Nella realtà in continua espansione del calcio popolare italiano, non bisogna mai dimenticare l'importanza delle realtà che militano nei campionati amatoriali, le quali tra l'altro hanno dato anche un massiccio contributo all'assemblea romana del 5 gennaio. Molteplici i motivi che portano a scegliere di non militare nei campionati federali, ma nelle svariate categorie amatoriali sparse per lo stivale: c'è chi lo fa per rifiuto di partecipare alla Federazione, cosa che significherebbe riconoscere questo organismo così corrotto come il legittimo terreno in cui competere; così come c'è chi compete in queste categorie in attesa di avere le spalle abbastanza larghe. Infine, alcune squadre che hanno una compagine che milita in Federazione conservano anche una o più squadre amatoriali, con il lodevole tentativo, anch'esso in espansione, di mettere su squadre di calcio (per ora a 5) femminile. Negli ultimi tempi abbiamo anche iniziato a ricevere dei giusti appelli a seguire maggiormente l'andamento delle squadre amatoriali, cosa che quindi in una qualche misura ci impegniamo a fare.
Il Coordinamento Cittadino di Lotta per la Casa è una realtà presente sul territorio romano ormai da tantissimo tempo. Nasce con questo nome nel 1988, ma eredita già una tradizione pluridecennale di lotte per il diritto allʼabitare, in cui sostanzialmente si occupano stabili, pubblici o privati, lasciati vuoti e abbandonati, per mettersi un tetto sopra la testa nel momento in cui non ci si può più permettere un affitto o un mutuo; facendo ciò si mette anche automaticamente in piedi una vertenza con le autorità politiche per porre fine a questa situazione di eterna precarietà, e quindi per ottenere case popolari a tariffe eque, oppure per poter recuperare e regolarizzare gli stessi palazzi occupati. Detta così sembra facile, ma ovviamente la classe politica è da sempre, ma forse negli ultimi anni in modo ancor più accentuato, asservita ai poteri forti della città, tra cui spiccano proprio i palazzinari. Ragion per cui le soluzioni non vengono mai trovate, si salvaguardano a tutti i costi i profitti e le rendite, si continua a sfrattare chi non può pagare e a lasciare famiglie in mezzo alla strada. Lʼunica risposta data a chi occupa per necessità è spesso la repressione, principalmente sotto la forma dello sgombero.
Senza dubbio un tentativo riuscito, e non era affatto scontato. Anche perché non era certo la prima volta che le esperienze del calcio popolare tentavano di darsi momenti di incontro e discussione: dai campeggi estivi ad altre assemblee, negli ultimi anni era già stato possibile per alcune esperienze conoscersi tra loro, discutere e confrontarsi. Ma questa probabilmente è stata la prima volta in cui la discussione è andata a incidere nel vivo dei temi e delle problematiche che squadre di calcio autorganizzate si vivono quotidianamente. Si è insomma superata la dinamica un poʼ rituale (per quanto anchʼessa forse necessaria in un primo momento) del raccontarsi ognuno la propria storia e del ripetersi quanto progetti simili possano essere belli e importanti sia per costruire un calcio diverso che per interagire con il proprio territorio. Sembra in sostanza che questi punti preliminari siano finalmente assodati e si possano dare praticamente per scontati.
La sosta natalizia è senzʼaltro un buon momento per tracciare un nuovo bilancio parziale della stagione del calcio popolare. Per alcune squadre, specie quelle dei campionati “maggiori”, siamo al termine del girone dʼandata o giù di lì, e quindi il ritratto della stagione già prende forma in modo sufficientemente chiaro. In altri casi, soprattutto al sud e in Terza Categoria, si è ancora alle prime giornate, anche a causa di gironi spesso poco numerosi. In ogni caso, ogni bilancio deve tener conto del fatto che, trattandosi di un movimento in ascesa, moltissime squadre sono allʼesordio nella loro categoria: chi perché appena promosso, chi perché appena iscritto in Terza Categoria. E come sappiamo, spesso le vittorie sono frutto di un lavoro lungo e paziente. Proprio a causa di questa premessa, il bilancio può essere ritenuto davvero positivo. Ma andiamo a vedere nel dettaglio in quale situazione le ormai tantissime squadre popolari vanno a viversi queste festività.