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Macedo & Macedos Rio Claro e Palmeiras Sao Paulo: la boxe brasiliana in tournée in Italia

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  • Sport da combattimento

Giuni Ligabue, già autore, oltre che del recente “Il pugilato per tutti e tutte” (Hellnation Libri / Red Star Press), del volume “Pugni e socialismo. Storia popolare della boxe a Cuba”, scritto con Chiara Gregoris e per questa ragione ribattezzato “l’uomo a L’Avana” di Sportpopolare.it, ci invia questa bella corrispondenza bolognese: un reportage dedicato a un evento pugilistico fuori dall’ordinario come la venuta in Italia dei campioni brasiliani delle palestre Macedo & Macedos Rio Claro e Palmeiras Sao Paulo. Per tutte e tutti, una straordinaria occasione per assistere a incontri emozionanti, vedere dal vivo un confronto tra stili e scuole differenti e brindare all’amicizia tra i popoli, valore assoluto dello sport popolare.

La squadra brasiliana è arrivata all’autostazione di Bologna nella tarda serata di giovedì 9 giugno. I ragazzi hanno viaggiato in pullman da Roma dove nella serata del 4 giugno avevano preso parte ai match contro una selezione locale presso la Palestra Popolare Revolution di Cinecittà, altra struttura che ha ospitato e organizzato la sfida intercontinentale tra club. L’impressione che si ha da subito è emozionante. Un gruppo di giovani grintosi, entusiasti e genuini, gridano, festeggiano, si prendono in giro tra loro. Sono in viaggio ormai da dieci giorni ma nonostante questo la carica non manca.

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Scritto da Super User
Categoria: Prima pagina
Pubblicato: 02 Luglio 2016

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Estate, tempo di festa e di confronto

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  • Calcio

C'è una periferia napoletana che non è necessariamente quella che è stata sbattuta in televisione dalle fiction e snaturata dagli inopportuni accostamenti dei giornalisti e dalle storpiature dei fan televisivi. Ma, sebbene meno attraente per l'universo mainstream e per i cultori dell'approccio turistico alla sociologia dei territori, c'è una periferia napoletana (a dire il vero più di una...), fatta di uomini in carne e ossa e delle loro lotte quotidiane per affermare il valore intrinseco della loro esistenza e riappropriarsi di tutto quello che la frenetica tirannia del tempo e del suo incedere vorrebbe privare loro e tutti noi: l'allegria, la socialità, l'identità e il confronto.

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Scritto da Giuseppe Ranieri
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Pubblicato: 30 Giugno 2016

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Rebel Ultras: trasferta internazionale per il Quartograd

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  • Calcio
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Ogni due anni ad Amburgo gli Ultras del Sankt Pauli organizzano l'antira, il torneo delle tifoserie antifasciste (https://www.facebook.com/antirastpauli/?fref=ts). Una tre giorni di sport, aggregazione, dibattiti e musica in cui si ha l'opportunità di condividere esperienze con i militanti antifascisti delle curve di tutta Europa e non solo. Noi del Quartograd abbiamo partecipato insieme alla rete di Rebel Ultras (https://www.facebook.com/RebelUltras/?fref=ts) di cui facciamo parte ormai da diverso tempo ormai. L'accoglienza e l'organizzazione dell'evento che si è svolto all'interno dello stadio Millerntor sono state veramente impressionanti. Per gli ospiti sono stati montanti dei tendoni con letti da campo che venivano divisi tra le varie tifoserie. Noi siamo stati con i Bohemians di Praga e con gli amici Ultras Inferno dello Standard Liegi e Gate 9 dell'Omonia di Nicosia. I bagni e le docce dei giocatori erano stati messi a nostra disposizione. Può sembrare un dettaglio secondario ma non è così. La cosa che impressiona di più dell'antira è vedere che lo stadio del Sankt Pauli appartiene totalmente ai suoi tifosi e viene messo a loro totale disposizione. Dai bar e le cucine (con piatti per tutti dai carnivori ai più incalliti vegani), ai bagni e fino al campo che era stato diviso in tre per il torneo di calcio a 7 che si è svolto nei tre giorni, i tifosi erano i veri padroni. Si potrebbe immaginare una cosa del genere al San Paolo di Napoli, all'Olimpico di Roma o in un qualsiasi altro stadio italiano?

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Scritto da Super User
Categoria: Prima pagina
Pubblicato: 07 Giugno 2016

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Ripartire dal calcio popolare per tornare a lottare insieme

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  • Calcio
  • Repressione
  • Riot

"Il calcio popolare negli ultimi anni in Italia è cresciuto parecchio, ma cosa s'intende per calcio popolare?”

Si chiama popolare perché nasce dalla volontà di vivere il calcio in maniera genuina, autogestendo la squadra con un gruppo di tifosi che si sostituisce a presidenti capi e padroni, senza sponsor né business attraverso l'autotassazione e le iniziative benefit e con l'obiettivo di vivere e liberare gli spalti dagli interessi e dai calcoli politico­mafiosi di molte tifoserie organizzate di squadre professionistiche. La necessità di agire in questo modo dipende dal fatto che il calcio oramai è diventato irraggiungibile a causa dei prezzi esorbitanti dei biglietti, non solo in tribuna ma anche in curva, rendendo sempre più difficile per chi non riesce ad arrivare a fine mese passare una domenica allo stadio (figurati andare in trasferta!); un business creato su misura per un pubblico sempre più controllato, basta pensare alle restrizioni che si è costretti a subire, insieme a orari improponibili dettati dagli interessi dello spettacolo e delle tv.

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Scritto da Super User
Categoria: Prima pagina
Pubblicato: 06 Giugno 2016

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  1. Calcio popolare: largo all'autocritica!
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  5. Calcio popolare: per alcuni si avvicina lʼora della verità
  6. Una squadra, una città, un popolo, un...marchio

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