La fotografia, al giorno d'oggi, può rivelarsi uno dei più importanti mezzi di comunicazione. Quante volte si è riusciti, tramite un'immagine scattata da una qualsiasi macchina fotografica, a trasmettere emozioni o visioni del mondo difficilmente raccontabili?
Più foto messe insieme, a loro volta, riescono a descriverci in maniera chiara e nitida una situazione che, tramite l'uso di semplici parole, rischia di essere raccontata in maniera del tutto distorta.
Un esempio chiaro della potenza della fotografia lo si trova nel libro Oltre il ring. Come la boxe ha cambiato una borgata. Questa opera prima di Daniele Napolitano e Giovanni Cozzupoli, edito dalla casa editrice Il Galeone, si concentra su un luogo di Roma in particolare: la borgata del Quarticciolo e la sua palestra popolare.
Il 6 agosto 1962 la Giamaica diventava indipendente dalla corona inglese. Quel giorno, tra la strade della capitale Kingston, risuonavano le strofe “Gather together, be brothers and sisters. We're independent, we're independent. Join hands to hands, children started to dance. We're independent, we're independent” del celebre pezzo ska Foward March di Derrick Morgan.
Venerdì prossimo, 6 agosto 2021, saranno passati 59 anni da quella giornata storica per la piccola isola caraibica.
La Giamaica era entrata a far parte dei possedimenti dell'impero di britannico nel lontano 1670. Proprio in quell'anno infatti, per la precisione in data 18 luglio, era stato ratificato il Trattato di Madrid tra Londra e l'Impero iberico. Tale trattato aveva messo fine alla cosiddetta guerra anglo-spagnola durata dal 1655 al 1660.
Simone Biles, la giovanissima e strepitosa ginnasta statunitense, ha di recente abbandonato i Giochi olimpici in corso a Tokyo per un non ben precisato infortunio. Poco dopo la sua decisione ha però dichiarato: “ho dei demoni nella testa che non mi danno tregua, devo pensare alla mia salute”.
Michael Phelps, l'ex nuotatore marziano che ha frantumato ogni record acquatico, in questi giorni è sceso nel profondo delle sue viscere e ha scelto di raccontare al mondo intero di avere sofferto di una brutta depressione e di problematiche legate all'ansia. “Non vergognatevi, è ok non essere ok”; ha detto lui.
Tom Daley, britannico d'oro nei tuffi, ha approfittato del suo risultato per lanciare un messaggio liberatorio dal podio: “orgoglioso di essere gay e medaglia d'oro, non siamo sbagliati”.
Ogni accenno ai Giochi Olimpici è un'opportunità per i propagandisti sportivi istituzionali di prostrarsi al totem del vecchio barone baffuto. Soprattutto dopo l’assegnazione delle Olimpiadi del 2024 a Parigi, ottenuta in seguito al ritiro delle sue principali rivali.
È da almeno un secolo che le generazioni sono permeate dalla retorica de “l'importante è partecipare”, che lodiamo i valori sacri dello spirito olimpico mentre ci viene imposta l'ingombrante eredità di un de Coubertin presentato come un benevolo patriarca al quale saremmo eternamente debitori; che si cerca di inculcarci in maniera edulcorata che i Giochi Olimpici sono una festa. Non lo sono mai stati.