Sono state le Olimpiadi nell’epoca del Coronavirus, rimandate nel nome dello spettacolo che è stato comunque monco a causa dell’assenza di spettatori. Sono state le Olimpiadi nell’epoca del ‘woke’, della paura nei confronti di nuovǝ potenzialǝ ‘Smith e Carlos’, di gesti eclatanti che potessero scuotere la comunità. Sociale e olimpica. Sono state le Olimpiadi che hanno rimesso al centro il tema della salute mentale e dello sport, perché non è vero che basta praticarlo per stare bene. Sono state le Olimpiadi nelle quali abbiamo soppesato ogni risultato che avesse la bandiera italiana, ogni medaglia o la sua assenza, con l’obiettivo di far quadrare un bilancio o trovare il pelo nell’uovo a ogni costo. Eppure non è per forza una medaglia a definire la caratura di una vittoria.
Con l'inizio dei vari campionati nazionali ha preso il via la nuova stagione calcistica nel Vecchio Continente. Da alcune settimane però sono cominciati anche i turni di qualificazione alle fasi ai gironi delle più importanti coppe europee.
Come ogni anno alcuni risultati raggiunti sui campi hanno lasciato abbastanza sbalorditi gli appassionati del mondo del pallone. Al fischio finale di determinati match sono partiti numerosi dibattiti che, molte volte, vanno ben oltre il semplice ambito calcistico.
Un esempio abbastanza eclatante sotto questo punto di vista, tra quelli che sono accaduti, ci porta alla partita giocata allo stadio Maksimir di Zagabria dove, nella serata di mercoledì 25 agosto, si è giocato il ritorno tra i padroni di casa della Dinamo Zagabria e la squadra “moldava” dello Sheriff Tiraspol. L'incontro, conclusosi con il risultato di 0 a 0 , ha decretato la prima storica qualificazione alla fase finale della coppa dalle grandi orecchie del team calcistico “moldavo”, che aveva vinto il match di andata con un perentorio 3 a 0.
Al netto delle dichiarazioni ufficiali o meno e di tutti gli orientamenti politici, le Olimpiadi fungono innegabilmente da catalizzatore di interesse – e perché no passione – non solo nei confronti di quegli sport più disparati che tendenzialmente vengono sottovalutati nel periodo che intercorre tra un’edizione e l’altra, ma anche verso uno slancio tendenzialmente patriottico che – con delle specifiche eccezioni frutto di conflitti e che rimanda ad altri tipi di patrie – ci porta a esultare per le vittorie anche in quelle discipline di cui ignoravamo l’esistenza fino a pochissimo tempo prima.
Certo, sicuramente poi siamo in tanti a non limitarci al tifo per la nazionale di riferimento, ma ad affiancare a essa altri interessi speciali. Non è certo un segreto che dal nostro blog seguiamo con passione gli sforzi e i successi e delle spedizioni di Cuba e del Venezuela e di altri rappresentanti del socialismo del ventunesimo secolo, così come poi a livello personale abbiamo simpatia per altre nazioni, come del resto succede a ogni latitudine.
La fotografia, al giorno d'oggi, può rivelarsi uno dei più importanti mezzi di comunicazione. Quante volte si è riusciti, tramite un'immagine scattata da una qualsiasi macchina fotografica, a trasmettere emozioni o visioni del mondo difficilmente raccontabili?
Più foto messe insieme, a loro volta, riescono a descriverci in maniera chiara e nitida una situazione che, tramite l'uso di semplici parole, rischia di essere raccontata in maniera del tutto distorta.
Un esempio chiaro della potenza della fotografia lo si trova nel libro Oltre il ring. Come la boxe ha cambiato una borgata. Questa opera prima di Daniele Napolitano e Giovanni Cozzupoli, edito dalla casa editrice Il Galeone, si concentra su un luogo di Roma in particolare: la borgata del Quarticciolo e la sua palestra popolare.