“Questa città ribelle e mai domata, dalle rovine dai bombardamenti”: recita così una strofa del più importante canto partigiano legato al periodo della Resistenza romana al nazi-fascismo. Questo evento storico coprì un lasso di tempo che va dal 10 settembre 1943, poche ore dopo la firma dell’armistizio tra la monarchia italiana e gli anglo-americani, fino al 4 giugno 1944.
Martedì 4 giugno 2024, cadrà l’ottantesimo anniversario dalla fine di quei fatti. Un periodo che la Città Eterna ricorda con particolare commozione.
A cadere nelle mani degli occupanti tedeschi e dei loro collaborazionisti fascisti furono infatti persone di numerose etnie e appartenenti a differenti classi sociali. In quel periodo si verificò anche la più importante rappresaglia che le truppe tedesche commisero nei confronti della popolazione locale di una città occupata: l’Eccidio delle Fosse Ardeatine, datato 24 marzo 1944.
Il 30 maggio è una data che, per i tifosi della Roma, evoca due tremende ricorrenze. In questo giorno del 1984 la squadra giallorossa, guidata dal barone Liedholm e con in campo alcuni personaggi come Falcao, Di Bartolomei, Ancelotti e Pruzzo, perdeva la sua unica finale della Coppa Campioni.
Il destino fu ancora più beffardo visto che la partita si giocò allo stadio Olimpico di Roma e tutta la parte della Città Eterna giallorossa si era mobilitata per quell’evento. Il match si concluse ai rigori con la vittoria, per 4-2, degli inglesi del Liverpool guidati da Joe Fagan.
Nel corso della sua storia millenaria, Roma ha conosciuto momenti di forte crisi. Uno di questi durò dall’8 settembre 1943 al 4 giugno 1944 quando la Città Eterna venne occupata dalle truppe naziste con il supporto dei collaborazionisti fascisti.
In quel lasso di tempo la Capitale subì una furiosa e quotidiana repressione portata avanti da figure quali Herbert Kappler, comandante della Gestapo a Roma, ed Erich Priebke, uno degli ideatori di quello che è conosciuto come l’Eccidio delle Fosse Ardeatine.
“Esistono i tifosi di calcio... e poi esistono i tifosi della Roma”: prendo questa storica frase del compianto capitano giallorosso Agostino Di Bartolomei per ricordare una figura che, gli stessi supporter capitolini, ribattezzarono ‘Core de Roma’ per il suo attaccamento ai colori giallorossi nel corso della sua carriera calcistica: Giacomo Losi.
Losi, purtroppo ci ha lasciato domenica scorsa, 4 febbraio 2024, a quasi 88 anni di età. Era infatti nato a Soncino, piccolo paese della provincia lombarda di Mantova, il 10 settembre 1935.
Nel corso della sua carriera, che si è svolta soprattutto all’ombra del Cupolone, egli disputò ben 15 stagioni totali, tra gli anni ’50 e ’60 del XX secolo, raggiungendo un discreto numero di presenze: ben 386. Questi numeri gli hanno permesso di essere, ancora oggi, il giocatore con più presenze nel club dopo due icone quali Francesco Totti e Daniele De Rossi.