È possibile mettere il calcio italiano sul banco degli imputati senza rispiarmargli nulla e allo stesso tempo far comunque trapelare un amore viscerale per lo stesso? Sì, è possibile o almeno Juri sembra riuscirci.
È notizia degli ultimi tempi che il prossimo stadio del Cagliari calcio sarà intitolato all’uomo più iconico dell’arte pedatoria sarda: Gigi Riva. L’eccezionalità del fatto sta innanzitutto che il grande Gigi Riva è vivo e lotta insieme a noi, anzi ha ribadito con tutti gli scongiuri del caso che per lui rimane un onore.
Allora a noi di sportpopolare.it ci sembrava giusto approfondire il tema «Riva», con una recensione del libro di Luca Pisapia edito da Milieu edizioni nella collana Parterre.
Copertina del libro bella, con una foto di Riva con un sombrero e un volto glaciale rivolto verso ignoti. La fotografia è adatta perché riassume in parte l’anima western del libro. Apprezzatissima anche la scelta di usare le minuscole per il titolo e per il nome l’autore, come azzeccata la citazione di Gianni Mura nella quarta di copertina.
Nel merito il libro un mix tra saggio, romanzo e biografia si erge la figura mondiale fascinosa e granitica di uno dei più forti calciatori italiani di sempre. Perché quando la baldanza tenebrosa e tormentata giovanile di un varesotto di Leggiuno incontra l’isola nasce l’incanto, la resurrezione, la rivolta esistenziale che passa per i campi di calcio in terra, dove si mischiano le difficoltà della crescita e della vita di un ragazzo timido e introverso, con l’altrettanta durezza di un contesto isolano quasi ascetico, insormontabile.
Della Lazio del 1974 e del suo primo scudetto ne ho sentito parlare, ne ho letto e visto qualche documentario in quanto appassionato delle epopee che solo il calcio sa regalarci. Ai più saranno arrivate le storie dei giocatori più famosi di quella squadra, su di tutte quella tragica di Re Cecconi.
Un gruppo di giocatori capaci di portare uno storico scudetto dalla parte bianco azzurra della capitale, una squadra che fino a quel fatidico anno altalenava tra la Serie A e la Serie B e con appena una Coppa Italia in bacheca in più di settanta anni di storia.
Nonostante all’interno dello spogliatoio ci fossero due fazioni apertamente ostili – nel romanzo questo aspetto è ampiamente raccontato – sotto la guida di un allenatore illuminato la Lazio di quell’anno è stata capace di trasformare un’apparente debolezza in un punto di forza. Il nome di quell’allenatore dall’intuito fino e dalla calma serafica era Tommaso Maestrelli, non solo un semplice C.T., ma un uomo che quando fu l’ora di decidere da che parte stare durante il periodo buio della seconda guerra mondiale, scelse di combatte dalla parte dei partigiani in terra Jugoslavia.
Per questa volta nella nostra rubrica sulle recensioni dei libri, abbiamo deciso di farne uscire più insieme. Un filotto di tre libri sullo sport che abbiamo avuto modo di leggere ed apprezzare. Profondamente diversi tra loro nello stile, nella caratura, nelle implicazioni morali, nella stesura e nel significato, però uniti da un denominatore comune, il calcio e la società.
Tutti e tre si muovono in contesti molto simili, quell’Italia che va da metà anni Settanta e che attraversa gli anni ’80 fino a spegnersi dentro i terribili anni ’90. Il periodo del calciatore/lavoratore sta lasciando spazio al calciatore divo, patinato e sex symbol. Si parla dentro questi scritti, di malattia, di politica, di reflusso, di criminalità, di provincia e di città simbolo della decadenza. Sono state scelte casuali ma è come se questi tre libri mi avessero squarciato dentro lasciandomi però un filo per rilegare i pezzi. I libri quelli belli ti fanno anche questo. E chi sa leggere un libro può non vivere solo la sua, a volte, normale vita, ma le vite di altri, dei protagonisti nel bene e nel male.
Si soffre per un libro, si soffre per la vita, si gioisce per la vittoria. Tutto questo per dire che avere del tempo strappato all’ingombrante e soffocante ritmo della vita nel circuito consumista e dai ritmi di lavoro dà la possibilità di concentrarsi sulle cose belle e leggere amici e compagni è un’attitudine che va conservata e onorata. Noi di sportpopolare.it dal conto nostro cerchiamo di ingolosirvi a tale pratica parlando appunto dei libri che ci sono piaciuti. E a volte, raramente a dire la verità, anche di quelli che ci piacciono meno. Ma iniziamo questa carrellata di consigli per gli acquisti valevoli anche post feste natalizie, propriamente dette.