Ci sono certe storie che per quanto siano sorprendenti si ritrovano scaraventate fuori (o nel migliore dei casi, relegate all’angolo) dalla storiografia ufficiale.
Prima del crollo di Wall Street e dell’innalzamento a dogma del consumismo mediante lo shopping compulsivo di noi comuni mortali che ormai possiamo fare acquisti solo quando gli sconti superano la nostra fantasia, per “Black Friday” si intendeva una delle giornate più aspre dell’Inghilterra di inizio Novecento. Infatti il venerdì 18 novembre del 1910 fu segnato da scontri anche abbastanza cruenti tra le forze dell’ordine e 300 militanti della Women’s Social and Political Union (WSPU) che, una volta appreso che per l’ennesima volta il parlamento inglese non avrebbe discusso dell’allargamento del suffragio alle donne, decisero di dirigersi verso di esso, in piccoli gruppi, per far sentire la loro protesta.
Miguel Angel Cotto compie oggi 41 anni: fa il promoter, ogni tanto gioca a golf, ma è difficile non immaginarlo sempre e comunque testa a testa al centro del ring.
Questo perché il pugile portoricano, nonostante gli anni che passano, ha lasciato nei cuori degli appassionati un ricordo indelebile.
Frammenti e immagini mai sfocate – piuttosto nitide e lucenti – di un atleta capace solo di avanzare, accorciare la distanza, lavorare al corpo con geometriche serie gancio-montante ed estenuanti sotto-sopra, ingaggiare battaglie all’arma bianca contro chiunque.
Generoso, coraggioso, maestro del corpo a corpo, nei diciassette anni da professionista Cotto è stato capace di accettare tutti gli incontri proposti, di rifiutare ogni calcolo strategico.
Non si è mai risparmiato, non si è mai “scelto” un avversario di comodo, ha solo voluto, sempre e comunque, combattere i migliori.
Storia di 9 anni di esistenza, storia di centinaia di persone coinvolte, storia di formazione di tecnici e giocatori, storia di gestione assembleare, storia di azionariato popolare come sostentamento, storia di 26 nazionalità che coesistono, storia di un progetto di natura aggregativa, storia senza ideologismi, storia di preminenza al bene comune, storia di centinaia di iniziative pubbliche e gratuite, storia di concerti, storia di presentazioni di libri, storia di partite, storia di tifo organizzato, storia di parità di genere dentro e fuori al campo, storia di ragazzi tolti alla strada e al bivacco, storia di progetti di riqualificazione del territorio, storia di esistenze libere, storia di osmosi generazionale, storia di rispetto di tutte le religioni, storia di integrazione, storia di rispetto delle differenze, storia di cene, storia di pranzi, storia di dibattiti, storia di difesa di una piazza, storia di difesa del verde, storia di difesa di chi difese il quartiere,
Secondo alcune teorie, ancora da comprovare empiricamente, una dei presupposti affinché l’universo resti in una sorta di equilibrio sostenibile, non bisognerebbe mai sguinzagliare un esemplare di Dopone in giro per la penisola e col senno del poi – sfogliando i risultati elettorali, ma non solo – potremmo dire che siamo sempre più vicini all’accettazione di questo assunto anche da parte di quella parte di comunità scientifica più scettica.
Noncurante ciò, dopo neanche settantadue ore dalla fine del primo mini-tour di presentazioni di Curve Pericolose, mi rimetto in viaggio destinazione Milano, in quello che – a proposito di equilibrio cosmico – non so se è un unicum assoluto, ma quanto meno abbastanza raro, è un weekend che vede entrambe le squadre meneghine giocare in trasferta, non certo un colpo di fortuna per i calciofili, ma quello è il weekend designato per la prima edizione di “Campo Aperto”, l’evento che avrebbe riaperto la stagione dei festival calcistici in presenza; ironia della sorte abbastanza vicino a San Siro.