Il calcio popolare nell'epoca attuale porta avanti alcuni concetti base come quelli di militanza e, soprattutto, resistenza. Un grande esempio di tenacia lo si ebbe però quasi cinque secoli fa, per essere esatti ben 490 anni.
Il 17 febbraio 1530, difatti, si svolse a Firenze quella che è passata alla storia come “la Partita dell'Assedio”. L'assedio da cui si dovevano difendere i concittadini della famiglia dei Medici era quello portato avanti dall'imperatore asburgico Carlo V, una delle più importanti figure storiche dell'epoca moderna europea.
L'attuale capoluogo toscano, al tempo, si era ribellato al potere della nobile famiglia e aveva proclamato, nel maggio del 1527, la cosiddetta “Terza Repubblica di Firenze”. Il papa di allora era Clemente VII e faceva parte della stessa casata dei Medici.
Il 6 febbraio 1945 nasceva, presso il piccolo paesino giamaicano di Nine Mile, Robert “Bob” Nesta Marley. Conosciuto in tutto il mondo come il più grande cantante reggae mai vissuto Marley, quest’anno, avrebbe compiuto 75 anni.
Uso il condizionale perché Bob Marley è morto l’11 maggio 1981, a Miami, a soli 36 anni di età a causa di un tumore. Quel tumore fu la conseguenza di una ferita non curata all’alluce destro che il cantante si era fatto durante una partita di calcio giocatasi il 10 maggio del 1977 a Parigi, durante il tour del favoloso album Exodus.
Nel mondo dello sport, si sa, ci sono alcuni eventi che passano alla storia perché raccontano ben più di quello che effettivamente avviene “sul campo”. Uno dei più famosi fu un incontro di boxe che si tenne esattamente 45 anni fa, il 30 ottobre 1974, presso lo Stade Tata Raphaël dell'allora capitale dello Zaire Kinshasa (oggi città principale della Repubblica Democratica del Congo).
Quel giorno sul ring, per sfidarsi nella conquista del titolo mondiale dei pesi massimi, salirono i due più importanti pugili del tempo: George Foreman e Cassius Clay. Quest'ultimo aveva già deciso di cambiare il suo nome in Muhammad Ali data la sua conversione alla fede islamica.
Il match rappresentava un vero e proprio confronto tra due mondi opposti e passò alla storia con il soprannome di “Rumble in the Jungle” (che in italiano verrebbe tradotto come “La Rissa nella Giungla”).
Erano giorni che pensavo a un articolo sul portiere, ma avevo il terrore come spesso succede che mi si etichetti per un partigiano del ruolo. Cosa che in effetti il più delle volte non fa una piega.
Avevo i miei ottimi spunti, il compleanno di Yashin per esempio,desistendo dallo scrivere per il sol fatto che stavolta, i più si erano documentati oltre le solite banalità sulla sua vita e carriera, trovando quel che si è scritto sul Regno Nero fosse buono e mai superficiale.
Poi sono usciti i nomi dei candidati al Pallone d’oro, occasione in cui, seppure in lizza ci fossero ben tre portieri, nessuno di loro era realmente un candidato forte per la vittoria finale. E perché? Se non ora quando? Avete visto la stagione di Alisson?