di fondazione della Brigata Gagarin non è casuale: 26 novembre 2022. Quel giorno infatti i ragazzi di Terni, andando in trasferta a Pisa per sostenere i propri colori, fecero una tappa nella città di Livorno e si fermarono al ristorante “La Torteria da Gagarin”.
Questa pausa culinaria, legata al fatto che tutti gli ultras rossoverdi erano a vario titolo di estrazione politica di sinistra e antifascista, fece si che si determinasse una volta per tutte “la volontà di costituire un gruppo autonomo e organizzato in Curva Est (il settore più caldo del tifo dello stadio Liberati di Terni, ndr)”.
Questa idea, fa notare Valerio, “abitava in noi da tempo”. Dopotutto erano tutti giovani cresciuti con il mito dei Freak Brothers: il più importante gruppo ultras che i tifosi della Ternana ricordano.
L’idea della Brigata piacque subito molto nella Curva Est. In poco tempo infatti aumentò il numero dei suoi simpatizzanti, sia ternani ma anche molti esterni.
Ma come mai si è scelto proprio un nome del genere per il neonato gruppo ultras rosso-verde? Valerio spiega che il cosmonauta sovietico “per noi rappresenta l’icona romantica del ‘figlio delle stelle’ protagonista di un episodio importantissimo della Storia dell’Essere Umano che valica il confine territoriale e si proietta verso il progresso, al di fuori della miseria terrestre, con le sue guerre, le prevaricazioni, l’avidità, l’ingiustizia e la discriminazione”. D’altronde, continua il tifoso, “Gagarin, più pragmaticamente, rappresenta il sistema politico Socialista, che, con tutti i difetti e gli errori, rimane l’unico modello politico inclusivo, egualitario e giusto. Infatti solo in un sistema Socialista, un figlio del popolo (padre falegname e madre contadina), sarebbe potuto arrivare a conquistare il cosmo, segnando un passo incredibile per l’Umanità”.
Una figura che non hai mai perso quel suo fascino acquistato quel 12 aprile 1961. Neanche lo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina, nel febbraio 2022, ha cambiato le carte in tavola.
Anche su questo fatto Valerio ha la sua da dire al riguardo. Per l’ultrà rossoverde, scegliere di chiamare un gruppo con un nome di questo peso ha reso possibile “una caratterizzazione politica che, in Italia, è vista positivamente anche dall’area della sinistra democratica e non solo dalla sfera ‘nostalgica’”.
Gagarin è descritto come un personaggio con una “connotazione internazionalista e aggregante”. Nonostante ciò il cosmonauta con la falce e il martello “non è conosciuto dai giovani e non abbiamo ancora compreso cosa se ne pensi all’estero… ma siamo nati da poco quindi ci sarà tempo per farsene un’idea. Abbiamo assunto questa responsabilità e abbiamo cura di presentare e onorare la sua figura storica scindendola dal contesto geopolitico attuale”.
Fuori dai confini cittadini sono state numerose le amicizie strette con altri gruppi di tifoserie: Saint Pauli e Atalanta in primis, ma anche Sampdoria, Livorno, Torino e Marsiglia.
Ciò che conta in questi gemellaggi è la politica del “fare rete” e condividere iniziative sul territorio.
Spiega infatti Valerio che così facendo si prova a “coniugare politica, attivismo, amicizia e tifo si può e si deve. Gli spazi sono sempre più ristretti. Il tempo per l’impegno civile ridotto all’osso. Le persone sono state progressivamente e volutamente isolate in micronuclei autoreferenziali, lasciate alle preoccupazioni di mandare avanti un’esistenza di individualismo ed emarginazione”. I nemici da combattere, invece, non cambiano mai: un neoliberismo spietato, il consumismo alienante, la xenofobia e lo strisciante e “rosicchiante” fascismo di ritorno.
Il sogno sarebbe creare, o (ri)creare come spiega l’ultras ternano, “una rete delle tifoserie e dei gruppi antifascisti e antirazzisti d’Italia, d’Europa e del Mondo che, a partire dal supporto della squadra della propria città,funzioni come innesco di iniziative socio-politiche virtuose”.
Per far ciò, il fatto di trovarsi in un settore come quello della Curva Est, ha un significato simbolico molto forte. Vuol dire, prosegue Valerio, “stare ‘dalla parte giusta’ visto che la curva Est italiana che ha rappresentato un faro nella notte di tutti quei tifosi e Ultras del Belpaese che vedevano nello stadio un megafono per esprimere il proprio disagio e le proprie istanze sociali in un contesto, quello del mondo Ultras, dove l’estrema destra e il qualunquismo imperversava e continua a farlo. Poter sventolare una nostra bandiera in questo luogo magico ci inorgoglisce”.
Questa forte politicizzazione ha creato, non a caso, anche una forte presa di posizione riguardo la figura di Stefano Bandecchi: ex presidente del Ternana Calcio fino al giugno 2023. Un personaggio molto controverso che, più volte, si è presentato come l’erede di Silvio Berlusconi.
Di Bandecchi, e anche della politica mainstream locale, Valerio ci confida che, nella Brigata, si evita di parlarne per due ragioni principali. In primis “è che ci vergogniamo dei populisti, delle destre plutocratiche che, oramai da anni, sfruttando il preoccupante vuoto lasciato dalla litigiosa sinistra locale, saccheggiano le risorse culturali, economiche e infrastrutturali del territorio”.
La stessa cittadina di Terni, prosegue l’intervistato, “è balzata tristemente alla ribalta mediatica per questioni francamente disarmanti e, a tratti, raccapriccianti per un Paese civile. Di questo vogliamo chiedere scusa a nome del popolo di Terni che è molto più di questo, dotato di un grande cuore e di grande spirito di sacrificio ed adattamento”.
In secondo luogo non si vuole parlare di un personaggio del genere perché si riconosce che determinati individui “in preda al personalismo di moda tra i politici nostrani, si nutrono di ‘clamore’ e ‘sensazionalismo’ che non va alimentato in alcun modo”.
Per Valerio, Bandecchi, non è stato un personaggio molto diverso da “tutti quelli che hanno utilizzato la Ternana e i suoi tifosi per ragioni personali, per le proprie speculazioni, per l’avidità predatoria e la bramosia di potere”.
L’ex patron rossoverde, come forma di ricatto a chi si opponeva alle sue idee in ambito calcistico, ha minacciato più volte la costruzione di una clinica privata. Da questo punto di vista è stato contestato perché, ci ricorda l’appartenente alla Brigata Gagarin, “noi siamo contrari alle privatizzazioni, siamo per una sanità pubblica, un welfare inclusivo e una istruzione di qualità, unici veri baluardi di quella socialdemocrazia occidentale che non lascia indietro nessuno, tantomeno chi scappa dalla guerra per rifugiarsi da noi”.
Lo stesso ultras ci saluta con un concetto da seguire abbastanza chiaro, anche per il futuro: “La gestione della Ternana Calcio ci interessa relativamente. Noi tifiamo a prescindere dai presidenti/padroni/imprenditori/allenatori/giocatori. Queste figure passano. La Ternana e i tifosi restano. Il nostro compito è unicamente quello di sostenere il nostro territorio, la nostra squadra e le nostre idee. PRESENZA e RESISTENZA!”.
Roberto Consiglio