Torino: la città della Mole, della lotta No Tav e di molti spazi antagonisti...
Premessa: trovo abbastanza inusuale tornare a parlare di un argomento come...
Quello della Frazione Calcistica Dal Pozzo è sicuramente un caso del tutto...
La prima cosa che ho chiesto a Romano Lupi è stata se avesse mai giocato in...
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Torino: la città della Mole, della lotta No Tav e di molti spazi antagonisti che, ognuno a modo proprio, portano avanti quel concetto di resistenza a noi tanto caro. Da alcuni anni però, dalle parti del capoluogo piemontese, si sta sviluppando fortemente anche un altro ambito che potremmo tranquillamente definire come “militante”: quello dello sport popolare.
Dalla Dynamo Dora rugby fino alla neonata ASD Aurora Vanchiglia sono molti gli esempi che si possono fare da questo punto di vista. Per unire tutte le realtà sportive popolari torinesi, poche settimane fa, è stata creata una vera e propria rete chiamata Torino Sport Pop.
Premessa: trovo abbastanza inusuale tornare a parlare di un argomento come il Tav. Tutto questo perché, a più di 25 anni dall’inizio dei lavori, questa grande opera, nonostante tutte le parole spese a suo favore da determinate categorie sociali, assume sempre di più le vesti di un semplice spreco di denaro pubblico.
Purtroppo il penultimo esecutivo in carica, quello nato dal patto tra Movimento Cinque Stelle e Lega, ha messo altra carne al fuoco su questa tematica. Non a caso la cosiddetta goccia che ha fatto traboccare il vaso e portato alla caduta del governo gialloverde ha cominciato a formarsi proprio sulle diverse vedute che le forze di maggioranza avevano sulla questione Tav.
Quello della Frazione Calcistica Dal Pozzo è sicuramente un caso del tutto particolare nel panorama dei progetti “popolari” italiani. La prima cosa che anni fa, quando scoprii la loro esistenza, mi colpì fu quello che pensai essere un riferimento al mai abbastanza elogiato Q dei Wu Ming (allora Luther Blissett), e al suo protagonista Gert Dal Pozzo. Con quest’ultimo del resto la ciurma gialloverde condivide il destino di una vita passata a sfidare l’ordine del mondo, a sovvertire la legge del più forte con ogni mezzo necessario. Non avevo immaginato che invece la denominazione avesse una semplicissima origine geografica: Dal Pozzo è il loro paese, anche se poi la squadra e la tifoseria sono composte da persone provenienti da tutto il circondario. Poche centinaia di anime al bordo della città di Saronno, hinterland nord-occidentale di Milano: un caso unico in effetti, la Frazione Calcistica non rappresenta una grande città o un suo quartiere, o una media città di provincia, ma per l’appunto una piccola frazione, in una zona dove le mappe sono punteggiate in modo fitto da piccoli centri intervallati da campi e zone industriali, con la metropoli milanese sempre lì che incombe, ma ancora non ti fagocita.
La prima cosa che ho chiesto a Romano Lupi è stata se avesse mai giocato in porta.
Sì perché puoi scrivere di portieri, puoi parlane, discuterne e criticarne ma se non sei mai stato uno di loro la tua visione sarà sempre parziale e monca. L’essere portiere è uno stato emotivo-esistenziale che accomuna tutti i numeri uno. Tutti nessuno escluso.
Quando lessi la biografia di Jasin (Curletto-Lupi), la bellissima biografia ergo, mi colpirono tre momenti particolari che gli autori descrissero proprio a voler rimarcare la grandezza come portiere, l’umanità e moralità come cittadino sovietico.