Tra i vari appuntamenti dello sport popolare in vena di ripresa, sia come concetto che come pratica, spiccava il decennale degli RFC Lions Ska di Caserta, una realtà capace di diventare uno dei punti fermi del movimento nazionale unendo istanze e battaglie globali, con quelle esigenze territoriali che una città come Caserta ti porta ad avere, e che se declinate nel modo migliore possono essere una vera e propria marcia in più, com’è stato nel loro caso.
La consueta kermesse podistica in memoria di Miguel Benancio Sanchez, giovane maratoneta scomparso durante gli anni della dittatura argentina, quest’anno, complice l’impennata invernale dei contagi, è coincisa con il giorno in cui il paese si appresta a celebrare la liberazione dal nazifascismo. Una manifestazione che mantiene viva la memoria su un periodo buio della storia, e che conferisce continuità all’operato delle madri di Plaza de Mayo, il movimento spontaneo nato per chiedere verità e giustizia per tutti i figli scomparsi negli anni bui della dittatura militare. Avere vent’anni nell’America latina a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta presupponeva assumere delle scelte sul proprio avvenire: decidere se navigare controcorrente ai regimi o continuare a vivere da indifferenti, per dirla con Gramsci.
Il 28 aprile è una data abbastanza particolare per la storia del Belpaese. In quel giorno del 1945 veniva infatti ucciso Benito Mussolini a Dongo, piccolo paese della provincia di Como. Il giorno seguente il suo corpo veniva appeso a Piazzale Loreto a Milano per rendere ufficiale la fine del regime fascista.
Sempre in questa giornata, però, avvenne anche un altro importante evento che coinvolse un famoso personaggio sportivo a livello internazionale. Il 28 aprile del 1967, esattamente 55 anni fa, il pugile americano Muhammad Alì, dichiarandosi obiettore di coscienza, rifiutava di arruolarsi nell'esercito americano per andare a combattere in Vietnam.
Se atrocità e propaganda sono le uniche due certezze della guerra, non è difficile immaginare quanto anche gli sport da combattimento possano diventare vettori del consenso, soprattutto in due paesi come Ucraina e Russia dove pugilato, mma e lotta sono pietre miliari del sistema educativo-sportivo, oltreché sport molto praticati, con un discreto seguito a livello di opinione pubblica.
In un momento in cui oltre al brutale scontro militare sul campo persiste un conflitto più sofisticato – ma ugualmente importante e determinante – che si combatte a livello comunicativo, tutto è utile a livello di propaganda. Quindi anche gli sport da combattimento diventano tasselli importanti di un mosaico più complesso.