Al netto di alcune meritevoli eccezioni, si può tranquillamente affermare che, nell’ultimo decennio, la maggiore novità tra le pratiche di socialità e aggregazione all’interno del variegato arcipelago dell’antagonismo sociale, dell’opposizione alla mercificazione di ogni aspetto della vita e alle logiche di profitto, sia costituito dal poderoso sviluppo dello sport popolare. A prescindere dalle varie piattaforme di riferimento, sono sempre di più i collettivi in tutta Italia che sviluppano palestre popolari, squadre di calcio, di rugby, di basket ecc. In momenti di riflusso della coscienza sociale e politica, come quello che purtroppo stiamo vivendo sulla nostra pelle, proprio quello dello sport popolare sembra essere uno dei pochi ambiti capaci di regalare soddisfazioni: infatti attraverso l’azionariato popolare e i meccanismi assembleari si rinnovano e si perfezionano le pratiche di autogestione e di compartecipazione, e si ha la possibilità di coinvolgere in modo diretto quei quartieri e più in generale quei territori nei quali si vive la propria quotidianità e da cui, si spera, potranno svilupparsi nuove forme di resistenza al volto più odioso del nuovo ordine che si va delineando, quello sciovinista e marcatamente razzista e fascista.
Caro/a sostenitore/trice,
siamo spiacenti di dover comunicare lo spostamento di "Villa Gordiani in Festa". In seguito ad una discussione con il municipio abbiamo constatato l'impossibilità di fare la festa del 14 luglio al Campo del Parco. Il motivo principale è l'interdizione di ogni tipo di iniziativa sul territorio dello stesso Parco (lato mercato).
In ogni caso, è impensabile per noi lasciare il quartiere senza una festa: abbiamo quindi deciso di spostarla nella nostra seconda casa, il Centro Sportivo Roma 6 (in Via Silvio Latino 10) dove abbiamo disputato e disputeremo le partite di campionato.
Ci scusiamo per questo cambiamento improvviso del luogo in cui si svolgerà la festa, ma vi invitiamo comunque a partecipare (il Centro Sportivo si trova a poche centinaia di metri dal Campo del Parco) e a rimanere aggiornati per le attività dei prossimi mesi.
Per il secondo anno di fila le realtà dello sport popolare romano e non solo hanno unito sforzi ed economie per permettere alle ragazze dello Youth Palestine Club, squadra di basket femminile del campo profughi palestinese di Shatila (Beirut, Libano), di tornare a Roma per la nuova edizione di Basket Beats Borders, progetto ideato da Daniele Bonifazi e David Ruggini, con l’attiva collaborazione dell’All Reds Basket Roma, dell’Atletico San Lorenzo e de Les Bulles Fatales.
Una nuova gara di solidarietà ha permesso, tra crowdfunding ed iniziative di autofinanziamento, di far sì che dal 30 giugno al 4 luglio una decina di ragazze tra i 15 e i 20 anni, guidate da coach Majdi Adam, abbia potuto confrontarsi con altre atlete animatrici del basket popolare romano e proseguire il reciproco scambio di esperienze, di culture, differenze e affinità avviato lo scorso anno.
Una delle poche costanti della mia vita è che quando mi ritrovo a prendere decisioni d’istinto, frutto del momento, successivamente me ne pento sempre e devo ammettere di avere pensato a ciò anche la notte di venerdì scorso, quando ho maturato la decisione di andare a Quarto. In fin dei conti ero stato a Napoli quattro giorni prima a chiusura di un periodo in cui per vari impegni ho fatto su e giù per la penisola senza sosta e la cassa di autofinanziamento di sport popolare langue.
Fortunatamente, ogni regola per essere tale deve necessariamente avere un’eccezione e nel mio caso si è trattata proprio di questo viaggio, perché nonostante tutto, le parziali giustificazioni appena elencate non potevano né risparmiarmi dai rimorsi se fossi rimasto a casa e nemmeno essere un concreto contrappeso alla voglia di andare a salutare il Quartograd, la sua tribù e tutte le altre realtà presenti.
Negli ultimi tempi il problema del razzismo ha investito sotto vari punti di vista il nostro paese. Il neo-governo a tinte gialloverdi, d'altronde, con la nomina a Ministro dell'Interno del segretario leghista Matteo Salvini ha dato un chiaro segnale, almeno a parere di chi scrive, da questo punto di vista.
Appena preso possesso delle stanze del Viminale, Salvini stesso ha fatto capire le sue reali intenzioni al grido di “prima gli italiani” e ha iniziato a scandire slogan giornalieri contro i migranti che, nelle ultime settimane, stanno ricominciando a raggiungere le coste italiane. Tutto questo ha aumentato ancora di più quel clima d'odio razziale nei confronti del “diverso”.
Dalle parole, purtroppo, si è anche passati ai fatti. Il 2 giugno scorso Soumaila Sacko, un migrante maliano, vittima del capolarato e sindacalista dell'USB, è stato ucciso a fucilate nella provincia calabrese di Vibo Valentia. La sua colpa era stata quella di andare a cercare delle lamiere in un capannone abbandonato della zona per poter costruire un rifugio.
A tutto questo clima d'odio e di “paura del diverso” per fortuna ci sono varie forme di resistenza che interessano vari ambiti della società italiana. Tra questi, non poteva certo mancare quello dello sport popolare.
Un punto di vista differente sui fatti di stretta attualità sportiva e sociale.
Fatti, notizie e curiosità sullo sport popolare, sulla settimana appena trascorsa e su quella che verrà
Donne e uomini diventati per qualche motivo esempio
Il mondo dello sport popolare visto attraverso gli occhi della letteratura, della musica e della cultura popolare
Quello che la settimana riserva: appuntamenti, incontri, partite e iniziative su tutto quello che è sport popolare