Uno scontro faccia a faccia, più di cento persone per parte, tutti compatti, prime linee serrate e qualche minuto di botte da orbi, rigorosamente a mani nude, prima di un faticoso intervento delle forze dell'ordine a dividere i contendenti. Siamo tornati con la macchina del tempo nel piazzale di uno stadio di fine anni '80? No, i video che in questi giorni impazzano sul web riguardano un evento molto particolare, forse unico nel nostro paese, il Palio di Siena. Un evento che pur svolgendosi due volte l'anno catalizza le attività della città e delle sue contrade per tutto l'anno e riveste un'importanza enorme e totalizzante, generando intrighi, manovre politiche, e ovviamente incroci di alleanze ma soprattutto violentissime rivalità, che spesso sfociano in scontri (non solo nei giorni del Palio), i quali stavolta hanno però avuto un effetto scenico davvero potente. Insomma, il Palio rappresenta per Siena quello che in molte altre piazze viene rappresentato dalla squadra di calcio e dalla relativa curva, e a questo va aggiunto il fatto che tutto ciò affonda radici in un passato e in una tradizione molto più lunga di quella calcistica. Dal nostro punto di vista, il Palio e tutto ciò che gli ruota intorno rappresentano, in un certo senso, la quintessenza dello sport popolare. Se non fosse che è dubbia la definizione di quella corsa come “sport”, ma non divaghiamo.
In seguito all'articolo scritto ieri da Francesco Berlingieri sulla questione ultras, gruppi, tessera e trasferte, che solleva in maniera finalmente de-ideologizzata alcune questioni, ci sembra interessante continuare questa riflessione, stimolandone anche ulteriori allargamenti e sperando di renderla collettiva.
Guardando agli ultimi anni, la battaglia contro la tessera del tifoso è stata eletta come ultimo avamposto ideale per difendere i brandelli di quello che fu il movimento ultras come lo abbiamo imparato a vivere sulla nostra pelle (a seconda delle varie generazioni, chi prima chi dopo), ma l'impressione è che sin dall'inizio si sia trattato di un qualcosa di sovraccaricato "ideologicamente" dagli ultras stessi: i biglietti nominali, in fin dei conti, non sono così dissimili dalla tessera del tifoso (se non fosse per quest'articolo 9, che peraltro a quanto sembra viene adoperato a propria discrezione dalle varie questure), eppure a parte qualche flebile protesta, organizzata da quello che all'epoca si poteva definire un tentativo di coordinamento nazionale del movimento ultras (forse un po' troppo verticistico e centralizzato, ma non è questo il tema…) passarono senza colpo ferire, magari anche per il fatto che furono adottati a stagione in corso e, di fatto, fummo posti davanti al fatto compiuto.
Si yo fuera Maradona
saldría en mondovision
para gritarles a la FIFA
¡que ellos son el gran ladrón!
Manu Chao
Pochi giorni fa l’intero mondo del calcio è stato letteralmente sconvolto da una rivelazione improvvisa, un fulmine a ciel sereno, una di quelle cose che mai ti aspetteresti che fossero possibili: i vertici della Fifa sono corrotti!
Ancora una volta abbiamo assistito, come in ogni occasione in cui ci sia il minimo problema di ordine pubblico intorno ad una partita giocata nel nostro paese, ad un unanime coro di lamento e condanna condito dal comportamento allarmistico, ma non sarebbe esagerato dire terroristico, dei media, specie nelle ore immediatamente successive ai fatti. Una linea di condotta ormai solidamente affermata, scontata come le telefonate dei parenti il giorno del tuo compleanno.