Domenica 13 marzo, a Istanbul si è disputata la Coppa della Resistenza a cui hanno partecipato lo Spartakistanbul, una squadra mista della “Lega Efendi” * e della “Lega Gazoz” **, l'Istanbul United, il Karadolapspor, e i nostri amici ateniesi dell'Asteras Exarchion che si sono aggiudicati la vittoria finale del torneo battendo in finale il Karadolapspor per 4-2.
Ma al di là del risultato sportivo, ciò che è stato realmente importante è il messaggio simbolico di questo torneo che ha visto presenti squadre di due città e realtà europee così speculari come quella turca e quella greca unite dal medesimo messaggio riportato nel comunicato stampa dell'organizzazione: “Il calcio è bello per le strade non sul mercato azionario” che si poneva l'obiettivo di combattere il calcio business, il razzismo, il sessismo, il fascismo le espressioni di odio, e tutti i tipi di discriminazione, rilanciando allo stesso tempo progetti di unità, pace, amicizia e fratellanza, e di resistenza ai processi capitalistici capaci di crescere e diffondersi col tempo.
Era la prima volta che assistevo a un incontro di rugby, domenica. L'ultima (e unica) volta che ci ero andato vicino, molto vicino, fu quasi per caso: era il febbraio del 2009 e per festeggiare il conseguimento della mia laurea triennale andai in vacanza in Irlanda; la penultima sera del mio soggiorno, scoprii, quasi per caso, che l'indomani si sarebbe giocata la partita Irlanda-Inghilterra valida per il “6 nazioni”. Il giorno successivo, dopo una notte in cui le mie aspettative di assistere a un qualcosa di simile alle vigilie dei match calcistici più caldi, farciti da molta tensione in mezzo alle strade della capitale irlandese e gente che non avrebbe fatto molto per nascondere una reciproca ostilità, erano state frustrate da un coesistenza quantomeno pacifica nelle strade di “Temple Bar” e non solo, scoprii ancora più casualmente che l'ostello in cui avevo alloggiato per tutta la durata del mio viaggio era a non più di un paio di isolati dal leggendario “Croke Park”. Questo stadio, il più grande di Dublino, resta il principale punto di riferimento per gli sport gaelici e giusto un paio di anni prima, nel 2007, era stato aperto anche agli altri sport, compreso l'inglese rugby, e decisi di andare a vedere il clima che si respirava nelle vie circostanti, prima di imbarcarmi sull'aereo di ritorno. La sensazione che ebbi all'immediato ritorno, fu quella di rammarico per aver perso non solo un evento sportivo di caratura internazionale, ma anche una vera e propria festa di popolo e che difficilmente avrei potuto avere un altro impatto così gioviale e “popolare” con uno sport non esattamente nelle mie corde, quale resta tuttora il rugby.
Domenica 15 novembre all’Arena Garibaldi, stadio Romeo Anconetani, si gioca un derby importante e molto sentito tra Pisa e Siena. Importante sia per la classifica, in quanto le due squadre toscane disputano un campionato di vertice in Lega Pro, sia per la rivalità sugli spalti che si è creata negli anni Novanta, alla fine di un’antica amicizia del tifo organizzato.
Sui gradoni ci sono 8000 supporter della squadra di casa e 400 tifosi ospiti. Il colpo d’occhio è notevole: fumogenate, bandieroni e tifo acceso per sostenere le compagini in campo. Nonostante l’articolo 9, i divieti, i tornelli, le tante diffide e restrizioni a cui il fenomeno ultras è obbligato da diversi anni, il clima che si respira sembra quello di tempi passati, che le giovani generazioni purtroppo non hanno goduto ma che comunque è ancora ben radicato nei comportamenti, nello stile e nella mentalità.
Anche il fine settimana appena trascorso nella città di Pisa è stato molto intenso: venerdì 13 novembre il Movimento di lotta per la casa, composto da 80 famiglie sotto sfratto, e i Comitati dei quartieri popolari pisani occupano il Comune in protesta alle problematiche abitative, ai 400 sfratti in città, alle 4000 case vuote, ai punti negati nelle graduatorie delle case popolari e allo scandalo mafioso che vede interessato Bulgarella, noto imprenditore siciliano che da venti anni costruisce palazzi speculando su affitti e tasse, indagato per lo stretto legame con Cosa Nostra e le intercettazioni con il sindaco Filippeschi e l’assessore alla casa Zambito del Partito Democratico.
Ancora guai per James McClean, l'ala nord-irlandese del WBA, finita nuovamente nell'occhio del ciclone a causa di tematiche extra-calcistiche, vale a dire la smodata esultanza, esibita alla fine del match terminato 1-0 per la sua squadra, in faccia ai sostenitori avversari del Sunderland, rei di aver intonato per gran parte del match cori contro lo stesso giocatore (un ex della partita) e anche contro l'I.R.A., e che ha portato a un accenno di rissa coi calciatori avversari Graham e Cottermole, evitata soltanto dall'intervento di altri calciatori (tra cui il capitano dell'Irlanda e del Sunderland John O'Shea).
Com'è sua abitudine, il ventiseienne nato a Derry a fine partita ha rivendicato il suo comportamento (e anche per questo la FA, la federazione calcistica inglese, aveva minacciato McClean di squalifica, ma ieri è arrivata la decisione: richiamo ufficiale, niente multa o tanto meno "ban") spiegando le motivazioni per cui l'ha fatto, le stesse per cui in precedenza aveva scritto una lettera ai suoi tifosi per spiegare quali sono le motivazioni che lo spingeranno anche per quest'anno a non celebrare il "Remembrance Day", non sfoggiando l'apposito papavero.