Per l’undicesima stagione consecutiva il calcio maschile dell’ASD Atletico San Lorenzo si è presentato ai ranghi di partenza del campionato federale di categoria. La seconda.
Non sarà il paradiso ma è certamente qualcosa di importante per una società come l’Atletico San Lorenzo nato dalle spinte del quartiere, maturato nell’idea economica dell’azionariato popolare che rende tutti i soci padroni del destino di questa cosa bella che è lo sport popolare.
Parliamo comunque della più grande polisportiva di sport popolare conosciuta almeno nel nostro emisfero. Ma delle strutture sociali che sottendono al progetto e delle vittorie recenti e passate abbiamo già abbondantemente parlato nel corso della vita di questo blog, perché per lunghi tratti della nostra vita abbiamo associato le nostre persone alle sorti dei rossoblù così come il sottoscritto difendendone la porta per sei anni e poi come tifosi e soci attivi. Beh, come se il tempo non logorasse la vita, la squadra di calcio rilancia, e lo fa con le sue forze endogene, salutando con gloria e gratitudine mister Emiliano Curti che nel periodo più nefasto, quello caratterizzato dalla pandemia, ha saputo guidare la squadra da solo in mezzo un mare di incertezze. A lui, come redazione di sport popolare va tutto il nostro affetto.
Il rilancio parte proprio dallo staff tecnico e con l’innesto di giocatori proveniente dalle giovanili (direttamente dagli allievi), la volontà è quella di voler creare una sorta di cantera atletica, dove gli allenatori ma anche i giocatori possano essere cresciuti calcisticamente dentro la società.
La prima squadra quest’anno promuove come allenatori due delle sue figure più rappresentative, nonché più iconiche per la tifoseria e maturate calcisticamente proprio nell’Atletico, colonne di un tempo romantico e selvaggio.
Lorenzo Diana e Daniele Mulè (accompagnati a loro volta dal mitologico Alberto Caci) sono stati gli artefici di questo inizio di stagione, e alla prima non hanno steccato. Grande partita e grandi emozioni e grande vittoria contro un arcigno Fidelis Tor Bella Monaca.
Partendo proprio da quell’attesa spasmodica per l’arrivo dell’esordio, la preparazione fisica meticolosa, la cura e la metodologia tattica. Ciò mi ha profondamente colpito anche perché anch’io ho deciso di schierami e di complementare quelli che non ritengo solo ex compagni di squadra ma amici e grandi uomini.
La tribuna gremita ha tributato l’esordio in panca dei nostri eroi con uno striscione bellissimo (vedi figura). Va detto che ex giocatori come loro meritavano un addio degno ma credo che alla fine abbiamo avuto un grandioso augurio che si riserva a ben poche persone.
E quindi tra un coro profondo e uno goliardico la partita è scivolata via, tra bandiere palestinesi sempre presenti, tra il faccione serigrafato del nostro amato Andrea Dorno, la girandola di emozioni in campo ha regalato una giornata bellissima a tutti noi, vinta, sudata, onorata.
Queste nostre poche parole sono l’augurio per un’annata importante nel segno del rinnovamento, in un’epoca di atomizzazioni che il calcio popolare sia volano per la società tutta. Che nelle tribune e gradoni di periferie si affaccino sempre più persone nauseate dalla modernità posticcia del calcio professionista.
Che si scelga dove passare le proprie domeniche, il vostro tempo, il vostro amore.
Ora la palla a Lorenzo e Daniele, portateci in Europa.
Daniele Poma