La Familia, il gruppo ultras che segue le sorti del Beitar Gerusalemme, probabilmente uno dei gruppi ultras più razzisti del pianeta, sicuramente il più razzista di Israele e dintorni, torna a far parlare di sé.
La società giallonera, che ha vinto il titolo israeliano per sei volte, ha appena acquistato con un contratto triennale un giovane prospetto tra i più promettenti del campionato israeliano, l’attaccante nigeriano di ventitré anni Alì Muhammad, che già da quattro anni gioca in Israele, dapprima nel Beitar Tel Aviv / Ramla (2 ° divisione) e successivamente nel Maccabi Netanya (1 ° divisione), dove ha attirato l’attenzione del Beitar.
La gentrificazione come spiegazione degli stadi vuoti nella Copa América. Biglietti costosi e tribune silenziose riflettono la crociata di Conmebol per “risanare” il calcio sudamericano attraverso la creazione di un pubblico elitario. L’incontro tra Perù e Venezuela ha stabilito il record per il numero più basso di spettatori della Copa América fino a ora.
Il suono distintivo di questa Copa América non è quello dei tamburi, delle batterie o delle danze tipiche, per non parlare dei cori delle torcidas. Il suono ufficiale di questa Copa América è il silenzio che aleggia sugli stadi vuoti, senz’anima. In occasione del debutto del Brasile contro la Bolivia a Morumbi, il pubblico che ha fatto registrare un incasso record per la Conmebol sembrava potesse apprezzare qualsiasi cosa: un’orchestra sinfonica, un’opera teatrale o forse una gara di tennis. Tutto tranne una partita di calcio. Ad eccezione dei gol, la reazione più animata del pubblico è stata qualche fischio alla nazionale all’uscita per l’intervallo. Dani Alves ha descritto bene le sensazioni percepite dal campo. I giocatori hanno potuto ascoltare ogni frase del Mister Tite dalla panchina come se fossero in allenamento.
12 gol subiti in tre partite del girone e solamente uno segnato. Sono questi i numeri, che non pochi hanno definito impietosi, della nazionale calcistica femminile della Giamaica al termine della loro avventura ai mondiali di categoria in corso in Francia. La squadra della piccola isola caraibica, conosciuta con il soprannome di “Reggae Girls”, d’altronde era alla sua prima esperienza in una competizione così importante. Questa storica qualificazione, tra le altre cose, era avvenuta a 20 anni esatti dalla prima partecipazione dei loro colleghi maschi a un campionato mondiale di calcio: quello di Francia 1998.
La notizia era nell'aria già da un bel po’, tant'è che volendo usare della facile ironia, si può affermare che il flirt tra Maurizio Sarri e la Juventus fosse il segreto di Pulcinella, ma nondimeno l'annuncio ufficiale comparso ieri sul sito della società bianconera assume ugualmente una valenza multipla. Non solo dal punto di vista tecnico, poiché si è andata a riempire l'ultima casella, la più importante tra le panchine vacanti, quella dei campioni in carica che tengono in ostaggio il campionato da ormai otto anni e che nello stesso tempo hanno lasciato alla concorrenza nient'altro che le briciole sotto forma di qualche Coppa Italia e supercoppette varie. Tutto sommato quindi, se dovessimo soffermarci ad analizzare l'aspetto tecnico, l'operazione avrebbe eccome una sua logica: la squadra più forte d'Italia, la cui società è ancora anni luce davanti alle altre, ingaggia un allenatore valido che si è appena affermato anche in campo internazionale, grazie all'Europa League vinta poche settimane orsono e con uno dei sistemi di gioco più interessanti e apprezzati tra i colleghi del vecchio continente.