Provocatorio. Eppure un pezzo come questo di Dario Morgante, sul calcio, ci sta tutto. Se non altro per smontare in chiave antisessista la cappa di machismo che avvolge il “gioco più bello del mondo”. E per sollecitare una riflessione interessante: quando accadrà che anche lo sport, come il resto della società, inizierà a potersi dire misto?
Immaginare uno sport più da froci del calcio è difficile. Guardate il campo: uomini maschi contro uomini maschi. In pantaloncini. Corrono, si strattonano, si battono come leoni.
Fin qui dite che somiglia a tanti altri sport.
Certo che sì.
Infatti credo che lo sport sia in generale una roba da froci. Ma così come il gay pride è la massima e pubblica frociata, politicamente e culturalmente rilevante, il calcio è la summa aurea dell’omosessualità sportiva.
Andiamo avanti.
Da che mondo è mondo, esiste una “storia” ufficiale, che passa agli annali, viene presa per vera e, soprattutto, è invariabilmente scritta dai vincitori. Poi ci sono le storie, o le leggende, senza le quali la storia ufficiale sarebbe un freddo e scarno referto di avvenimenti. Quelle che colorano il mondo, gli danno senso profondo, spiegano i comportamenti umani più di mille trattati scientifici. E il calcio è uno di quei mondi che non può fare a meno di simili leggende, quelle che andremo a conoscere con questa serie di racconti. E si badi bene, queste storie sono vere. Come sono vere tantissime altre leggende e storie tramandate. Parafrasando Pasolini, “sono vere ma non abbiamo le prove”. Semplicemente la tradizione orale, i racconti sentiti a bordo campo, negli spogliatoi, nelle chiacchiere da bar tra addetti ai lavori, nelle redazioni. La storia raccontata dal popolo, che viene trascritta solo se qualcuno ci si mette, come accadde millenni fa a tale Omero. Pur non avendo simili ambizioni, abbiamo ricevuto delle storie da un suo umile e anonimo emulatore contemporaneo. E queste storie ci raccontano, nellʼarco degli ultimi ventʼanni, il calcio dellʼimbroglio, dello scandalo, del sottobosco, non solo nel “calcio che conta” ma anche nella laida provincia, tra personaggi dʼaltri tempi e macchiette di paese. Dove lʼanima potente e quella popolare del calcio e dellʼessere umano si fondono in una trama ridicola e inquietante, deprimente ed esaltante. Il tutto sotto lo sguardo di un “Grande Vecchio” che tutto sa e tutto può. Da oggi, per qualche settimana, ogni giovedì su sportpopolare.it. Buona lettura.
Nei prossimi giorni l’etichetta Hellnation Libri – Red Star Press manda in libreria “Gruppo d’Azione. Sovvertire l’ordine – Creare il caos”, (http://bit.ly/1Ozq5hZ) scritto da Alessandro Casolari e da Filippo Landini per raccontare la storia e le gesta della “prima linea dei tifosi della Spal”, la storica squadra della città di Ferrara. Insieme agli immancabili scontri con le forze dell’ordine e le tifoserie avversarie, “Gruppo d’Azione” raccoglie la memoria di una “generazione a delinquere”: giovani e meno giovani travolti dal trionfante edonismo scaturito dagli anni Ottanta, eppure decisi ad affermare con ogni mezzo necessario la propria negatività rispetto a un’ideologia che pretende di spacciare quello in cui viviamo come “il migliore dei mondi possibili”… in attesa dell’uscita del libro, pubblichiamo in anteprima un capitolo del libro. Si intitola “Colpire tutto, educare nessuno” e parla del giorno in cui lo striscione del Gruppo d’Azione fa il suo esordio. Siamo a Padova ed è il 2 novembre del 1986…
In uscita in questi giorni per l’etichetta Hellnation Libri – Red Star Press, “La guerra del pallone” di Gabriella Greison (http://bit.ly/1Pkiozx) racconta storie di vita e di calcio in Palestina. Pubblichiamo l’introduzione al volume firmata da Roberto Vecchioni, noto non solo per brani come “Samarcanda” o “Luci a San Siro”, ma anche per aver parlato di Palestina in due canzoni, riprese in questo pezzo: “Shalom” e “Marika”.
Era il 2002 quando è uscita la mia canzone “Shalom” (fa parte dell'album “Il lanciatore di coltelli”, EMI), raccontava di un ragazzo israeliano che si faceva delle domande. La sua, era una presa di posizione netta, precisa, rispetto alle idee integraliste della sua famiglia. Era un ragazzo che pensava, che ragionava con la sua testa, e quindi - per questo motivo - si faceva delle domande. Il testo della canzone era molto costruito, molto profondo: era una sorta di volo, di allargamento delle solite vedute politiche su quest’argomento. Era un segnale, che avevo voluto lanciare, come dire: esiste sempre un altro punto di vista sulle cose. Basta girarsi, basta cambiare prospettiva. È dovere di un intellettuale far vedere ogni prospettiva. Io uso le parole, per dire qualsiasi cosa: le canzoni sono un prolungamento dei miei pensieri. Le canzoni, come i libri, servono sempre a questo scopo.
Il testo era chiaramente un invito al dubbio, al porsi delle questioni. Non soltanto per noi, per loro. Era un invito alla pace. Perché anche così si contribuisce.
Direttamente dalle pagine del primo numero di UNO-DUE, la nuova rivista-libro dedicata al mondo del calcio in senso storico, sociale, politico e culturale, un bel contributo di Nicolò Rondinelli, stimato autore di Ribelli, sociali e romantici. FC St. Pauli tra calcio e resistenza (Bepress, 2015). Oggetto dell’articolo, la Germania di Lӧw, capace di vincere in Brasile il quarto titolo mondiale tedesco, ma soprattutto di raccogliere il «frutto di una politica pluridecennale di valorizzazione dei giovani, e di uno spirito di coesione totale, non solo a livello calcistico».
Una vittoria globale. Un sapore di rivincita, dicono in molti. La Germania di Götze, Müller e Neuer, orchestrata dal bravo Joachim Löw, ha fatto terra bruciata in una terra già martoriata da speculazioni e relative proteste. Silenziosa, sobria, quadrata e compatta com’è suo abituale uso. Una corazzata con un’età media pari a 26 anni e 114 giorni, frutto di una politica pluridecennale di valorizzazione dei giovani calciatori.
Un punto di vista differente sui fatti di stretta attualità sportiva e sociale.
Fatti, notizie e curiosità sullo sport popolare, sulla settimana appena trascorsa e su quella che verrà
Donne e uomini diventati per qualche motivo esempio
Il mondo dello sport popolare visto attraverso gli occhi della letteratura, della musica e della cultura popolare
Quello che la settimana riserva: appuntamenti, incontri, partite e iniziative su tutto quello che è sport popolare