Si conferma fino all'ultimo la maledizione dello spareggio per salire in Promozione: con la sconfitta del Quartograd per 2-0 contro la Sangiovannese diventano tre le squadre popolari ad essere uscite sconfitte dal match più importante (almeno a livello di prestigio sportivo) della loro storia: stesso destino era infatti già toccato al CS Lebowski e alla Brutium Cosenza. Nonostante la scandalosa decisione di far svolgere la partita a porte chiuse, il tifo per il Quartograd non è assolutamente mancato, con una folta rappresentanza della tifoseria flegrea che ha sostenuto incessantemente i propri ragazzi dall'esterno dell'impianto di San Sebastiano al Vesuvio. Nessun dramma ovviamente per queste sconfitte arrivate di fronte all'ultimo ostacolo: resta la consapevolezza della propria forza, della validità dei progetti di calcio popolare e di un futuro tutto da conquistare, visto che questo modello di organizzazione e di aggregazione non ha certo intenzione di fermarsi, e sta dando frutti in tutte le categorie in cui si trova. Resta tra le altre cose apertissimo il discorso dei ripescaggi, anzi si può dire che per la Brutium Cosenza i giochi siano fatti; quest'estate vedremo se anche qualcun altra delle nostre squadre potrà usufruire di questa possibilità...altrimenti da settembre si ripartirà all'arrembaggio per conquistare sul campo quello che ci spetta!
Matthias Moretti
Una vicenda che ha davvero dell'incredibile quella che si è sviluppata intorno allo spareggio per salire in Promozione, che domenica 21 vedrà protagonista il Quartograd. Un atto repressivo gratuito ed inspiegabile, visto che la motivazione ufficiale pare sia una presunta inagibilità dell'impianto, che però era stato scelto proprio come "campo neutro" in cui disputare lo spareggio. Evidentemente si tratta quindi di un volontario accanimento contro il Quartograd e il calcio popolare, e non è la prima volta che episodi gravi accadono alle nostre squadre, basti pensare all'arresto di Gigino di poco tempo fa. Sappiamo che il calcio popolare, con la sua aggregazione ma anche i suoi successi sul campo, sta facendo sempre più paura al sistema-calcio che conosciamo, e quindi inizia a trovarsi dei bastoni tra le ruote. Dobbiamo quindi stringerci attorno a questi progetti e difenderli da queste aggressioni: il Quartograd chiama a raccolta fuori dal campo sportivo di San Sebastiano, per sostenere la squadra in questa impresa storica. Di seguito il comunicato.
Molto più che per una partita agonisticamente intensa, ma dal coefficiente tecnico non eccelso, l’incontro di calcio disputatosi nello stadio “Poljud” a Spalato, tra Croazia e Italia, verrà ricordato per la svastica scavata nel campo e per i maldestri tentativi di cancellarla operati nell’intervallo dagli addetti al campo.
Uno spettacolo grottesco che ha attratto verso di sé il biasimo e le critiche generali da parte di tutte le autorità sportive e politiche nonché dell’opinione pubblica croata.
Dalla compagine governativa, guidata dal partito socialdemocratico croato (SDP), fino alla minoranza che fa perno intorno all’HDZ, il partito nazionalista fondato da Tudjman, passando per la presidentessa della Repubblica Kolinda Grabar Kitarovic, la condanna è stata unanime ed ha visto prendere posizione tutte le principali personalità politiche di entrambi gli schieramenti: i primi esprimono forte disappunto, invocando sanzioni esemplari per gli autori del gesto e scagliando caustiche note contro la negligenza dei responsabili dell’ordine pubblico, ma ribadendo la correttezza e la calorosità del pubblico croato che non può essere tenuto in ostaggio da frange minoritarie, mentre i secondi esigono una risposta immediata e forte da parte delle autorità. Da parte sua, il portavoce della questura spalatina Zeljca Radosevic, abbia detto che le autorità hanno già avviato le indagini e che il gesto con ogni probabilità è stato compiuto tra le 24 e le 48 ore prima della partita.
COME ABBIAMO SALVATO UN CAMPO DA CALCIO CHE DOVEVA DIVENTARE PARCHEGGIO
1. GENTRIFICAZIONE
Tutto è cominciato nel 2009, quando la giunta di Padova, all'epoca guidata dal PD e da Flavio Zanonato (in seguito divenuto Ministro dell'Economia del governo Letta), lanciò una serie di opere urbanistiche per riqualificare (leggi gentrificare cementificando) i quartieri della città. Una di queste prevedeva l'installazione di un maxi parcheggio scambiatore, al posto dello storico campo da calcio comunale di via Dottesio, situato nel rione Palestro, in cui è presente una forte concentrazione di case popolari e di famiglie con redditi bassi o pari a zero. La realizzazione dell'opera sarebbe costata 670.000 euro (frutto di finanziamento pubblico) e vincolata all'approvazione in consiglio comunale della variante urbanistica che avrebbe dovuto modificare la destinazione d'uso dell'area, da pubblica a privata. Quest'opera inutile e costosa doveva essere il primo passo per mettere le mani su Palestro, vera e propria enclave popolare sempre più interessata da appetiti speculativi, per la sua vicinanza al centro città.