12 gol subiti in tre partite del girone e solamente uno segnato. Sono questi i numeri, che non pochi hanno definito impietosi, della nazionale calcistica femminile della Giamaica al termine della loro avventura ai mondiali di categoria in corso in Francia. La squadra della piccola isola caraibica, conosciuta con il soprannome di “Reggae Girls”, d’altronde era alla sua prima esperienza in una competizione così importante. Questa storica qualificazione, tra le altre cose, era avvenuta a 20 anni esatti dalla prima partecipazione dei loro colleghi maschi a un campionato mondiale di calcio: quello di Francia 1998.
La notizia era nell'aria già da un bel po’, tant'è che volendo usare della facile ironia, si può affermare che il flirt tra Maurizio Sarri e la Juventus fosse il segreto di Pulcinella, ma nondimeno l'annuncio ufficiale comparso ieri sul sito della società bianconera assume ugualmente una valenza multipla. Non solo dal punto di vista tecnico, poiché si è andata a riempire l'ultima casella, la più importante tra le panchine vacanti, quella dei campioni in carica che tengono in ostaggio il campionato da ormai otto anni e che nello stesso tempo hanno lasciato alla concorrenza nient'altro che le briciole sotto forma di qualche Coppa Italia e supercoppette varie. Tutto sommato quindi, se dovessimo soffermarci ad analizzare l'aspetto tecnico, l'operazione avrebbe eccome una sua logica: la squadra più forte d'Italia, la cui società è ancora anni luce davanti alle altre, ingaggia un allenatore valido che si è appena affermato anche in campo internazionale, grazie all'Europa League vinta poche settimane orsono e con uno dei sistemi di gioco più interessanti e apprezzati tra i colleghi del vecchio continente.
Ceares (in asturiano Ciares) è un quartiere popolare di Gijón, in cui gioca un team ad azionariato popolare nella terza divisione delle Asturie, l’Union Club Ceares, società fondata nel 1946 che era quasi scomparsa nel 2010, vittima del capitalismo selvaggio. Nelle elezioni presidenziali del 2011, è emersa la candidatura di un gruppo di amici, ex giocatori, partner, gente del quartiere, eccetera che sono stati eletti all’unanimità. Da allora il club opera in modo orizzontale, assembleare e autogestito, puntando sul fair play finanziario e proponendo un’alternativa al calcio business. Il suo campo è La Cruz, che vi accoglie con delle grandi scritte come “contro il calcio moderno” o l’insegna “Questo è La Cruz” (come la mitica “Questo è Anfield” nel campo del Liverpool). Uno stadio che purtroppo è stato attaccato più volte dai gruppi neonazisti della città.
Quella di Gasteiz (Vitoria) è stata una final-four che ha potuto contare soltanto sul pubblico appassionato di basket, poiché non ha toccato affatto gli abitanti della città, la maggior parte dei quali non si è minimamente interessata a essa. Noi di solito, dopo tanti anni di final-four, siamo abituati a “votare” la qualità dell’evento anche al di fuori del parquet, e forse questa ottiene il giudizio peggiore tra tutti le edizioni precedenti.
Ci si sarebbe aspettati che una città che può annoverare una squadra nei salotti buoni dell’Eurolega avrebbe accolto di buon grado l’evento, ma l'assenza del Baskonia è stato il motivo che ha fatto voltare le spalle a tutti rispetto agli incontri tra i quattro top team europei che si sono tenuti all’Arena “Fernando Bouesa”. Quali sono le ragioni? Molti in Eurolega hanno rimarcato questa scelta fallimentare e tra qualche anno nessuno vorrà ricordare questo passaggio da Gasteiz.