Golovkin vs Lemieux non è stato proprio un evento di sport popolare. Piuttosto una grande vetrina per il pugilato con premi milionari, diverse cinture di campione del mondo in palio, lustrini, paillettes e pay-tv, incorniciata alla perfezione in uno dei templi moderni della boxe e dello sport in generale, ovvero il “newyorkese” Madison Square Garden.
L’incontro di sabato 17 ottobre, valevole per la riunificazione del titolo dei pesi medi non ha tradito le aspettative, rivelandosi una dimostrazione energica di quanto il binomio guantoni-ring sia ancora capace di regalare emozioni al grande pubblico e non solo a una minoranza di irriducibili appassionati della boxe.
L’uno di fronte all’altro, due dei pugili più promettenti degli ultimi anni: Gennadij Golovkin, kazako, classe 1982 campione Wba, Ibo e Wbc a interim dei pesi medi, e Fabien Lemieux, nato a Montreal nel 1988 e campione in carica Ibf.
Inizia domenica 4 ottobre la seconda stagione di Seconda categoria per i rossoblu sanlorenzini, che dopo aver raggiunto l'anno scorso una salvezza tranquilla puntano quest'anno a scalare qualche posizione in classifica. In questa stagione il loro campo per le partite casalinghe sarà quello di Largo Preneste, non troppo lontano dal quartiere, ma per questa prima di campionato l'Atletico si deve adattare ad uno scomodo cambio di location: per problemi logistici e sovrapposizione di partite, il match è spostato al campo della Libertas Centocelle, nell'omonimo quartiere, lungo via Palmiro Togliatti, ovvero qualche chilometro più ad est. Quella che era una partita casalinga diventa così praticamente in campo neutro, ma la tifoseria non si scoraggia e raggiunge il campo di gioco.
Che il mondo del calcio (e in generale quello dello sport) non fosse proprio il terreno più progressista all'interno del nostro paese era cosa assodata da tempo. Anzi nessun discreto osservatore faticherebbe a rintracciare al suo interno i prodromi di quella cultura conservatrice, machista e reazionaria, caratteristiche del periodo fascista e con cui si pensava di aver chiuso i conti alla fine del secondo conflitto mondiale, e che invece proprio in questi specifici rivoli della società vedeva l'annidarsi di forme di resistenza al progresso culturale e sociale. Dalla dinastia Lauro fino a Ciarrapico, passando per Franco Carraro, senza dover scomodare gli esempi più inflazionati, visto che, purtroppo, sono molteplici i casi elencabili.
Quello che invece non molti sanno è che sembra essere esplosa una vera e propria guerra tra le alte gerarchie del calcio nazionale ed il movimento di calcio femminile che al momento sembra lontana dalla conclusione.
Allenamenti collettivi di boxe, lotta a terra, aikido, arrampicata, autodifesa, pole dance. Torneo di calcetto e partita di rugby, entrambi misti. Dibattiti e workshop intenzionati ad affrontare con taglio critico le tematiche legate all'antisessismo, sia nei confronti della controparte rappresentata dallo sport mainstream, sia al proprio interno, nei progetti di sport popolare costruiti dal basso. E un momento su tutti, la lotta nel fango, svoltasi la prima sera in mezzo ad un pubblico in delirio. Oltre a ciò, cene di finanziamento di vari progetti, dj set serali e un'organizzazione logistica di tutto rispetto, specie se si pensa che era una prima edizione. Insomma, fatica, sudore, cultura e divertimento.