Il 25 aprile appena trascorso, per il calcio dilettantistico laziale, è stato un turno di campionato in piena regola. Una scelta che lascia spazio a qualche dubbio: se da un lato a livello logistico un mercoledì festivo suggerisce un perfetto turno infrasettimanale, resta però il fatto che per una parte consistente di questo paese si tratta una festa estremamente importante e sentita, che si preferisce passare svolgendo altre attività, più o meno militanti. Sicuramente di questo pezzo di paese fanno parte i progetti di calcio popolare, ma tant’è, c’è poco da fare e si scende in campo. A pochi metri di distanza l’una dall’altra, vista l’ubicazione dei campi, Atletico San Lorenzo e Villa Gordiani giocano entrambe in casa, e nonostante che per andare da un impianto all’altro sia necessario un “giro largo” che fa perdere diversi minuti, diventa possibile una sorta di “doppia cronaca”.
La selezione venezuelana di pugilato di solito brilla nei Giochi centroamericani e caraibici, ma le sanzioni guidate dagli Stati Uniti hanno negato loro l'opportunità quest'anno.
Quindici pugili venezuelani non sono stati in grado di raggiungere gli spareggi dei Giochi centroamericani e dei Caraibi del 2018 in Messico a causa di un complotto internazionale guidato dagli Stati Uniti per isolare il paese bolivariano, ferendo la gioventù della nazione.
Le sanzioni, promosse dagli Stati Uniti e dai suoi alleati della "destra del gruppo di Lima", mirano a colpire i leader politici venezuelani, ma in realtà colpiscono l'intera popolazione venezuelana, interrompendo in ultima analisi le opportunità di sviluppo anche in attività non politiche come il pugilato.
Una fonte anonima ha parlato a “Panorama” [tv peruviana ndt], all'inizio di questa settimana, dei problemi che la federazione di pugilato e il governo hanno affrontato nel tentativo di inviare la delegazione in Messico.
Negli ultimi mesi di Catalogna e Barcellona se n’è parlato parecchio. Tanto per l'eliminazione dei “blaugrana” della Champions League a opera della Roma, quanto per la politica catalana. Referendum indipendentista, repressione della polizia spagnola, arresti e politici in esilio, comparse in prima pagina hanno obbligato molti a prendere posizione. Per molte tifoserie e squadre è stato facile, mentre altre, curiosamente quelle più legate al business, hanno cercato di evitare di rispondere alle domande.
Per fortuna, non tutte le squadre sono così. Sono stati soprattutto i club delle categorie inferiori a mostrarsi più vicini al popolo catalano, probabilmente tra tutti hanno spiccato i protagonisti dell’“autentico derby di Barcellona”, il UE Sant Andreu e il CE Europa. Squadre di terza categoria (quarta categoria statale), legate a due quartieri (Sant Andreu e Gràcia) inglobati dall'espansione della capitale catalana. I paesi, trasformati in quartieri, hanno sempre mantenuto una forte identità indipendente come se nulla fosse cambiato. Per questo anche nel rettangolo di gioco lottano per con contendersi l'onore di essere il terzo club della città.
È quello che avranno pensato i tifosi romanisti quando il responsabile ticketing della As Roma, dottor Carlo Feliziani, ha detto che i biglietti per il settore ospiti di Barcellona-Roma del 4 aprile, gara valevole per l'andata dei quarti di finale di Champions League, costeranno circa 90 euro: 89 per essere esatti. Quasi due piotte del vecchio conio insomma…
Altra spesa da non sottovalutare è quella dell’aereo, mezzo usato da molti sostenitori giallorossi per raggiungere Barcellona. La partita, facciamo notare, si gioca pochi giorni dopo la festa di Pasqua, uno dei periodi dell’anno in cui spostarsi in aereo non è proprio economico. Il risultato finale è che per vedere la Roma giocarsi una partita storica c’è chi spenderà anche 500 euro per un viaggio di neanche due ore.