Quando il Presidente del Consiglio ha firmato il Decreto del 9 marzo (allargando di fatto la “zona arancione” e le restrizioni che questa porta con sé a tutto il territorio nazionale) le nostre attività erano già sospese da quasi una settimana.
Sembra passata una vita eppure risale solo a due settimane fa l’ultimo allenamento della squadra.
Sportivamente stavamo vivendo una stagione esaltante che, non senza qualche passo falso, ci vedeva terzi con un occhio alle prime della classe e uno alle dirette inseguitrici per la zona play-off (dal 2° al 5° posto per chi, per fortuna sua, non fosse pratico di Terza Categoria).
Il connubio tra la musica reggae e il calcio è un argomento che ho già trattato in qualche articolo nel passato. Adesso se ne ripresenta l'occasione per raccontarvi una nuova storia che unisce questi due ambiti che, agli occhi dei più, risultano essere assai distanti tra loro.
Il 1 marzo 1945 nasceva, nella piccola cittadina giamaicana di Saint Ann's Bay, il cantante Burning Spear (il cui vero nome è Winston Rodney). Domenica prossima, 1 marzo 2020, Spear festeggerà i suoi 75 anni, la stessa età che avrebbe compiuto un certo Bob Marley se fosse ancora in vita.
Oltre alla questione anagrafica sono molti i legami che legano Burning Spear a Robert Nesta. Entrambi infatti sono nati nella zona nord dell'isola caraibica, precisamente nella parrocchia di Saint Ann (una delle quattordici zone in cui è diviso, da punto di vista legale, il paese).
Venezuela, Cile, Ecuador e adesso Bolivia. Sono molti gli Stati del continente sudamericano interessati negli ultimi mesi da una situazione di grave crisi interna dal punto di vista politico e sociale, benché siano sommovimenti di segno politico molto diverso tra loro. Ciò che sta succedendo dalle parti di La Paz rappresenta solo l’ultimo esempio, in ordine cronologico, che si può fare in tal senso. A far scoppiare la “rivolta”, o per meglio dire le manovre golpiste delle forze di destra, nella terra di Evo Morales, il presidente indigeno in carica dal 2006, è stata la discussa vittoria dello stesso Morales durante le ultime elezioni nazionali tenutesi lo scorso 26 ottobre.
Spesso menzionata, ma poco compresa, la storia dell’Irlanda è dura e complessa quanto ricca e stimolante. Il calcio, come spesso accade, è un potente strumento per comprendere la società e le questioni storiche. Il Celtic Glasgow e i suoi fan più fedeli non fanno eccezione.
Fondato da immigrati irlandesi, il Celtic Glasgow, sebbene abbia sede in Scozia, è un perfetto riflesso della storia dell’Irlanda. Ma se il club è ancora sensibile a determinate cause, il Celtic – come quasi tutti i club professionisti – è diventato una società il cui scopo principale è il profitto. Garante della tradizione, del fervore e della passione, la Green Brigade viene spesso ammirata dal 2006 per i suoi messaggi forti. Attraverso tredici anni di vita di questi ultras, torniamo sulla storia di una nazione e di un club che non è meno popolare e mitico.