Lo sport popolare si distingue dalle forme sportive istituzionalizzate e commercializzate per la sua vocazione sociale e comunitaria. A differenza dello sport professionistico, il focus principale non è la competizione o il profitto, ma la partecipazione dal basso, la promozione di valori come la solidarietà, l’inclusione e l’uguaglianza. In contesti urbani o periferici, lo sport popolare rappresenta un’alternativa alle logiche dell’individualismo e della mercificazione presenti nel mondo sportivo mainstream. Questi movimenti spesso si presentano come risposta alla crescente privatizzazione dello sport e alla sua subordinazione alle logiche del mercato. In questo articolo, dopo una breve introduzione di come si articola lo sport popolare sui territori e che funzioni svolge, passerò a illustrarvi la prima, delle quattro realtà scelte per questo reportage: A.S.D Football Livorno.
Il Calcio Popolare: Inclusione, Resistenza e Comunità
Il calcio popolare è una delle forme più significative di sport popolare, sviluppatosi come reazione alle dinamiche del calcio professionistico, dominato da interessi economici e finanziari. Negli ultimi decenni, con la trasformazione dei club storici in società per azioni e la costruzione di un modello orientato al profitto (come i diritti TV e il merchandising), si è creata una frattura tra i tifosi e le società sportive tradizionali. In questo contesto, il calcio popolare si presenta come una contro-narrazione.
Principali caratteristiche del calcio popolare
- Autogestione e partecipazione democratica
I club di calcio popolare sono spesso autogestiti dai tifosi e dai membri della comunità. Le decisioni vengono prese collettivamente in assemblee, in cui ognuno ha pari diritto di parola e voto. Si cerca quindi di restituire il potere ai tifosi, opponendosi alla centralizzazione delle società professionistiche.
- Accessibilità ed inclusione
L’accesso agli stadi e ai campi da gioco è aperto a tutti, spesso con prezzi popolari o gratuiti. L’obiettivo è abbattere le barriere economiche e sociali che escludono parte della popolazione dallo sport. Inoltre, queste squadre spesso portano avanti progetti per includere categorie vulnerabili come migranti, persone con disabilità e giovani a rischio di esclusione sociale.
- Rifiuto della mercificazione
Le squadre di calcio popolare si oppongono alle logiche del calcio commerciale, rifiutando sponsorizzazioni da grandi aziende o l’associazione del proprio marchio con attività speculative. Gli atleti sono spesso volontari o ricevono compensi simbolici, con un’attenzione alla pratica sportiva come valore sociale e non come professione.
- Antirazzismo e antifascismo
Il calcio popolare è spesso politicamente impegnato. Molte squadre adottano posizioni esplicite contro il razzismo, il sessismo e l’omofobia, promuovendo uno sport inclusivo e accessibile. Gli stadi e i campi di calcio diventano spazi di resistenza culturale, in cui si riafferma il valore della diversità.
Il Ruolo del Calcio Popolare nella Rigenerazione Urbana e Sociale
Il calcio popolare ha un impatto significativo nei contesti urbani, soprattutto nelle periferie e nelle aree marginalizzate. In molte città, squadre di calcio popolare occupano spazi abbandonati e li trasformano in luoghi di aggregazione, promuovendo la rigenerazione del tessuto sociale. In questo modo, non solo si promuove lo sport, ma si combatte la desertificazione sociale e si stimolano dinamiche partecipative. Questi progetti hanno anche un effetto preventivo nei confronti del disagio giovanile: offrendo un luogo in cui sentirsi parte di una comunità e un’opportunità per esprimersi, si riduce il rischio di fenomeni come la delinquenza, l’isolamento e la devianza.
A.S.D Football Livorno: un battito nei quartieri proletari di Livorno
Il primo dei quattro club di cui parlerò è l’A.S.D. Football Livorno, una realtà giovane e dinamica. La sua storia nasce dalla volontà di un gruppo di ragazzi, che da tempo avevano smesso di giocare a calcio e desideravano tornare in campo. I primi due anni sono stati caratterizzati da numerose difficoltà, poiché la squadra non disponeva di una propria società. Inizialmente, infatti, era una “costola” dell’Orlando Calcio.
Tuttavia, non essendo un progetto prioritario per la società “madre”, i ragazzi si sono trovati a dover affrontare una serie di ostacoli non facili da superare, soprattutto in assenza di figure di riferimento dedicate a risolverli. A un certo punto la squadra rimane senza allenatore: inizialmente, infatti, questa figura aveva contribuito con entusiasmo a favorire il ritorno dei ragazzi al calcio giocato. Il periodo che ne segue è caratterizzato da una fase di autogestione, simile alla famosa “democrazia corinthiana” di Socrates. In questo primo anno di vita sportiva, i ragazzi si riuniscono regolarmente per discutere, programmare gli allenamenti e organizzare tutto il necessario per affrontare le competizioni sportive. Di necessità hanno fatto virtù, creando una solida base per gli sviluppi futuri del progetto. Nel secondo anno, forti dell’esperienza caotica ma istruttiva del primo, i giocatori decidono di dare una struttura più definita al progetto. Per prima cosa, arriva un nuovo allenatore, una persona capace di portare sia umanità che investimenti, con l’obiettivo di dare maggiore stabilità alla squadra. Sebbene manchi ancora una vera e propria società, si riesce a dare un’organizzazione interna più solida. Su queste basi si crea un ambiente positivo tra giocatori e allenatore, contribuendo a rafforzare una delle caratteristiche distintive della Football Livorno: una coesione che va oltre i semplici risultati sportivi. Il 2024 rappresenta l’anno di svolta per l’A.S.D. Football Livorno. In piena estate, forti anche dell’esperienza autogestita del primo anno che, tra alti e bassi, aveva dato a tutti la certezza di poter gestire autonomamente la squadra, i giocatori decidono di compiere un passo decisivo. Nasce così l’idea di assumere direttamente il controllo della società sportiva, occupandosi anche di tutte le pratiche burocratiche richieste. Alcuni di loro decidono persino di ricoprire una doppia veste, giocatori e dirigenti, per gestire la squadra e assicurare continuità al progetto. Così l’A.S.D. Football Livorno si “separò” dall’Orlando Calcio e iniziò a muovere i suoi primi passi. L’idea era chiara fin dall’inizio: creare una squadra popolare, fondata su valori come l’antifascismo, l’antirazzismo e l’accessibilità allo sport per tutti, inclusi coloro che non potevano permetterselo a causa dei costi. L’obiettivo principale divenne quindi promuovere uno sport accessibile e costruire un presidio sociale nei quartieri più problematici della città. I primi ostacoli furono di natura economica, come spesso accade per una società sportiva, e per affrontarli i ragazzi e le ragazze decisero di adottare un metodo già sperimentato in passato con ottimi risultati: l’assemblea dei soci e dei sostenitori. Il progetto iniziava così a prendere forma; restava solo da trovare le strutture adatte per consentire alla squadra di allenarsi e giocare. La soluzione emersa fu duplice: il campo Pitto, situato nel quartiere popolare di Corea, per gli allenamenti; e il campetto “La Pace” nel quartiere di Shangai per le partite.
Queste scelte erano pienamente coerenti con la natura del progetto, poiché Corea e Shangai sono i quartieri popolari per eccellenza della città di Livorno, storicamente caratterizzati da un forte sostegno al Partito Comunista Italiano. Parlando con Francesco e Michele, due dei promotori del progetto, non nascondono che, inizialmente, la loro preoccupazione riguardava la possibilità che non tutti i giocatori fossero inclini ad accettare la nuova “identità” assunta dall’A.S.D. Football Livorno. Tuttavia, contro ogni previsione negativa, anche quei ragazzi che magari erano abituati a tenere separata la politica dallo sport, o semplicemente non se ne interessavano, hanno iniziato a mostrarsi coinvolti nelle numerose tematiche culturali che la squadra porta avanti. Un’altra peculiarità dell’A.S.D. Football Livorno è la sua affiliazione alla Casa del Popolo Heval, da cui rimane autonoma nei progetti politici pur condividendone i valori fondanti, ossia l’antifascismo e l’antirazzismo. L’A.S.D. Football Livorno rappresenta un progetto che vuole dimostrare l’esistenza di un modo diverso di vivere e praticare il calcio. Attraverso la gestione popolare, i ragazzi e le ragazze coinvolti stanno sostenendo questa iniziativa con attività di autofinanziamento, necessarie per le spese, e al contempo promuovendo valori come socialità e inclusione. Nelle prossime settimane, daranno avvio a giornate sportive nei quartieri, portando sport e socialità in diverse zone della città. Certamente i problemi non mancano, ma conversando con loro si percepisce immediatamente una grande voglia di fare e, soprattutto, la determinazione a non arrendersi a un sistema che mercifica e consuma tutto. I progetti per il futuro sono numerosi, tra cui quello dell’azionariato popolare e cercare una struttura più completa dal punto di vista strutturale. Nel frattempo noi di sport popolare non possiamo fare altro che sostenere questo progetto e augurarci che cresca il più possibile.
Marvin Trinca