Salento, terra di mare e di ottima cucina ma anche di molti problemi come la disoccupazione. Inoltre, pur essendo il sud storicamente una terra accogliente, non mancano, specie in questi ultimi anni, sentimenti come il razzismo e l'estremismo di destra.
Per fortuna però, nel tacco dello stivale italiano, ci sono anche alcune realtà che cercano, in vari modi, di contrastare questi fenomeni e, in alcuni casi, stanno tentando di colmare quel vuoto che le istituzioni hanno lasciato vuoto.Un ambito di lotta molto attivo è sicuramente quello legato al mondo del cosiddetto “sport popolare”.
Già alcune settimane fa abbiamo avuto il piacere di pubblicare un comunicato dello Spartak Lecce, la squadra di calcio popolare della città più importante della zona, sulla questione riguardante la costruzione della Tap. Una presa di posizione molto forte contro un'opera che viene portata avanti nonostante la ferma opposizione della popolazione locale.
I problemi non finiscono certo qui, basti pensare a tutta la questione dello sfruttamento nelle campagne, a danno della manodopera migrante ma non solo. Di tutte queste cose si cerca di parlare anche organizzando eventi come la “No Racism Cup”.
Dal 19 al 22 luglio 2001 si svolse, nella città italiana di Genova, la riunione dei capi di Stato degli 8 paesi più industrializzati della terra, meglio conosciuta con il termine di G8. La repressione della polizia fu durissima per fermare le numerose manifestazioni di protesta che si tennero in quelle stesse ore nel capoluogo ligure.
Tra le numerose persone che presero parte alle manifestazioni contro il vertice dei “grandi della Terra” vi erano moltissimi giovani che, ad oggi, si ritrovano a dover pagare ancora le conseguenze di quella loro scelta. Inoltre furono molte e differenti le organizzazioni che si mobilitarono in vari modi in quelle calde giornate estive del 2001.
Visto che siamo una testata di sport popolare ci siamo chiesti se, e in che modo, questo lato dello sport abbia dato un suo contributo in termini di partecipazione alle proteste in occasione del G8 del 2001. Per farlo abbiamo intervistato un atleta della “Massa Rugby Genova”, realtà nata nello scorso gennaio e molto attiva nel campo militante della città della Lanterna.
Da qualche settimana il Salento, per essere precisi la zona della Marina di Melendugno e di San Foca, è al centro dell'interesse nazionale a causa della costruzione del TAP (Trans-Adriatic Pipeline). Il progetto , che prevede la costruzione di un gasdotto per trasportare il gas naturale dall'Azerbaijan al cuore dell'Europa, rischia seriamente di distruggere una delle più belle zone della costa adriatica italiana.
Per questo, e per molti altri motivi, la popolazione locale ha dato il via ad una protesta che, tra blocchi dei cantieri ed altre azioni, ricorda molto quella che il popolo della Val Susa sta portando avanti, da oramai 25 anni, contro il treno ad alte velocità della TAV. Tutto questo va avanti nonostante la ferma convinzione delle istituzioni locali e nazionali che dicono che questa grande opera debba essere portata avanti visto il suo “interesse strategico”, non si sa da quale punto di vista però, per il paese.
Non insisteremo tanto sull'assunto che lo sport è una metafora della nostra società: in fin dei conti è la mission che ci siamo posti sin dall'inizio di questo progetto, pertanto nessuno si aspettava che nell'Italia, la terra del gattopardiano "se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi", la situazione in seno alle federazioni sportive potesse essere un'eccezione. Anzi, forse proprio queste rappresentano uno degli specchi più fedeli del nostro paese, con un gruppo ristretto di persone che tra nepotismo e illeciti di varia natura non hanno intenzione di scollarsi dalle poltrone grazie alle quali, oltre a incrementare il proprio rendiconto personale, sono riusciti a creare una vasta rete di clientele inscalfibili nel tempo, il tutto ovviamente senza la benché minima rappresentanza femminile.