Si ricomincia. O meglio, un antipasto (e di che livello!) c’è già stato domenica scorsa, perché la Serie D, massima serie del calcio dilettantistico, ha già aperto i battenti e nel girone H ha messo di fronte Fasano e – niente meno – Foggia, reduce dall’ennesimo fallimento della sua storia recente. E il Fasano ha anche vinto 1-0. E visto che di Serie D stiamo parlando, cogliamo l’occasione per dire che quest’anno nella schedina non troverà posto il Campobasso, realtà nella quale l’associazione di tifosi che ne aveva assunto la gestione ha fatto qualche passo indietro, almeno a livello di direzione della prima squadra: ovviamente ne seguiremo le sorti e in futuro saremo ben felici di reinserirlo, augurando in ogni caso il meglio ai supporters rossoblu. Ma dicevamo che si ricomincia, infatti domenica 8 settembre scenderanno in campo le squadre delle serie più competitive, Eccellenza e Promozione, mentre per tutte le altre categorie siamo ancora nella fase di attesa dell’uscita di gironi e calendari. L’Afro Napoli United non nasconde il sogno nel cassetto di assaltare la Serie D, del resto la passata stagione, in cui il team antirazzista da neopromosso in Eccellenza ha occupato stabilmente i piani alti della classifica, sembra dare adito a questa ambizione.
Il 31 Luglio intorno alle 11:00 squilla il telefono.
«Pronto».
«Salve, chiamo dalla Federazione, con chi parlo della Borgata Gordiani?».
Ecco il primo problema. Come spiegare a una delegata federale che non sta parlando con il presidente, con il direttore sportivo, o con il segretario? Tentiamo la strada della sincerità:
«Sono solo quello che ha fatto le pratiche per l’iscrizione lo scorso anno».
La perplessità dall’altro capo del telefono è tangibile ma, per fortuna, a chi chiama poco interessa degli strumenti organizzativi di cui ci siamo dotati, della nostra struttura societaria orizzontale e dei nostri meccanismi decisionali assembleari. Chi chiama ha un altro compito: riempire un posto vacante nella griglia del prossimo campionato di Seconda Categoria. Decide, pertanto, di tagliare corto scegliendo come noi la via della sincerità:
«Ah, ok, va bene. Vi volevo fare una proposta: vi interessa la Seconda Categoria?».
È vero, il Mondiale di calcio femminile francese è finito già da qualche settimana e le analisi tecniche sono state anche abbondanti, tante persone che prima snobbavano il calcio femminile hanno cominciato a ricredersi vedendo un percorso intrapreso che ha cominciato a portare i primi risultati. Naturalmente non ci riferiamo alle questioni da fatturato auspicate dalla FIFA, ma a dati magari passati in sordina che la dicono lunga su come stia crescendo l’intero movimento: ad esempio il fatto non proprio trascurabile che, se all’inizio della competizione su ventiquattro squadre solo otto erano allenate da donne, ai quarti di finale tra le otto superstiti ben cinque avevano una donna come ct.
Proprio per questo abbiamo pensato di parlarvi del profilo di quattro atlete che alle qualità sul rettangolo verde hanno abbinato quelle al di fuori dello sport.
Sabato 6 luglio si è tenuta la quarta edizione del Torneo di calcio antirazzista di Bruxelles: scriviamo queste poche righe per condividere qualche elemento di questo percorso.
Iniziamo ringraziando chi ci ha concesso questo spazio su sportpopolare.it, riferimento per chi, come noi, porta avanti delle pratiche di sport popolare ovunque si trovi. Con Sport popolare ci siamo incontrati a Parigi nel gennaio di quest’anno, in occasione di un’assemblea a cui siamo stati invitati insieme ad altre realtà francesi, italiane e belghe, per scambiare le rispettive esperienze di sport popolare. L’evento, organizzato dai compagni e le compagne del MFC 1871, ci ha permesso una piacevole trasferta a Parigi, descritta benissimo qua.