Dopo l’exploit mediatico dei mondiali francesi di quest’estate, il calcio femminile sembrava essere ritornato, se non proprio nell’oblio, quantomeno al di fuori dei radar degli appassionati di sport, che ogni tanto ricevono qualche timido input a riguardo come ad esempio le attenzioni sul big-match di domenica scorsa tra Milan e Juventus, capitato fortunosamente durante una domenica di pausa del campionato maschile.
Se è vero, come tanti soloni amano ripetere fino allo sfinimento, che il calcio è l’oppio dei popoli, evidentemente in Cile ne sta girando una partita tagliata molto male.
Seguendo un copione che abbiamo già visto all’opera in Turchia, in Grecia e durante le “primavere arabe”, le barras-bravas più numerose e influenti del paese si sono riunite contro il nemico comune costituito dal governo e soprattutto dall’esercito che sembra si sia rituffato in un revival di quelle triste notti cilene degli anni ’70 con tutto quel corollario di omicidi, sequestri, stupri e torture che fanno indignare i liberal occidentali a intermittenza ed evidentemente non in questo caso.
Una delle cose che il nuovo millennio (ma le radici affondano ben prima) ha appurato è che il calcio, il raccontare il calcio e la speculazione faziosa su entrambi, come ad esempio quella che ha riguardato l’idealizzazione del derby di Berlino che è andato in scena sabato 2 novembre, possono essere uno straordinario strumento di propaganda politica.
Era sicuramente il derby più atteso dell’anno nel vecchio continente e non sarebbe potuto essere altrimenti: dalla caduta del Muro, per la prima volta nel massimo campionato tedesco si affrontavano due squadre berlinesi, la neo-promossa Union e l’Hertha, così vicine e così lontane per una serie sterminata di motivazioni. Principalmente per i campionati in cui hanno militato per gran parte della loro storia: l’Hertha disputava quello della Germania dell’Ovest, mentre l’Union quello della Germania orientale; ma anche il background d’appartenenza sia delle squadre che di conseguenza quindi anche quello delle rispettive tifoserie: i biancoazzurri risiedono nel quartiere borghese di Charlottenburg con una tifoseria piuttosto freddina, mentre i biancorossi dal quartiere operaio di Kopenick, il che lo ha reso il club per antonomasia vicino agli operai, principalmente metallurgici, da qui l’epiteto di Eisern Union (Unione di ferro) per il club, mentre i suoi tifosi sono da sempre chiamati Schlosserjungs, i ‘ragazzi metalmeccanici’.
Che il mondo del pallone attuale abbia più di qualche problema da affrontare lo abbiamo imparato da parecchio tempo oramai. Sono stati infatti molti i casi in cui anche noi abbiamo messo in luce lati del mondo calcistico che si scontravano inevitabilmente con la realtà sociale e politica circostante.
Tra questi sicuramente ci sta il fatto che, in determinate situazioni, non si riesca a garantire lo svolgimento di una singola partita per questioni di ordine pubblico. L’ultimo caso, in ordine cronologico, risale solamente a poche ore fa quando la Liga spagnola ha deciso che il clasico Barcellona-Real Madrid, in programma il prossimo 26 ottobre al Camp Nou, deve essere spostato a data da destinarsi.