Ce n’eravamo già occupati l’anno scorso in occasione dei nostri approfondimenti speciali per i mondiali in Russia, auspicando un repentino cambiamento in grado di garantire l’accesso agli stadi per le donne iraniane, ma le cose stanno andando diversamente. Infatti, è notizia proprio di questi giorni che Sahar Khodayari, una ventinovenne attivista per i diritti delle donne, nonché tifosa dell’Esteghlal, uno dei club più prestigiosi del Paese persiano, è morta in seguito alle ustioni su oltre il 90% del suo corpo che si è procurata il primo di settembre gettandosi addosso una gran quantità di benzina. La tragedia è avvenuta davanti al tribunale di Teheran dove la donna era chiamata a difendersi dalle accuse nei suoi confronti di «insultare il pubblico sfidando il codice di abbigliamento per le donne» essendosi travestita da uomo (stratagemma diffuso tra le donne iraniane per poter entrare negli stadi) per poter assistere a una partita della sua squadra del cuore, l’Esteghlal, e per «aver partecipato a uno scontro fisico con le forze di sicurezza» avendo resistito all’arresto, ma più in generale per la sua opera di sensibilizzazione su questa situazione spinosa.
Più di 209 anni fa un popolo eroico raggiunse l’indipendenza grazie al sacrificio e all’unità di tutti quelli che difesero la bellissima terra dei Guaranì. La libertà era il desiderio di coloro che cercavano a tutti i costi di difendere la propria storia, identità e discendenza affinché non venissero sterminate. Libertad è anche il nome di uno dei club più importanti di quel Paese, soprannominato “El Gumarelo”. Questo club è stato fondato il 30 luglio 1905 grazie agli sforzi di giovani e studenti che hanno definito il club come un’“Associazione atletica di esercizi fisici”, il cui obiettivo sarebbe stato promuovere il gioco del calcio, così come il vigoroso sviluppo dei giovani.
Il 5 maggio 1992, allo stadio Furiani di Bastia, durante la semifinale di Coppa di Francia, 18 persone morirono e più di 2000 restarono ferite.
La causa fu la decisione dei dirigenti del club Corso di sostituire in qualche giorno la tribuna esistente (750 posti) con una struttura metallica (9300 posti), allo scopo d’accogliere più persone possibili per la partita.
È stato provato che i lavori furono realizzati senza i permessi di demolizione necessari e la Lega Corsa fu investita da accuse di corruzione relative all’emissione di un falso documento che attestava l’avviso favorevole della commissione di sicurezza.
Nel corso della nostra attività ci è capitato più volte di seguire e documentare quanto i gruppi ultras siano stati importanti, se non a tratti decisivi, per la crescita e lo sviluppo delle proteste nei paesi del Maghreb che hanno assunto il nome univoco di “Primavere arabe”, nonostante spesso queste avessero caratteri mutevoli di nazione in nazione. Forse una delle poche costanti, principalmente per quel che riguarda Egitto e Tunisia, era proprio rappresentato da quell’elemento di rottura, prevalentemente giovanile e oltranzista, incarnato dai frequentatori delle curve che in tutto il contesto nordafricano rappresentano uno dei pochi spazi di dissenso e autorganizzazione consentiti. Anche il Marocco non è stato del tutto esente né dai sommovimenti sociopolitici né dalla presenza in essi dei supporters più esagitati.