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Non è mai una semplice festa di compleanno - Avanti Quartograd!

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Una delle poche costanti della mia vita è che quando mi ritrovo a prendere decisioni d’istinto, frutto del momento, successivamente me ne pento sempre e devo ammettere di avere pensato a ciò anche la notte di venerdì scorso, quando ho maturato la decisione di andare a Quarto. In fin dei conti ero stato a Napoli quattro giorni prima a chiusura di un periodo in cui per vari impegni ho fatto su e giù per la penisola senza sosta e la cassa di autofinanziamento di sport popolare langue.

Fortunatamente, ogni regola per essere tale deve necessariamente avere un’eccezione e nel mio caso si è trattata proprio di questo viaggio, perché nonostante tutto, le parziali giustificazioni appena elencate non potevano né risparmiarmi dai rimorsi se fossi rimasto a casa e nemmeno essere un concreto contrappeso alla voglia di andare a salutare il Quartograd, la sua tribù e tutte le altre realtà presenti.

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Scritto da Giuseppe Ranieri
Categoria: Eventi
Pubblicato: 04 Luglio 2018

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Torna il Seven Antirazzista degli All Reds!

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Negli ultimi tempi il problema del razzismo ha investito sotto vari punti di vista il nostro paese. Il neo-governo a tinte gialloverdi, d'altronde, con la nomina a Ministro dell'Interno del segretario leghista Matteo Salvini ha dato un chiaro segnale, almeno a parere di chi scrive, da questo punto di vista.

Appena preso possesso delle stanze del Viminale, Salvini stesso ha fatto capire le sue reali intenzioni al grido di “prima gli italiani” e ha iniziato a scandire slogan giornalieri contro i migranti che, nelle ultime settimane, stanno ricominciando a raggiungere le coste italiane. Tutto questo ha aumentato ancora di più quel clima d'odio razziale nei confronti del “diverso”.

Dalle parole, purtroppo, si è anche passati ai fatti. Il 2 giugno scorso Soumaila Sacko, un migrante maliano, vittima del capolarato e sindacalista dell'USB, è stato ucciso a fucilate nella provincia calabrese di Vibo Valentia. La sua colpa era stata quella di andare a cercare delle lamiere in un capannone abbandonato della zona per poter costruire un rifugio.

A tutto questo clima d'odio e di “paura del diverso” per fortuna ci sono varie forme di resistenza che interessano vari ambiti della società italiana. Tra questi, non poteva certo mancare quello dello sport popolare.

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Scritto da Super User
Categoria: Eventi
Pubblicato: 14 Giugno 2018

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Non è uno sport per donne? Spunti ed esperienze per un calcio antisessista

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Torna l'appuntamento primaverile con la BIG LEBOWSKI FEST, la festa di autofinanziamento della CURVA MOANA POZZI e del CENTRO STORICO LEBOWSKI.

ORE 19:00 INIZIATIVA al COVO:
"NON E' UNO SPORT PER DONNE? SPUNTI ED ESPERIENZE PER UN CALCIO ANTISESSISTA"

Da attaccante di razza, figlia di attaccante di razza, si ricorda di esserci praticamente nata con la voglia di calciare verso la porta. Certo, ci fu poco da ridere quella volta che, durante una trasmissione sportivonazioalpopolare, un noto opinionista prestato al calcio dal divano d’attesa di un barbiere, le chiese ridendo, con malizia spacciata per ironia: «Quindi a te piace concludere?…» Quale pena, rifletteva tra sé la donna ripensando a quella battuta idiotae quante volte aveva pensato di spedire lontanissimo tutte quelle paure e quel disagio. Mandare via le stronzate e quei discorsi a metà tra bar e la facoltà di sociologia.

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Scritto da Super User
Categoria: Eventi
Pubblicato: 10 Aprile 2018

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Tra recensione ed evento: "La storia balorda" di Marco Ballestracci

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Negli ultimi tempi abbiamo fatto incetta, e nella maggior parte dei casi con estremo gusto e interesse, di molti libri scritti sotto la forma particolare dello storyelling, ma leggere un romanzo sportivo vero e proprio ci mancava e parecchio. Colti dalla bramosia come un goleador che manca da troppo tempo dalla segnatura seppur giocando bene, abbiamo letto “La Storia Balorda” di Marco Ballestracci.

Fin dalla nostra conoscenza lo scorso anno quando presentammo a San Lorenzo “I Guardiani”, magnifico libro sui portieri di calcio, ci riproponemmo di continuare la collaborazione anche quest'anno e quando si arrivò al dunque ci disse con una punta d'orgoglio e innata modestia: “leggetevi la storia balorda il mio romanzo sul calcio, dicono, e non io, che sia il mio migliore”.

Beh, confermiamo, il libro di Marco è bellissimo. Nella forma, nel contenuto,  nella sintassi e nel suo messaggio. Toccare un arco di tempo di 50 anni attraverso voci, personaggi e aneddoti del periodo più nefasto dell'umanità, partendo dal tempo, siamo nel '38, in cui il nazismo era ancora sottovalutato dagli stessi ebrei, passando per quel fascismo trionfante dei due Mondiali che sancirono nella testa dei gerarchi che l'Italia con i “figli di Mussolini” fosse veramente una nazione superiore, fino a varcare quel mondo subdolo e grondante di sangue e sparizioni che furono gli anni argentini della dittatura della giunta militare, con Mondiale vinto nel '78 annesso.

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Scritto da Super User
Categoria: Eventi
Pubblicato: 16 Marzo 2018

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"35 secondi ancora": il 10 marzo cultura e sport popolare ad Acrobax

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Il mondo della militanza politica di sinistra ha da sempre interessato vari ambiti sportivi a livello mondiale. Uno di questi eventi, proprio in questo 2018, vedrà cadere il suo 50esimo anniversario.

Il 16 ottobre 1968, infatti, durante lo svolgimento della XIX edizione dei Giochi Olimpici a Città del Messico, due atleti afro-american, Tommie Smith e John Carlos, vinsero la medaglia d'oro e quella di bronzo nella finale dei 200 m di atletica. Durante la premiazione i due atleti salirono sul podio scalzi e sollevarono il pugno chiuso avvolto da un guanto nero, senza cantare l'inno nazionale americano.

Il tutto per portare il loro supporto al movimento del Black Power e all’“Olympic Project for Human Rights”. Entrambe queste organizzazioni, in quegli anni, si battevano per sconfiggere un male come il razzismo che “interessava” gli Stati Uniti d'America.

Ad immortalare quella scena, che sarebbe diventata conosciuta in tutta il mondo, fu la fotocamera Nikon di un certo John Dominis. La foto è diventata una delle più conosciute a livello mondiale visto che, per trasmettere il loro chiaro e semplice messaggio, né Smith e né Carlos hanno avuto bisogno di compiere chissà quali gesti. Bastò un semplice movimento del corpo per levare quel velo di indifferenza sugli occhi del mondo intero che non voleva sapere niente di una situazione assurda che interessava, da parecchio tempo, quello che ama definirsi il paese più democratico del mondo.

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Scritto da Super User
Categoria: Eventi
Pubblicato: 05 Marzo 2018

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