Sono giorni vorticosi nel mondo dello sport: le notizie si rincorrono furibonde e sembra difficile rallentare, analizzare, comprendere a pieno quello che accade. Quello che accade, soprattutto, fuori dagli stadi, dai palazzetti.
Per orientarci abbiamo bisogno di fissare alcuni punti cardinali che non ci facciano perdere la rotta durante la bufera, e le coordinate geografiche sono dei nomi e dei cognomi: Ricardo Centurión, Paola Egonu, Lorenzo Musetti, Ronaldo Luiz Nazário de Lima, Zaynab Dosso.
Sono i nomi degli atleti più chiacchierati di questi giorni. Sono i nomi degli atleti finiti nell'occhio del ciclone mediatico. A dirla tutta, però, a finire in questo gigante e tortuoso tritacarne non sono tanto i loro nomi o le loro gesta sportive, no; sono soprattutto i loro corpi.
Il 20 novembre prossimo prenderà il via la ventiduesima edizione della Fifa World Cup. L'anomala data di inizio della competizione è stata decisa perché nel paese ospitante, il Qatar, durante l'estate non è possibile giocare delle partite di calcio “normali” visto che le temperature, a quelle latitudini, raggiungono anche i 50 gradi centigradi.
Con l'avvicinarsi della partita inaugurale dovrebbe esserci una grande euforia di fronte alla partenza della più importante competizione calcistica a livello globale che riesce a tenere attaccati allo schermo della televisione centinaia di milioni di appassionati in ogni angolo del globo. L'edizione qatariota, però, non sembra aver sortito lo stesso entusiasmo.
Il grande evento, almeno finora, è stato praticamente snobbato dalla comunicazione calcistica mainstream. Un silenzio che molto probabilmente è figlio del fatto che questa edizione della Coppa del mondo stravolgerà il regolare svolgimento dei campionati in molti paesi del globo.
Com’è giusto che sia, anche questa edizione degli Europei di basket maschile, vinti dalla Spagna in finale contro la Francia, resterà impressa nella memoria collettiva degli amanti del gioco e non solo – per via degli avvenimenti extra cestistici – e andrà ad arricchire quell’album di memorie che riesce non solo a storicizzare lo sport, ma di fatto allo stesso tempo a renderlo mitico.
Il 6 agosto 1962 in Giamaica non fu una data come le altre. Era infatti in quel giorno che per le strade di Kingston, la capitale della piccola isola del Mar dei Caraibi, si riversavano migliaia di locali pronti a festeggiare.
Lo stato poco a sud di Cuba diventava indipendente dopo un periodo di dominazione straniera durato oltre 450 anni. Uno storico pezzo ska, come Forward March di Derrick Morgan, accompagnò quel giorno di feste per le strade di Kingston.
La Giamaica era diventata una colonia spagnola nel 1509: fu una una delle prime nazioni caraibiche ad essere conquistata in quella zona che venne descritta con il termine “nuovo mondo”. Nel 1655 arrivarono gli inglesi, che avevano sconfitto gli iberici al termine della cosiddetta guerra anglo-spagnola.