La Cabardino-Balcaria è una delle ventidue repubbliche che compongono la Federazione russa: situata nel Caucaso settentrionale, si tratta di una regione etnicamente mista dove i due principali gruppi etnici, i cabardini e i balcari, subirono diverse vicissitudini (i primi una pulizia etnica nel diciannovesimo secolo, i secondi – di origine turca – la deportazione di massa negli anni Trenta); la sua capitale è Nalchik, sede dell’omonima università statale. Ma la peculiarità di questa città è un’altra, vale a dire il poter annoverare l’unico gruppo ultras dichiaratamente antifascista nel panorama russo, i Red-White Djigits.
(tutte le informazioni, i racconti, le suggestioni di questo articolo mi sono state date dagli entusiasti, affettuosi e simpatici tifosi Eisern Union che mi hanno adottato nella Curva Waldseite e a cui va la mia gratitudine)
Quella dell’Union Berlin, la piccola squadra di Köpenick, quartiere operaio di Berlino Est, non è solo una favola sportiva, è qualcosa di più. È un’esperienza che interseca il calcio, e in particolare una precisa idea di calcio, con il riscatto di una comunità nei confronti della Storia - quella che si studia sui libri. Profondamente intrecciata con gli avvenimenti che lungo il ’900 hanno travolto la città di Berlino, la vicenda calcistica dell’Union inizia oltre un secolo fa, nel 1906, anche se all’epoca si chiamava Fußballclub Olympia Schöneweide. Da allora, passando per gli anni bui del nazismo, dalla rifondazione post bellica alla DDR, il club ha vissuto ogni tipo di crisi e difficoltà, rialzandosi dalle cadute sempre e contro ogni aspettativa, proprio come la città e i suoi abitanti. “Rinati dalle rovine”, come recitava l’inno della Repubblica Democratica Tedesca.
L'Atlético Club de Socios è la prima squadra di calcio popolare in Spagna, ed è nato nel 2007 come atto di protesta contro la malagestione del consiglio di amministrazione dell'Atlético Madrid. L'obiettivo era creare un nuovo club con un sistema democratico, in cui l'opinione di ciascun membro avesse lo stesso valore. Hanno iniziato a gareggiare nella “Tercera Liga de Aficionados de Madrid” (ottava serie spagnola, a livello regionale) e il loro apice è stata la sesta serie (Preferente), categoria in cui hanno gareggiato la scorsa stagione retrocedendo.
Quattordici anni dopo la sua fondazione, la squadra che gioca le sue partite nel quartiere di El Bercial (Getafe), si mostra come pioniera del calcio popolare spagnolo. Ha una decina di dirigenti che si occupano di tutto il necessario nel club. Secondo uno di essi, Fernando Sánchez, “il nostro è un club popolare in cui i membri possono votare, un membro, un voto”, ha commentato. “A livello sportivo, la squadra allenata da Simeone è molto buona, ma a livello sociale è ancora governata da due persone che hanno fatto quello che hanno fatto […]. All'inizio ci sono stati problemi con l'Atlético de Madrid, poiché la dirigenza colchonera ha ritenuto che il nome e lo stemma della squadra non fossero legali”. Tuttavia, “ci sono molte squadre che adottano quella dicitura”.
Vi proponiamo questa traduzione dal sito francese Caviar magazine che racconta e descrive l’anima popolare della tifoseria dell’Atletico Madrid, che al netto di una svolta riconducibile all’estrema destra del suo principale gruppo ultras (anche se il Frente in realtà nasce a sinistra, per poi diventare apertamente di destra solo dopo il 2000 in seguito a un’operazione simile a quella avvenuta anche in alcune grandi curve italiane nello stesso periodo), e a prescindere dalla minoranza organizzata dei gruppi e dall’esistenza del Rayo Vallecano (che rappresenta però uno specifico quartiere), resta tendenzialmente la tifoseria popolare di Madrid.
Criticato per il suo stile di gioco difensivo e il suo scarno palmares, il club di Madrid è comunque a tutti gli effetti una “grande europea”. Ma essere un tifoso dell'Atletico Madrid non riguarda solo la partita della domenica, si tratta di abbracciare uno stile di vita a tutti gli effetti. Orgoglioso di coltivare la sua differenza rispetto a Real e Barcelona.