Continuano ad andarsene sempre i migliori. È questa la prima cosa ho pensato quando, giovedì 30 novembre 2023, ho saputo della scomparsa a soli 65 anni di età di un gigante della musica irlandese quale Shane MacGowan.
Già il solo fatto che sia scomparso lo stesso giorno del suo connazionale Oscar Wilde mi ha fatto capire quanto sia stato importante questo cantante per la storia della Repubblica d’Irlanda. Ma non è solo questo aneddoto che lega il nome di Shane alla terra dei folletti e dei trifogli.
Alberto Ginulfi se n’è andato ed è lutto nel mondo del calcio e della A.S. Roma in particolare.
Un signore di ottantadue anni con mani forti e sguardo duro cresciuto nel popolare quartiere operaio di San Lorenzo, per di più un romanista verace, un proletario e soprattutto un portiere di calcio. Sicuramente tra i migliori del suo tempo in Italia, seppur circondato da una concorrenza agguerrita nel ruolo che negli anni ’60-’70 vi era nel nostro paese e nel resto d’Europa. Fu coevo di Zoff, Yashin, Albertosi e Paolo Conti giusto per citarne alcuni.
Molti ingenui lettori del mio libro Estremi Difensori, magari di quelli meno attenti e politicizzati, richiedono sovente perché in questa serie di portieri che racconto non c’è menzione a Gianluigi Buffon. In realtà c’è ma non una menzione positiva e qui vi spiego il perché. A luglio siamo stati subissati di articoli riportanti l’addio definitivo al calcio giocato di Buffon, a 45 anni dopo una lunga carriera costellata tra l’altro della grande vittoria mondiale del 2006 (so che tutti penserete ora in questo istante alla parata sul colpo di testa di Zidane, per carità bella e importante, ma da portiere vi dico abbastanza facile!).
Il mondo della sound system culture è un po’ più solo. Pochi giorni, per l’esattezza mercoledì 12 aprile 2023, ci ha lasciato una vera e propria icona di questo ambito musicale: l’artista Colin Reuben, da molti conosciuto con il soprannome Jah Shaka, da altri con quello di “Zulu Warrior”.
Nato a Clarendon, nella zona della Giamaica sud-orientale, non si sa bene in che anno preciso però, questo artista si trasferisce in Inghilterra a metà del XX secolo. Come numerose altri migliaia di caraibici, infatti, trova molto attraente quel paese occidentale che, per molte centinaia di anni, ha sfruttato le sue colonie caraibiche depredandole sotto numerosi punti di vista.
L’impatto con l’isola inglese è molto duro come per la maggior parte dei migranti arrivati dalle ex colonie. A fine anni ’60, c’è chi dice il 1968 ma la data precisa non si conosce, dopo essersi avvicinato alla cultura e al credo del rastafarianesimo, Jah Sahaka inizia a costruire il suo sound system personale.