Tavole e strisce di fumetti condiscono Pugni. Storie di boxe di Boris Battaglia e Paolo Castaldi, pubblicato da Becco Giallo sul finire del 2015. Ma in fondo sono solo il contorno. Il centro di questo strano libro sospeso fra cronaca, saggio e fumetto, sono quindici racconti sulla storia recente del pugilato – come i round di un titolo mondiale del tempo che fu – che provano a sintetizzare al meglio la passione per questo sport.
Il tentativo è ardito, quasi un’antologia della boxe, lontana però anni luce dal giornalismo sportivo eppure capace molto più di qualsiasi “Gazzetta” o “Corriere” di evocare il bello delle sedici corde.
Fiero della sua natura indefinita, quasi effimera, Pugni individua con sapienza alcuni degli snodi principali dell’epopea contemporanea del ring, che coincidono poi con le grandi svolte della storia, senza mai scadere nella retorica.
I fumetti “agghindano” il discorso, lo abbelliscono, ma a muovere tutto rimane il racconto sincero di uno sport che per molti ha esaurito i suoi anni migliori, scomparendo dai palinsesti televisivi come dal cosiddetto “spirito dei tempi”.
(da Sportpeople.net)
L’approssimarsi degli Europei di calcio in Francia ha segnato l’innalzamento della soglia d’attenzione all’argomento tifo e sicurezza negli stadi. L’attenzione ha finito però spesso per esondare nel morboso e nell’isterico, difatti numerosi sono stati i casi in cui la polizia, nei confronti dei tifosi, non s’è certo distinta per capacità di gestione o riduzione dei rischi, preferendo largamente disporre di tutta la discrezionalità offerta dalla legge. Abbiamo cercato di approfondire e capirne di più attraverso un’intervista a Pierre Revillon, presidente dell’ANS, l’associazione nazionale dei supporter francesi.
Ancora una volta il calcio si riscopre essere un agone politico allʼinterno del quale rafforzare unʼidentità sociale e nazionale oltre che provare a veicolare un sentimento comune. Per le amichevoli di preparazione agli Europei di questʼestate contro la Svizzera e la Slovacchia che si svolgeranno rispettivamente il venerdì di Pasqua e il martedì successivo, la Federcalcio irlandese, la FAI, (Football Association of Ireland), ha dato il via libera alla stampa di una maglietta da gioco particolare, commemorativa, con un logo creato per lʼoccasione che celebrasse il centenario della famosa “Easter Rising”, quello che tuttora è ricordato non solo come la più grande rivolta armata nellʼIrlanda dal 1798, ma, nonostante lʼesito tragico, come uno dei momenti fondanti della nascita della Repubblica irlandese. La rivolta ha provocato più di 450 morti e la sconfitta degli insorti. La maggior parte dei capi furono giustiziati nei giorni che seguirono. Tuttavia, è un fatto ricoperto ancora da unʼaura mitica, come un punto di svolta nella ricerca per lʼindipendenza irlandese. Il centenario sarà caratterizzato da una serie di eventi che si svolgeranno in tutta Dublino e lʼIrlanda durante tutto il periodo pasquale.
I FURIOSI, tratto dall’omonimo romanzo di Nanni Balestrini
Regia di Fabrizio Parenti
Teatro India, Roma, 13/28 febbraio 2016
Inutile negarlo: Nanni Balestrini ha fatto, con la sua letteratura, molta più sociologia di tanti sociologi “di professione”. Se il sociologo cerca di imbrigliare la realtà e analizzare le banalità quotidiane, il narratore – come ha scritto Walter Benjamin – è interessato a trasformare la rozza quotidianità in epica. Con “I Furiosi” Balestrini è riuscito a costruire un’Iliade di ciò che è stata la sottocultura ultras. Pur immune dal tifo calcistico, a Balestrini “è apparso chiaro che il calcio e la partita non erano che banali pretesti per vivere momenti di passione e di gioia collettiva, strappati a un grigio presente, a una vita umiliata, così avara di felicità e speranza”. Tratto dall’omonimo romanzo, con l’adattamento del giovane drammaturgo Federico Flamminio e per la regia di Fabrizio Parenti, siamo andati a vedere “I Furiosi” al Teatro India (in programmazione fino al 28 febbraio, per info: http://www.teatrodiroma.net/doc/3621/i-furiosi).