Negli ultimi mesi di Catalogna e Barcellona se n’è parlato parecchio. Tanto per l'eliminazione dei “blaugrana” della Champions League a opera della Roma, quanto per la politica catalana. Referendum indipendentista, repressione della polizia spagnola, arresti e politici in esilio, comparse in prima pagina hanno obbligato molti a prendere posizione. Per molte tifoserie e squadre è stato facile, mentre altre, curiosamente quelle più legate al business, hanno cercato di evitare di rispondere alle domande.
Per fortuna, non tutte le squadre sono così. Sono stati soprattutto i club delle categorie inferiori a mostrarsi più vicini al popolo catalano, probabilmente tra tutti hanno spiccato i protagonisti dell’“autentico derby di Barcellona”, il UE Sant Andreu e il CE Europa. Squadre di terza categoria (quarta categoria statale), legate a due quartieri (Sant Andreu e Gràcia) inglobati dall'espansione della capitale catalana. I paesi, trasformati in quartieri, hanno sempre mantenuto una forte identità indipendente come se nulla fosse cambiato. Per questo anche nel rettangolo di gioco lottano per con contendersi l'onore di essere il terzo club della città.
È quello che avranno pensato i tifosi romanisti quando il responsabile ticketing della As Roma, dottor Carlo Feliziani, ha detto che i biglietti per il settore ospiti di Barcellona-Roma del 4 aprile, gara valevole per l'andata dei quarti di finale di Champions League, costeranno circa 90 euro: 89 per essere esatti. Quasi due piotte del vecchio conio insomma…
Altra spesa da non sottovalutare è quella dell’aereo, mezzo usato da molti sostenitori giallorossi per raggiungere Barcellona. La partita, facciamo notare, si gioca pochi giorni dopo la festa di Pasqua, uno dei periodi dell’anno in cui spostarsi in aereo non è proprio economico. Il risultato finale è che per vedere la Roma giocarsi una partita storica c’è chi spenderà anche 500 euro per un viaggio di neanche due ore.
È vero che quello che solitamente è un provvedimento più unico che raro, a maggior ragione per quello che riguarda i campionati europei, in Grecia è diventata quasi un’abitudine, ma l’ennesima sospensione della Souper Ligka Ellada (la Serie A greca), la quinta in cinque anni comunicata da Giorgos Vasiliadis, il sottosegretario allo sport del governo Tsipras (sì, proprio quello…), potrebbe raccontare diverse cose sul momento attuale del paese ellenico.
Il motivo della decisione, com’è noto, riguarda le scene surreali avvenute al “Toumba Stadium” di Salonicco.
Ricapitoliamo: all’ottantanovesimo minuto del match tra il PAOK e l’AEK Atene, scontro decisivo per la classifica essendo rispettivamente seconda e prima, col risultato bloccato sullo 0-0 e quindi favorevole agli ospiti, in seguito a un calcio d’angolo il Paok segna. Il gol dapprima viene prima concesso e successivamente annullato tra le furiose polemiche dei padroni di casa e dei loro tifosi; immediatamente il presidente dl PAOK Ivan Savvidis entra in campo insieme ad alcune delle sue guardie del corpo, viene accompagnato fuori dai suoi body-guards, per poi rientrare dopo pochi minuti lasciando intravedere chiaramente di avere una pistola nella fondina, con la polizia ai bordi del campo smarrita (evidentemente in Grecia come in Italia c’è sempre una reticenza a esercitare le proprie funzioni contro i potenti a differenza di quanto avviene coi comuni mortali…); a quel punto la partita viene sospesa.
Metà marzo, alle spalle un’ondata di freddo, neve e pioggia che ha condizionato molti campionati, la primavera alle porte e con essa gli immancabili verdetti. È decisamente tempo di dare un’occhiata più approfondita ai campionati in cui sono impegnate le compagini popolari e gli affini progetti solidali e antirazzisti. Ma un piccolo spoiler arriva subito: si conferma un trend di crescita costante nei risultati, che va a fare da ciliegina sulla torta all’ottimo lavoro svolto da molte di queste realtà, specie nell’ambito dei settori giovanili e delle scuole calcio, che sembra ormai prendere le forme della vera scommessa vincente per portare un’alternativa concreta al calcio dei padroni. Come avremo modo di vedere nel dettaglio, si vince sempre di più, e chi ha già scalato buone vette tiene botta con orgoglio. E chi è arrivato da poco getta solide basi. Dopo questa premessa, che getta una luce tranquillizzante, ma perché no esaltante, sugli sviluppi futuri, con la garanzia che negli anni avremo molte altre grandi storie da raccontare, possiamo tuffarci nei numeri.