Provengo da una famiglia integralmente milanista, a tal punto che mio fratello, nato nel passaggio di consegne dal Milan di Sacchi a quello di Capello, si chiama Marco e non per caso. Uno dei più nitidi ricordi che ho della mia infanzia è la delusione dei miei parenti all’epilogo del campionato 1989-90, quello della “Fatal Verona bis”, per intenderci quella in cui l’arbitro Lo Bello fece il bello e il cattivo tempo determinando le sorti dell’intero campionato. Se a ciò si aggiunge che alle elementari il mio principale antagonista era Carlo, un ragazzino originario di Salerno tifosissimo del Napoli, forse si può comprendere come fino a un’età adolescenziale il mio sentimento nei confronti di Maradona fosse di ostilità e ben sintetizzabile nel coro ripetevo istintivamente quando lo vedevo in Tv; lo stesso che accompagnò gli ultras milanisti, all’epoca nel loro periodo ruggente, al seguito della squadra nella vittoria che consegnò a Sacchi lo scudetto del 1988 e al mondo una squadra che sarebbe entrata nella storia: “Guarda le bandiere, Maradona sono rossonere”, che faceva il verso alla famosa frase di Diego che per quel match non voleva vedere bandiere del Milan al San Paolo.
Poche ore fa è morto il grande attore e comico romano Gigi Proietti. Nato a Roma il 2 novembre 1940 e, fatalità del destino, spirato nel giorno del suo ottantesimo compleanno a causa di alcuni problemi cardiaci che lo avevano portato al ricovero in terapia intensiva in una clinica romana.
La carriera di questa personalità ha spaziato in vari ambiti: dalla televisione al cinema, famosa la sua interpretazione nella pellicolaFebbre da Cavallo, ma soprattutto il teatro. Grazie a lui, e alla sua direzione del teatro Globe Theatre di Roma, molta gente ha cominciato ad apprezzare un artista e drammaturgo del calibro di William Shakespeare.
Ci sarebbero molti aspetti da approfondire su quello che riguarda la Resistenza Greca. Secondo alcuni storici l’intero esito del secondo conflitto mondiale è in qualche modo collegato a essa e alla disastrosa campagna delle truppe dell’Italia fascista che per uscire da quel pantano ebbero bisogno dell’intervento in forze dei tedeschi che persero alcune settimane rivelatesi decisive quando poi nel bel mezzo dell’Operazione Barbarossa subentrò il “Generale Inverno”, un alleato formidabile per l’Armata Rossa. Anche la successiva guerra civile nel paese ellenico si rivelò indicativa di quali sarebbero stati gli sviluppi successivi del mondo e di come gli angloamericani avrebbero inteso la libertà, una “libertà di” preferita a una “libertà da” per dei popoli “liberi e autodeterminati”… ma non troppo. E fu proprio la differenza di vedute sulla guerra civile greca uno dei principali motivi che portarono alla rottura tra Stalin e Tito.
L'11 settembre è una data che, dal 2001, ha assunto un solo e specifico significato nel panorama occidentale. In quello stesso giorno però, qualche anno prima, si sono verificati altri due eventi che a parere di chi scrive vanno ricordati: il colpo di stato in Cile nel 1973 e la morte del cantante Peter Tosh nel 1987.
Sul golpe nel paese sud-americano, guidato dal dittatore Augusto Pinochet che potè contare sull'appoggio degli Stati Uniti d'America di Nixon per rovesciare il governo socialista di Salvador Allende, sono state raccontate parecchie storie riguardanti l'ambito sportivo in generale. Sul cantante dei Wailers, invece, non si è trovato quasi nulla che lo potesse ricondurre al panorama sportivo.
Ma andando un po' più a fondo nelle ricerche è venuta fuori una storia molto interessante che vale la pena raccontare.