Da qualche settimana il Salento, per essere precisi la zona della Marina di Melendugno e di San Foca, è al centro dell'interesse nazionale a causa della costruzione del TAP (Trans-Adriatic Pipeline). Il progetto , che prevede la costruzione di un gasdotto per trasportare il gas naturale dall'Azerbaijan al cuore dell'Europa, rischia seriamente di distruggere una delle più belle zone della costa adriatica italiana.
Per questo, e per molti altri motivi, la popolazione locale ha dato il via ad una protesta che, tra blocchi dei cantieri ed altre azioni, ricorda molto quella che il popolo della Val Susa sta portando avanti, da oramai 25 anni, contro il treno ad alte velocità della TAV. Tutto questo va avanti nonostante la ferma convinzione delle istituzioni locali e nazionali che dicono che questa grande opera debba essere portata avanti visto il suo “interesse strategico”, non si sa da quale punto di vista però, per il paese.
Non insisteremo tanto sull'assunto che lo sport è una metafora della nostra società: in fin dei conti è la mission che ci siamo posti sin dall'inizio di questo progetto, pertanto nessuno si aspettava che nell'Italia, la terra del gattopardiano "se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi", la situazione in seno alle federazioni sportive potesse essere un'eccezione. Anzi, forse proprio queste rappresentano uno degli specchi più fedeli del nostro paese, con un gruppo ristretto di persone che tra nepotismo e illeciti di varia natura non hanno intenzione di scollarsi dalle poltrone grazie alle quali, oltre a incrementare il proprio rendiconto personale, sono riusciti a creare una vasta rete di clientele inscalfibili nel tempo, il tutto ovviamente senza la benché minima rappresentanza femminile.
Briganti Fuorigioco è un progetto che prende forma ufficialmente all’inizio del 2017 ma che nasce in realtà da un’esperienza iniziata nel 2005 da un gruppo di persone che, fin dalle prime uscite della Brigata Dax, si sono unite alla squadra come sostenitori dei giocatori, del progetto e dei suoi valori. Partendo dall’importanza dello Sport Popolare, che rappresenta un fondamentale punto fermo per la crescita di aggregazione, per la rinascita di una socialità vera ormai quasi completamente annientata, per la promozione di un’uguaglianza sociale, sotterrata dal mondo dello sport sempre più per pochi e, soprattutto, ricchi, e unendo a questa i valori antifascisti, antirazzisti, di lotta di classe e di giustizia sociale, Briganti Fuorigioco nasce con la prospettiva di crescere per essere un esempio di vera alternativa e di lotta contro discriminazioni economiche e razziali, uno spazio per i compagni antifascisti interessati al mondo del calcio esclusi dalle curve in mano a gruppi di estrema destra, un mezzo per riappropriarsi di spazi pubblici ormai svuotati di Milano e della sua periferia.
Come se niente fosse, Gramellini lo scrive su «La Stampa». Prima di Icardi e della sua (a dir poco) discutibile biografia, nessuno sarebbe mai stato capace di riuscire nell’impresa di mettere un libro in mano a un ultrà. La risposta all’illustre (si fa per dire) giornalista la lasciamo alla penna di Francesco Berlingieri da Foggia. A noi resta un dubbio: ma saranno gli ultrà a non aver preso mai in mano un libro o la borghesia intellettuale – e classista – di questo paese a non ricordare più cosa significa assaporare l’impronta di un anfibio nel posto dove non batte il sole?