I gruppi ultras, nell’epoca attuale, si caratterizzano molte volte per un loro coro ad hoc. Pochi giorni fa un importante gruppo della curva sud romanista, i Fedayn, dopo un vile attacco subito allo stadio Olimpico lo scorso 4 febbraio da un gruppo di paramilitari serbi, ha visto bruciare il suo striscione nello stadio della Stella Rossa di Belgrado, nel corso del match tra i padroni di casa e il Cukaricki.
Questo importante gruppo ultras, nato il 12 marzo 1972, aveva un coro specifico che lo caratterizzava. Il coro del gruppo ultras in questione, che aveva la sua base nel quartiere capitolino del Quadraro, veniva cantato all’inizio di ogni match della squadra giallorossa. Esso si rifaceva a un vecchio canto anticlericale, conosciuto tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, e aveva il titolo “Quanno che more un prete”.
Domenica scorsa, quando i Fedayn si sono ripresentati in curva Sud, nel corso del match tra la Roma e il Verona, per la prima volta dopo l’esposizione della loro pezza nello stadio della capitale serba, il settore più caldo del tifo romanista (seguito dall’intero stadio interamente sold-out) ha cantato, più e più volte nel corso della partita, il coro simbolo dei ragazzi del Quadraro per render loro omaggio.
La ventiduesima edizione della Coppa del Mondo della Fifa, in corso in queste settimane in Qatar, passerà alla storia per uno storico traguardo sportivo raggiunto sul campo. Nella piccola penisola del golfo Persico una nazionale del continente africano, il Marocco, ha raggiunto la semifinale della rassegna iridata.
Anche il Senegal di Diouf e Diop, che durante il mondiale del 2002 in Corea e Giappone fu una delle storie più raccontate di quel grande evento dai media occidentali, si fermò ai quarti di finale del torneo venendo eliminato dalla Turchia tramite lo spietato “golden gol”.
I giocatori del grande paese con capitale Rabat, invece, guidati dal tecnico Walid Regragui, in Qatar hanno compiuto un passo in più raggiungendo un match che potrebbe garantirgli l'accesso alla finalissima del torneo.
Domenica, con la partita inaugurale tra i padroni di casa del Qatar e i sudamericani dell'Ecuador, è cominciata ufficialmente la XXII edizione della Fifa World Cup. La nazionale italiana di Roberto Mancini non figura tra le squadre partecipanti visto che è stata eliminata dalla Macedonia del Nord, la sera del 24 marzo 2022, allo stadio Renzo Barbera di Palermo, dopo la sconfitta con la nazionale di Skopje arrivata con un gol del difensore Aleksandar Trajkovski al 92'.
Il Belpaese, nonostante la figuraccia sul terreno da gioco, si è però assicurato una cospicua partecipazione, nel piccolo emirato del Golfo Persico, durante la rassegna calcistica iridata. Sono infatti ben 560 i militari nostrani presenti a Doha, nel periodo di svolgimento della Coppa del Mondo Fifa, per contribuire alla sicurezza armata del grande evento.
Il Mondiale in Qatar che inizierà il prossimo 20 novembre resterà senza alcun dubbio un evento sportivo controverso. Le perplessità, attorno alla celebre kermesse, non si limitano al periodo dell’anno in cui si disputerà, ma anche al riaffiorare di antiche e nefaste consuetudini. Si era evinto già nell’inchiesta del 2013, condotta da “France Football”, come la designazione della sede ospitante il Mondiale di calcio fosse stata in realtà manovrata da un accordo di bottega. L’indagine aveva dimostrato come il 23 novembre 2010, durante un pranzo all’Eliseo, l’allora presidente della repubblica francese Nicolas Sarkozy assieme all’emiro Al Thani e Michel Platini avessero definito l’accordo per l’acquisizione del PSG da parte del fondo qatariota Sports Investments in cambio dell’assegnazione del Mondiale.