Ancora guai per James McClean, l'ala nord-irlandese del WBA, finita nuovamente nell'occhio del ciclone a causa di tematiche extra-calcistiche, vale a dire la smodata esultanza, esibita alla fine del match terminato 1-0 per la sua squadra, in faccia ai sostenitori avversari del Sunderland, rei di aver intonato per gran parte del match cori contro lo stesso giocatore (un ex della partita) e anche contro l'I.R.A., e che ha portato a un accenno di rissa coi calciatori avversari Graham e Cottermole, evitata soltanto dall'intervento di altri calciatori (tra cui il capitano dell'Irlanda e del Sunderland John O'Shea).
Com'è sua abitudine, il ventiseienne nato a Derry a fine partita ha rivendicato il suo comportamento (e anche per questo la FA, la federazione calcistica inglese, aveva minacciato McClean di squalifica, ma ieri è arrivata la decisione: richiamo ufficiale, niente multa o tanto meno "ban") spiegando le motivazioni per cui l'ha fatto, le stesse per cui in precedenza aveva scritto una lettera ai suoi tifosi per spiegare quali sono le motivazioni che lo spingeranno anche per quest'anno a non celebrare il "Remembrance Day", non sfoggiando l'apposito papavero.
Nel mondo del calcio, così come d'altro canto nella quasi totalità dei settori della società britannica, Il "Remembrance Poppy", ossia il papavero della rimembranza, consiste in un fiore artificiale indossato da tutti i giocatori della Premier League la seconda domenica di novembre per onorare il giorno dedicato ai caduti dell'Esercito britannico in guerra, celebrato grosso modo in tutti i paesi del Commonwealth britannico, istituito da Giorgio V nel 1919 e celebrato ufficialmente l'11 novembre.
La particolarità di questo papavero, il cui uso è stato sdoganato in omaggio al poema di guerra "Nei campi delle Fiandre", scritto da un ufficiale medico canadese, il tenente colonnello John McCrae, in cui si parla di come proprio questo fiore sia il primo a nascere dalla terra smossa delle Fiandre che nasconde le tombe improvvisate dei soldati della Prima Guerra Mondiale in uno degli scenari più cruenti dell'intero conflitto, è che la vendita, così come quella di ogni altro gadget abbia il marchio registrato del "Remembrance Poppy", è gestita dalla Royale British Legion, un'associazione di militari e veterani di guerra.
È chiaro quindi che chi come Mc Clean è nato in quella stessa Derry che, seppur 17 anni prima, è stata teatro del tristemente noto Bloody Sunday, non possa non avvertire quanto meno un certo disagio durante queste celebrazioni e al contempo abbia sviluppato un senso di appartenenza alla causa irlandese che lo ha spinto a declinare le convocazioni da parte della nazionale nord-irlandese, preferendo nel 2012 di giocare con la casacca verde dell'Eire allenata allora da Giovanni Trapattoni, scelta che tra l'altro gli costò anche minacce di morte, a cui tra l'altro sembra essere abituato.
Proprio per questo, non possiamo che applaudire la determinazione, l'orgoglio e allo stesso tempo la pacatezza con cui McClean espone le proprie scelte e porta avanti una battaglia in un contesto a dir poco ostile come quello del mondo del calcio inglese, pronto a riempirlo di biasimi e a vomitargli insulti contro, cosa che però a lui sembra non importare molto, perché a suo vantaggio ha la tempra che solo chi è nato a Derry può possedere.
Giuseppe Ranieri