Il nome di Roberto Rundo non è molto conosciuto. È noto probabilmente solo a chi si interessa di antifascismo e arti marziali.
Atleta di MMA, sportivo, imprenditore, youtuber, propagandista, Rundo è soprattutto il fondatore del Rise Above Movement, sulla carta un gruppo alt-right fondato per esportare le pratiche della destra identitaria europea negli States, in pratica un gruppuscolo fascista e neo-nazista che usa la violenza politica come mezzo per fare proseliti. Qualcosa che resta sospeso fra l’organizzazione politica e una gang, che pratica la violenza di strada e lo scontro fisico, sfruttando gli sport da combattimento come mezzo di attrazione e propaganda.
La parola fine sul lungo ed estenuante campionato di serie B sarà sancita il 19 maggio prossimo.
La fase conclusiva del torneo cadetto sarà importante per molti aspetti. Non soltanto per conoscere, con matematica certezza, le squadre che parteciperanno al prossimo campionato di serie A, ma anche per capire se, nella massima serie, si presenterà o meno un nuovo conflitto d’interessi legato al sistema delle multiproprietà.
Si ricorderà certamente l’affaire Salernitana e l’affannosa rincorsa al cambio societario che al fotofinish portò Danilo Iervolino alla guida del club campano.
Analoga sorte sarà riservata al Bari (oggi terzo in classifica), qualora dovesse raggiungere la serie A direttamente o attraverso la lotteria dei playoff.
Un destino che, in caso di salto di categoria, vedrà le strade della casata de Laurentiis e del club pugliese separarsi in ossequio del regolamento federale, che prevede l’immediata “dismissione di una delle due società” partecipanti allo stesso campionato. Una storia già vista che lascia in apprensione i tifosi biancorossi e potrebbe rendere agrodolce la vittoria del torneo.
Parafrasando la celebre canzone dei Duap Pugni, risse e dignità, l’intervista che segue ha al centro Pugni, incontri e Mma. Sport Popolare ha il piacere di fare quattro chiacchiere con Giovanni Rufino, atleta di MMA della nazionale italiana, skin e compagno attivo nei movimenti a Roma.
Ecco perché non mancano riferimenti a chitarre distorte, camicie a scacchi e boots. Ma più in generale c’è una riflessione del rapporto fra sottocultura, “compagneria” e arti marziali. Insomma tanto sport, due risate e qualche considerazione più seria.
Il 14 luglio 1789, con la presa della Bastiglia a Parigi da parte della popolazione, iniziava ufficialmente quell’evento passato alla storia come Rivoluzione Francese. Un fatto che cambiò radicalmente la storia dell’intera umanità visto che, per la prima volta, ci si ribellava al potere assoluto di un re.
Questo senso di diritti e libertà ha, da allora, caratterizzato in numerose occasioni il popolo della terra d’Oltralpe che, al minimo tentativo di cambiamento di alcuni dei suoi diritti fondamentali, scende in piazza per protestare e far sentire la propria voce. In queste ultime settimane, non a caso, la Francia è attraversata da una serie di manifestazioni per un cambiamento molto importante nei diritti dei lavoratori locali.
L’attuale presidente della repubblica francese, Emmanuel Jean-Michel Frédéric Macron, ha infatti attuato una riforma delle pensioni. Con questa riforma l’età pensionabile si alza dai 62 anni attuali di media ai 64 e, soprattutto, colpisce le fasce più deboli della popolazione che, la maggior parte delle volte, sono costrette a fare i lavori più usuranti (ad esempio coloro che puliscono le fogne cittadine della capitale Parigi).
Il contorto regolamento della Conference League ha visto recentemente affrontarsi in uno degli spareggi della fase ad eliminazione diretta, lo Sheriff di Tiraspol e il Partizan di Belgrado. Una partita dai molteplici spunti per appassionati di calcio, tifo e relazioni internazionali.
Dell’esistenza dello Sheriff di Tiraspol in molti se ne accorgono solo nel settembre 2021. La storica vittoria per 2-1 al Santiago Bernabeu sul Real Madrid in un match di Champions League, Real che poi vincerà quella edizione del torneo, porta alla ribalta la squadra di calcio di Tiraspol ma soprattutto fa irrompere sulla scena il suo paese di appartenenza. Un paese sconosciuto ai più e per gli altri avvolto da una cortina fumogena di mistero e inaccessibilità.
La Repubblica Moldava di Pridnestrovie, conosciuta internazionalmente come Transnistria, di cui Tiraspol è la capitale, è una striscia di terra lunga circa duecentocinquanta chilometri compresa tra la riva moldava del fiume Dniestr e l’Ucraina.
Al disgregarsi dell’Unione Sovietica anche la Pridnestrovie, incorporata politicamente alla Moldova, anelò a una sua indipendenza, desiderio che scaturì in un conflitto bellico durato circa due anni. L’armistizio del 1992 che pose fine alle ostilità armate affermò nell’area una forza di interposizione formata da militari russi a garanzia del cessate il fuoco tra le parti.
Un punto di vista differente sui fatti di stretta attualità sportiva e sociale.
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