Lo si diceva tempo fa: la battaglia contro la Tessera sta agli Ultras come quella per l’articolo 18 sta ai sindacati. Perentoria, universalmente legittima, totalmente inutile, indiscutibilmente perdente. Un feticcio, insomma. Che non tiene conto dei tempi e dei modi. Quando i sindacati si battevano per la difesa del posto di lavoro dai licenziamenti arbitrari, attorno v’era un mondo fatto di certezze più o meno incrollabili: di tempo indeterminato, di straordinari e ferie pagate, di maternità retribuite, di congedo parentale, di contributi Inps. La precarietà esistenziale, oltre a quella puramente lavorativa, ha devastato lo scenario dello scontro. I ruoli si sono confusi, fino a sovrapporre i confini del giusto e dell’ingiusto. Oggi, la difesa dei diritti dei lavoratori non precarizzati, è ferrovecchio minoritario. Indispensabile per mantenere alta la credibilità di chi lo sostiene. Irricevibile, per il resto del mondo. Perché reso tale dal contesto. Che cambia, cambia, cambia in peggio. A velocità incomprensibili. Alle quali non ci si può adattare.
Per gli Ultras è uguale.
Parere personale.
Sabato scorso abbiamo avuto il piacere di essere ospiti in quel di Benevento, in occasione della festa per il primo compleanno dell’Atletico Brigante, la locale squadra di calcio popolare. Inoltre la serata è stata anche quella del debutto ufficiale della nostra distro di Hellnation Libri.
I locali del Centro Sociale Depistaggio hanno ospitato la presentazione del libro St. Pauli siamo noi con l'autore Marco Petroni con dibattito annesso e dopo la cena il rap di Kento e di ragazzi più giovani, beneventani e foggiani.
Un'ottima occasione insomma per conoscere più da vicino questo progetto che si appresta ad affrontare la sua seconda stagione. Il bilancio della prima è largamente positivo sotto vari aspetti: l'aggregazione di molte persone, per lo più giovanissime, intorno ad un progetto che fa di solidarietà e antirazzismo le proprie bandiere è un aspetto per noi forse scontato ma che, in provincia forse ancor più che nella metropoli, rimane di fondamentale importanza (anche se bisogna dire che, con ben due centri sociali e delle occupazioni a scopo abitativo, Benevento dà l'impressione di essere città molto più attiva e dall’attitudine antifascista di come uno se la potrebbe immaginare da fuori).
Si conferma fino all'ultimo la maledizione dello spareggio per salire in Promozione: con la sconfitta del Quartograd per 2-0 contro la Sangiovannese diventano tre le squadre popolari ad essere uscite sconfitte dal match più importante (almeno a livello di prestigio sportivo) della loro storia: stesso destino era infatti già toccato al CS Lebowski e alla Brutium Cosenza. Nonostante la scandalosa decisione di far svolgere la partita a porte chiuse, il tifo per il Quartograd non è assolutamente mancato, con una folta rappresentanza della tifoseria flegrea che ha sostenuto incessantemente i propri ragazzi dall'esterno dell'impianto di San Sebastiano al Vesuvio. Nessun dramma ovviamente per queste sconfitte arrivate di fronte all'ultimo ostacolo: resta la consapevolezza della propria forza, della validità dei progetti di calcio popolare e di un futuro tutto da conquistare, visto che questo modello di organizzazione e di aggregazione non ha certo intenzione di fermarsi, e sta dando frutti in tutte le categorie in cui si trova. Resta tra le altre cose apertissimo il discorso dei ripescaggi, anzi si può dire che per la Brutium Cosenza i giochi siano fatti; quest'estate vedremo se anche qualcun altra delle nostre squadre potrà usufruire di questa possibilità...altrimenti da settembre si ripartirà all'arrembaggio per conquistare sul campo quello che ci spetta!
Matthias Moretti